Chi ha paura della libertà, per i 90 anni del Manfredonia Calcio, tra terre d’acqua, censure e strisce blu!

Domenica inizia l’82° campionato ufficiale della beneamata in 90 di storia, se cominciamo a contare dal 1932. Se invece iniziamo dalla rifondazione del 1950, gli anni sono 72. I numeri nel calcio restano fondamentali… e di “numeri” ultimamente se ne danno a iosa.
A tale proposito, questa estate alcuni amici statistici napoletani (una delle scuole più eminenti del giornalismo sportivo italiano), mi hanno sottoposto all’attenzione alcuni articoli della Voce di Puglia, dove si menzionava la squadra de “la Sipontina”, militante nel 1946 nel campionato provinciale di Capitanata, valevole per l’ammissione in C.

Dopo un attento studio credo, che la “Sipontina” sia a tutti gli effetti una degna rappresentante del calcio locale, ma non possiamo annoverare il torneo tra quelli ufficiali, perché, a quanto pare, la compagine fu assalita brutalmente in una trasferta in una landa del tavoliere e si ritirò dal campionato.
Le terre d’acqua (sic!), come qualcuno vuol denominare i territori tra Alma Dannata (sapete dov’è?), Tressanti, lago Salso, Beccarini, lago di Salpi, non hanno mai portato fortuna ai nostri colori.
Gli scienziati (e lo dico a ragion veduta e senza ironia), che fanno cultura, forse non sanno (o gli è sfuggito, probabilmente) che le terre d’acqua sono nel vercellese, nel pavese, e si riferiscono alle terre dove si coltiva il riso.
Altresì, il comprensorio dei Comuni delle Terre d’Acqua, ha come capoluogo in Emilia, San Giovanni in Persiceto, è la ragione del nome riguarda l’abbondanza di canali per l’irrigazione delle terre.
Qui da noi terre d’acqua si riferisce all’acqua salata o a quella dolce?
Dalle nostre parti avrebbe avuto un senso se si fossero indicate le terre del sale.

Forse gli scienziati della cultura locale non sanno, o forse non si sono ricordati (diciamo che hanno avuto un’amnesia) che le saline di Siponto, poi diventate di Barletta, e poi di Margherita di Savoia, erano l’asse portante dell’economia.
A proposito di ricordi, a Tressanti, in una lingua di terra facente parte del Comune di Manfredonia, è nato uno dei padri del sindacalismo italiano, Giuseppe Di Vittorio.
Con la mia musa a Giugno ci siamo cimentati tra le verdi colline delle marche… Dolce, chiara è la notte e senza vento.

Provate a pronunciare ad alta voce le comunissime parole di questo verso, che è fra gli endecasillabi di più limpida trasparenza, e… tutto sarà più semplice… Sapete chi è Giacomino: ha il Parnaso fra le scapole, e i coglioni dicono che era gobbo. A Torre del Greco di fronte a punta Campanella, a sinistra il Monte Faito e alle spalle la Chiesa del Santissimo Sacramento e San Michele Arcangelo, con di fronte l’immensità del golfo di Napoli, ha trascorso i giorni più belli della sua vita.
In quel golfo, magicamente abbracciato dal Vesuvio, a Pompei presso l’Hotel Costa, ho visto lavorare per le vespe, Beppe e Leonardo, mentre a Bacoli, Gennaro Gaudino mi ha parlato della tradizione del calcio flegreo (e dell’epopea della Bagnolese che incontrò i Delfini in Serie C negli anni ’30), tutti veri sapiens dell’ars pedatoria.
L’esercizio della libertà è come un seme che quando germoglia diventa una foresta, e così il mio germano gemello sir Ettore Garzia si è inventato Percorsi Musicali, un portale d’avanguardia, dove si discetta di musica (soprattutto), filosofia, arte e storia.
I talenti da premiare sono questi, e quando il premio diventa una sorta di “scambio merce”, una sorta di ricambio di favori, ha perso in totale la sua essenza.
Sir Garzia è l’esempio di come la critica diventa forza dirompente, e notevoli sono le sue conclusioni, sulla nascita dei Corsi estivi di composizione per la Nuova Musica, che si tenevano ogni due anni presso l’Istituto Internazionale per la Musica della cittadina tedesca di Darmstadt, e che rivoluzionarono il linguaggio musicale del XX secolo. A dominare i corsi furono le tecniche di composizione seriale, sotto il segno del nume tutelare Anton Webern. Uno degli insegnanti più influenti nei primi anni a Darmstadt fu il francese Olivier Messiaen, che nelle sue opere accoglieva anche tecniche musicali prese a prestito da culture musicali extraeuropee, le quali venivano a fare parte del suo personale linguaggio compositivo. Fra gli allievi di Olivier Messiaen si possono annoverare alcuni tra i maggiori compositori della seconda metà del XX secolo, come Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen (vedi anche musica elettronica), Luciano Berio, Bruno Maderna, Luigi Nono.

