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Collettivo InApnea tuona contro il Manfredonia Calcio

Energas ha iniziato a mettere le mani sulla città per cercare di ottenere consenso e lo fa nella maniera più coloniale possibile: così come i colonizzatori del west offrivano “fesserie” in cambio di oro agli indiani Energas ha regalato panettoni in cambio della dignità dei manfredoniani e del futuro della loro terra.
Ed è per questo che ci troviamo costretti ad occuparci della società sportiva sipontina e del calcio nella nostra città, lo facciamo a malincuore, purtroppo consci del fatto che lo sport viene utilizzato perpetuamente per manovrare interessi osceni e relativi alle tasche di pochi in una storia di loschi affari che col calcio non hanno niente a che fare, una storia che si ripete con Energas come con Enichem e con il Contratto d’Area. Lo striscione di Domenica scorsa, che abbiamo esposto all’inizio della seconda frazione di Gara del match Manfredonia – Nardò, ha avuto ampia eco nella città. Esso è stato, inoltre, illuminante per diversi aspetti: dietro le sue parole, ad esempio, si è cementata ancora una volta la parte della città contraria ad Energas; ma ha anche mostrato il clima ostile e paralizzante della repressione, che non ha perso tempo per mostrare la sua prepotenza e la sua connivenza con lo status quo, addebitando alla necessità di mantenere l’ordine il tetro teatrino del “sequestro” dello striscione. L’esposizione dello striscione – che abbiamo affisso in qualità di Collettivo InApnea – ha però anche suscitato delle lecite domande sulla nostra natura e sul rapporto del nostro Collettivo ha con lo stadio e più in generale con il tifo organizzato della nostra città. Ci sembra doveroso, visto il rispetto e la stima che proviamo per le esperienze ultras nella nostra città, chiarire questo aspetto: Domenica siamo entrati nella curva, abbiamo esposto uno striscione e vissuto la partita perché Energas è entrata nella nostra città, peraltro in un luogo dove ancora resuiste, con difficoltà, la dimensione di vita collettiva di un popolo intero, e ci è sembrato doveroso non lasciare il minimo respiro ad una provocazione, ad una bieca compravendita della dignità dei cittadini sipontini , a questa“sporca” gestione societaria. Ovviamente da quel giorno in poi non abbiamo più contribuito e mai più contribuiremo ad ingrossare le tasche del Manfredonia Calcio, che accettando lo sponsor Energas ha profondamente offeso la nostra dignità di cittadini e di amanti del calcio e non merita minimamente di essere finanziata con il contributo del biglietto. Come abbiamo già detto non apparteniamo, pur stimandola, all’esperienza ultras, ma ci sentiamo in dovere morale di lanciare due appelli relativi a questa oscena vicenda e che riguardano ancora una volta il mondo del calcio: il primo, appunto, è di manifestare in ogni modo il dissenso verso questa gestione della società sportiva sipontina, perché la dirigenza di questa squadra è venuta meno alle responsabilità sociali che le appartengono; il secondo appello è la richiesta incontrovertibile di dimissioni di Sdanga e amici, che hanno mostrato di non avere rispetto del volere della città e che hanno svenduto la maglia sipontina per pochi euro nelle mani degli aguzzini napoletani (peraltro ad un prezzo ridicolo, che marca ancora di più la misera considerazione che la stessa dirigenza ha della sua squadra e della sua città). Oggi abbiamo esposto uno striscione che non abbiamo scritto noi: “i vostri soldi sono sporchi come le vostre coscienze” era uno solgan all’epoca dell’infame sponsor Enichem,e rappresentava l’opposizione irriducibile a chi feriva la città e i colori della maglia in quegli anni e abbiamo ritenuto giusto rendere omaggio a quella bellissima lotta, riproponendola oggi semplicemente aggiungendoci il nostro immancabile #noenergas. L’appuntamento a chi vuole ragionare su come difendere il nome del buon calcio sipontino è per Lunedì 21 Dicembre presso lo Spazio Popolare Autogestito “Nicola Lovecchio”, a partire dalle ore 20:30. Presenteremo il libro “”E non vorrei lo sai lasciarti mai perché” di Francesco Berlingeri. In nome del buon calcio, non mancate!

Collettivo InApnea

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Redazione

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