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Diagnosi Alzheimer: novità interessanti dalla Cina

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Ci sono delle novità importanti per quanto riguarda l’Alzheimer, soprattutto per quanto riguarda la diagnosi della malattia. Infatti è possibile adesso avvalersi di un nuovo metodo messo a punto da un gruppo di ricercatori cinesi. I risultati della scoperta sono stati pubblicati su Frontiers in Aging Neuroscience e, secondo gli autori, si tratta di un risultato molto importante, perché aprirebbe le porte ad un tipo di screening molto facile da svolgere velocemente, senza troppi dispendi neppure dal punto di vista economico. La scoperta è molto importante, perché propone la possibilità di effettuare una diagnosi precoce di questa malattia neurodegenerativa, in modo che la patologia possa essere più oggetto di attenzione dal punto di vista medico, già dalle prime fasi in cui si cominciano a manifestare i primi segnali. Ma vediamo in che cosa consiste questo tipo di diagnosi messa a punto da un team di ricercatori cinesi.

In che cosa consiste la diagnosi dell’Alzheimer

Attraverso i test clinici è possibile individuare problemi di varia natura fin dai primi sintomi e, come spiegato diffusamente in questo articolo sui batteri nelle urine sul sito Dimann, noto anche per la sua attività divulgativa, un esame diagnostico delle urine è in grado di fornire informazioni preziose sullo stato di salute generale.

I ricercatori del WuXi Diagnostics Innovation Research Institute hanno escogitato un test delle urine per intercettare l’insorgenza precoce della malattia di Alzheimer già dalle prime ore. Infatti gli esperti sono riusciti a scoprire che l’acido formico urinario si è rivelato molto sensibile, a livello eccezionale, allo screening precoce di questa malattia.

Naturalmente si tratta ancora di un test in fase iniziale, ma sarebbe davvero eccezionale proporlo rispetto ai metodi tradizionali di diagnosi. Sarebbe importante che si diffondesse su larga scala, se veramente venisse confermata esattamente la validità di questo metodo.

Potrebbe essere tutto ciò una valida alternativa agli attuali metodi diagnostici, che sono troppo costosi per poter essere estesi su larga scala.

Che cosa hanno scoperto i ricercatori

I ricercatori si sono concentrati in particolare sull’acido formico. Quest’ultimo è un prodotto metabolico della formaldeide. Il loro obiettivo è stato quello di vedere se funzionava meglio come biomarcatore.

Quindi hanno condotto uno studio proprio sulla base di questo metodo, coinvolgendo quasi 600 persone. Si trattava di volontari sani, che non avevano manifestato problemi a livello cognitivo, o comunque erano persone in cui la malattia di Alzheimer aveva manifestato diversi gradi di progressione.

Gli esperti hanno analizzato i campioni di urina e di sangue di coloro che hanno partecipato alla ricerca. In questo modo hanno potuto riscontrare che in tutti i gruppi più predisposti all’Alzheimer o che comunque avevano già una malattia conclamata i livelli di acido formico nelle urine erano molto aumentati rispetto agli altri.

Da qui l’idea che l’acido formico possa fungere da biomarcatore anche nella fase iniziale dello sviluppo dell’Alzheimer. Ma c’è da riferire anche un altro elemento molto importante, che incoraggia queste novità diagnostiche che arrivano direttamente dalla Cina per quanto riguarda l’Alzheimer.

Infatti gli esperti non si sono limitati soltanto alle analisi delle urine. Abbiamo detto che hanno effettuato anche delle analisi del sangue, individuando i biomarcatori dell’Alzheimer anche a base sanguigna. In questo modo, combinando i due fattori, sono riusciti a prevedere in modo molto più preciso in quale stadio della malattia si trovava ogni paziente.

Ancora comunque non c’è niente di definitivo, perché si tratta di uno studio in fase iniziale, che deve essere approfondito, perché gli scienziati vogliono comprendere in maniera più dettagliata il legame che potrebbe sussistere tra l’Alzheimer e l’acido formico. Le potenzialità, comunque, ci sono tutte per mettere a punto un altro passo avanti nella diagnosi precoce della patologia neurodegenerativa di cui stiamo parlando.

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Redazione

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