Cronaca Italia

Chiara Poggi: perché la Procura ha disposto nuove indagini?

La Procura di Pavia riapre le indagini sul delitto di Garlasco: nuove analisi per chiarire le cause della morte di Chiara Poggi.

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Colpo di scena nel caso del delitto di Garlasco. La Procura di Pavia ha reso noto un dettaglio inedito emerso dalle analisi: il DNA rinvenuto su una garza utilizzata dal medico legale 18 anni fa, durante il prelievo di materiale biologico dalla bocca di Chiara Poggi, non apparterrebbe all’assassino, bensì a un altro cadavere. Si tratterebbe infatti di una persona sottoposta ad autopsia nello stesso periodo in cui venne eseguito l’esame sulla giovane vittima. Alla luce di questa scoperta, gli inquirenti hanno deciso di disporre nuove verifiche sulle cause della morte di Chiara, uccisa il 13 agosto 2007 nella sua abitazione di Garlasco. Un passaggio che potrebbe riaprire scenari investigativi su uno dei casi di cronaca nera più discussi degli ultimi anni.

Caso Chiara Poggi: la Procura ordina nuove indagini

In un comunicato diffuso nella mattinata di martedì 12 agosto, la Procura di Pavia ha annunciato di aver incaricato la professoressa Cristina Cattaneo di eseguire nuovi accertamenti per chiarire le cause del decesso di Chiara Poggi. Il fine è quello di “garantire una valutazione più ampia degli elementi raccolti, sia in sede medico-legale sulla vittima, sia sul luogo del delitto”. Come leggiamo da Virgilio Notizie, Cristina Cattaneo ricopre il ruolo di professoressa ordinaria all’interno del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università di Milano. È riconosciuta come una delle massime esperte italiane nel settore dell’antropologia forense e della medicina legale. Nel corso della sua carriera, l’esperta ha seguito numerose indagini di rilievo, tra cui anche quella sull’omicidio di Yara Gambirasio. In un documento diffuso, la Procura di Pavia ha spiegato che le analisi sul DNA trovato su una garza impiegata nel 2007 per raccogliere campioni dalla bocca di Chiara Poggi hanno rivelato una corrispondenza con quello di un altro corpo, esaminato nello stesso periodo durante un’autopsia. Questa scoperta è frutto di controlli avviati dagli inquirenti proprio perché si ipotizzava una possibile contaminazione legata a esami autoptici effettuati in quei giorni. Il risultato della comparazione condotta con “preparati istologici” di 5 maschi la cui autopsia fu fatta in concomitanza con quella di Chiara Poggi ha evidenziato, si legge nella nota della Procura di Pavia, “una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E“. Secondo quanto stabilito dalle sentenze, e confermato anche dal buon senso, Chiara Poggi fu assassinata da qualcuno che faceva parte della sua cerchia di conoscenze. La mattina del 13 agosto 2007, alle 9:12, la vittima disattivò il sistema d’allarme della villetta di via Pascoli, permettendo così l’ingresso a chi, poco dopo, l’avrebbe uccisa. Indossava un pigiama rosa e avrebbe avuto molta fiducia nei confronti del suo omicida tanto “da non fare assolutamente niente” al momento dell’aggressione. Fu uccisa rapidamente e senza possibilità di reagire: non lanciò grida, non tentò di graffiare o colpire, né provò a proteggersi con le braccia. Le indagini condotte all’epoca, che passarono al setaccio ogni aspetto della sua vita, tracciarono il profilo di una giovane donna semplice, seria e riservata, impiegata, con un ristretto giro di amicizie e poche frequentazioni.

Chiara Poggi, primo piano (Fonte: Google)
Chiara Poggi, primo piano (Fonte: Google)

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