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“Tre euro per scaldare il biberon”, ma forse non è così

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C’è un piccolo giallo intorno alla vicenda della mamma romana che, in vacanza a Vieste, avrebbe pagato tre euro per riscaldare il biberon del proprio bambino di un anno.

In questa estate degli scontrini gonfiati, con i gestori degli esercizi pubblici che pretendono un supplemento per un piattino in più o per tagliare a metà un toast o una brioche o una crepe (è successo ieri a Lecce), questo episodio ha guadagnato l’attenzione di media nazionali, da Repubblica alal Rai. Però pare che ci sia un errore.

La notizia, infatti, è stata diffusa dall’associazione Giustitalia, attiva nella tutela dei consumatori, al centro di polemiche per la diffusione di notizie imprecise, al punto che il sito Butac ( Bufale un tanto al chilo) la ha segnalata più volte. Giustitalia ha confermato la veridicità della notizia, ma non ha la disponibilità dello scontrino, perchè l’esercente viestano che avrebbe scaldato il biberon non ha rilasciato lo scontrino ficale. L’associazione afferma di aver segnalato l’episodio al Garante per la sorveglianza sui prezzi.

A Vieste, comunque, c’è molta incredulità sull’episodio.

Vincenzo D’Errico

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Redazione

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