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Conte ha scherzato: la crisi dopo l’estate. Zingaretti lo molla: “Non è più un punto di riferimento”

Se crisi sarà, sarà sicuramente dopo l’estate. La spaccatura di Giuseppe Conte, alimentata prima dalle presunte telefonate di Draghi a Grillo e poi dal manifesto delle priorità (non prioritarie), potrebbe portare l’ex presidente del Consiglio a staccare la spina al Governo dopo l’estate. Alla giornalista Myrta Merlino che, ironizzando, ha chiesto in Puglia a Conte se si potesse partire o se fosse meglio restare in zona per monitorare la possibile caduta del governo, il leader del MoVimento ha detto: “Partite per la vostra vacanza, poi vi aggiorneremo”.

La battuta ironica nasconde una verità. Giovedì 14, in occasione del voto di fiducia, non dovrebbe succedere nulla. Entro la fine del mese, quindi a fine luglio, Conte si aspetta delle risposte dall’esecutivo. L’ex premier, però, dovrà trattenere i maldipancia dei suoi che vorrebbero uscire già la prossima settimana a causa di un decreto aiuti “involtabile”, come l’ha definito uno dei più decisi ad abbandonare Mario Draghi, Alberto Airola. 

Nel frattempo, però, Conte trattiene i suoi e lancia frecciate al governo e al Pd. Dal palco di Bisceglie, ieri, ha dichiarato: “Siamo in un governo di unità nazionale, che deve rispondere innanzitutto alle priorità del Paese. Se c’è la concreta determinazione ad affrontarle adesso, noi ci siamo. Altrimenti non ci possiamo essere per responsabilità”. 

L’atteggiamento di Conte, però, sta minando la stabilità del campo largo con il Partito Democratico. Dal mondo Pd sia il segretario, Enrico Letta, che uno dei ministri più governisti come Dario Franceschini, avrebbero mal sopportato le pressioni di questi giorni. Considerate irresponsabili, in questo momento così complesso per il Paese. Anche Nicola Zingaretti, attualmente governatore della Regione Lazio ed ex segretario del Pd, avrebbe mollato Conte. Proprio Zingaretti, che quando era segretario del Pd aveva definito l’avvocato un punto di riferimento dei progressisti, oggi ha cambiato idea. “Lo dissi in un momento particolare: all’indomani dell’elezione di Conte a premier di una nuova alleanza. Ma ora che sia un punto di riferimento, mi pare una cosa superata. Un dato di fatto, non un giudizio, eh”. Anche Zingaretti è d’accordo con Franceschini, che ha dichiarato che se il M5S fa cadere il governo cade anche l’alleanza con il PD. “Ha ragione. E non la interpreto come una minaccia. Ha anticipato un dato oggettivo. A pochi mesi dalla scadenza naturale, si fa cadere il governo, e poi si pensa di rifare il governo insieme qualche mese dopo? Non siamo una compagnia di giro”. 

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