L’ultimo bicchiere rimasto dell’acqua della Madonna mi accompagna con mestizia in questo settembre semi uggioso. Mi manca il caffè di Di Martino, ed il sorriso intenso di Lilly.
Domenica a Trani non ci sarò, ho chiesto a Vito De Lucia se va a Enziteto a vedere la partita… anche lui mancherà.
Mi manca tutto… Nei giorni scorsi il fraterno amico Antonio Castriotta ha scritto: “Sarete persone libere quando, a prescindere dalle vostre idee politiche, riuscirete ad essere obiettivi o comunque liberi e non condizionati”. Pour notre nouveau chansonnier, il giornalismo è diretto, senza fronzoli, il che lascia sbigottiti le umili, povere, becere menti antagoniste, le quali nulla possono se non chiudersi a riccio, per poi attaccare di spalle senza lasciare spazio alla critica. Invece per chi pensa liberamente, e non ha scheletri nell’armadio, la critica è fondamentale… io ci sguazzerei in essa.
Antonio per omaggiare la tua libertà sto scrivendo… Antonio ha raccontato il calcio sipontino in maniera esemplare negli ultimi sei campionati, dal 2016/17 al 2021/22.
La prima intervista da cronista sportivo, se non mi sbaglio la fece ad Ercolano, ad Elio Di Toro. Ci spaventammo all’uscita dell’autostrada nel vedere il suk di Santa Maria di Pugliano, uno dei più grandi mercati di Pelli e roba usata. Poi andammo ancora in trasferta ad Agropoli (AM, what robb you are?), quasi un presagio, e vedemmo i nostri soccombere per 3 a 1.
La sera incontrammo il patron, lo pregammo di non esonerare King Vadacca… ma la domenica successiva in panchina contro il Picerno vi era Raimondo Catalano (altro Signore del calcio), e pareggiammo 3 a 3.
Antonio è anche l’ideatore e patrocinatore dell’unico festival di musica lirica della nostra desolata landa…
Questa estate era tutto blu, a giugno la città si è tinta di blu. Faccio mie le parole che ha scritto il prof. Michele Illiceto: “Ancora strisce blu. Oltre. All’infinito. Ovunque. Sotto casa e fra poco anche in casa. A Manfredonia siamo diventati prigionieri delle strisce blu. Ostaggi a casa nostra”… una poesia!.
Questa storia delle strisce blu è una querelle che durerà ancora per molto tempo e sarà purtroppo irreversibile. Bisognerà conviverci, però una città tappezzata di parcheggi a pagamento è un oltraggio alla decenza…
E l’obolo è una sicura entrata per le varie amministrazioni che si succederanno in Piazza del Popolo.
Mi diceva il direttore di una testata giornalistica locale: “le strisce blu sono un segnale di civiltà”… gli rispondo… per chi paga o per chi incassa?
Anni fa lessi voracemente ogni pomeriggio presso il Caffè, Les Éditeur in Carrefour de l’Odéon, Les Fleurs du Mal, cioè “extraire la beauté du Mal”, e mi sono convinto di non essere mai stato Truffaldino, servo di due padroni che, per non svelare il suo inganno e per perseguire il suo unico intento, ovvero mangiare a sazietà (magari), intrecciava storie all’inverosimile, creando solo equivoci e guai… situazioni create invero dagli uomini del venticinquennio, che con la loro polizia politica rintracciavano i nemici del popolo redarguendoli severamente se avessero continuato a sparlare del potere costituito.
D’altronde gli uomini delle botteghe poco chiare inventarono il termine di centralismo democratico, che è tutto un programma, e cioè pochi a comandare ed uno a decidere.
Mi diceva un maestro del giornalismo sipontino (una volta si faceva la gavetta), Don Ramon: “C’è un solo modo di dimenticare il tempo, impiegarlo”, e così i miei fratelli Federica e Nicola mi hanno proposto il Pokè, un piatto hawaiano a base di pesce crudo marinato, servito come antipasto o come portata principale; invero mi ha affascinato di più la loro proposta presso l’Hotel Bianchi di Porto Recanati, dal Mago del Brodetto. Ma durante la festa patronale abbiamo sentito la mancanza del panino ignorante presso un modesto chiosco in quel di Siponto.
Per gli amanti della Puglia consiglierei sempre la tenerissima Cisternino, con il suo Bar Fod 52, Micro Bar, ed un fave e cicoria da applausi presso il ristorante da Tonia, dove parlano un italiano con accento portoghese davvero unico, prelibata distrazione di brother Sergio, anch’egli spiaggiato sulle rive della Valle d’Itria.
Concludo il mio stream of consciousness (caro a Victor Egger) dicendo a Lilly che: “non posso offrirti altro che il mio sentimento… i veri viaggiatori partono per partire e basta; cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre «andiamo», e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole… Baudelaire”.
Giovanni Ognissanti