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Claudio Marchisio: “Il calcio femminile è sano: può insegnare molto agli uomini”. 

Un calciatore, ma non solo. Un centrocampista completo e moderno, capace di attaccare, difendere e battagliare. 389 presenze alla Juventus, sette scudetti consecutivi, 55 presenze in Nazionali, 2 Mondiali. Claudio Marchisio, gioventù e successo alla Juventus, negli ultimi anni – che hanno coinciso con il suo addio al mondo del calcio giocato – in più occasioni è stato al centro del dibattito pubblico. Per prese di posizioni, giudizi, commenti che hanno fatto di Marchisio un uomo dello sport ascoltato e apprezzato anche da chi non ha seguito le sue gesta calcistiche. 

Dopo la sua collaborazione giornalistica con il Corriere di Torino, la pubblicazione del suo libro, “Il mio terzo tempo. Nella vita e nel calcio valgono le stesse regole” e i commenti delle grandi avventure calcistiche (dagli Europei alla Champions League), il calciatore torinese si è raccontato a 7, il settimanale del Corriere della Sera. 

Marchisio si è detto molto felice e contento per il coraggio e lo stile delle nuove generazioni. E ha lodato il calcio femminile. “Il calcio femminile, come quello dei ragazzini delle squadre giovanili, dà fiducia in sé stessi. Il movimento è sano, si gioca a calcio per giocare a pallone, c’è in linea generale un rispetto maggiore”. 

Il calciatore in molti momenti si è schierato contro la violenza negli stadi e fra i giocatori, sostenendo posizioni nette e secche contro il razzismo, l’omofobia e la discriminazione. “Nelle categorie inferiori – ha dichiarato Marchisio – c’è senza dubbio un equilibrio più sano rispetto a quelle superiori, senza problemi di razzismo o di questo genere presenti in alcune frange del tifo”. 

Marchisio che crede non serva semplicemente vincere, ma costruire un percorso e un’educazione del gioco, oggi condanna e spiega perché il calcio vissuto con violenza non è passione. “Quella non è passione, ma violenza. La passione non c’entra nulla. Nel cacio giovanile e in quello femminile certe cose non succedono perché ci sono meno riflettori puntati addosso, meno attenzioni e più lealtà. Ci sono molti aspetti da migliorare nella parte maschile. Il calcio femminile è sano: può insegnare molto agli uomini”. 

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