È morto Angelo Guglielmi, l’inventore della Rai3 di Augias, Santoro, Leosini, Fazio, Dandini

È morto oggi Angelo Guglielmi, intellettuale, autore e storico direttore di Rai 3. La televisione migliore porta ancora con sé il suo sguardo, la sua firma. A 93 anni ci ha lasciato una delle figure più eclettiche e geniali della televisione italiana. Dal 1987 al 1994 ha compiuto la sua rivoluzione: dare un’identità, più di nicchia e alternativo rispetto a Rai1 e Rai2, al terzo canale del servizio pubblico: Rai3.
Ereditò la rete da Giuseppe Rossini: un canale dai bassi ascolti, senza una linea editoriale. In pochi anni la Rai3 di Guglielmi farà scuola e resterà impressa per sempre nella storia della televisione italiana. Gli ascolti lo premiano: da poco meno dell’1% al 10%. Rai3 diventa così una rete innovativa, capace di parlare al pubblico colto, giovane e interessato, una rete che riuscì ad unire il pop e la televisione più impegnata: una rete del reale.
Con questa definizione, “TV-verità”, sono nati programmi leggendari che, tutt’ora, sono ancora in onda. Da Telefono Giallo a Samarcanda passando per Linea Rovente, Un giorno in pretura, La Tv delle Ragazze, Blob, Chi l’ha visto?, Mi manda Lubrano (poi diventato Mi Manda Rai3), Avanzi, Quelli Che il Calcio. Guglielmi è riuscito a valorizzare nomi che sono diventati popolarissimi come Corrado Augias, Michele Santoro, Donatella Raffai, Roberta Petrelluzzi, Serena Dandini, Fabio Fazio, Piero Chiambretti, Giuliano Ferrara, Franca Leosini, Daniele Luttazzi.
Dirigente televisivo, intellettuale, critico letterario: Guglielmi ha teorizzato una televisione del reale. In “Senza Rete” scriveva: “Il rimprovero massimo che sempre veniva rivolto alla tv era di essere, riguardo alle cose italiane, evasiva, consolatoria, reticente e, qualche volta, bugiarda. Così il nostro obiettivo (quasi obbligato) diventava la costruzione di una rete che parlasse soprattutto ed essenzialmente delle cose, dei sentimenti, dei moti, delle rabbie, delle febbri e delle malefatte di casa nostra e ne parlasse con estrema sincerità e spregiudicatezza e con un linguaggio ricco di appeal”.
Fabio Fazio, conduttore di “Che tempo che fa” e allievo di Guglielmi, ha scritto per ricordarlo. “Angelo Guglielmi ha cambiato la tv rendendola contemporanea e imponendo una rigorosa linea narrativa alle cose che faceva: la tv come racconto della realtà. Gli devo moltissimo. La cultura non è una cosa ma un modo di fare le cose. Questa è la sua lezione più importante”.