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Beppe Sala, sindaco di Milano: “Salvini a rischio se la Lega va male”. Il Pd deve puntare sugli indecisi

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Beppe Sala, sindaco di Milano, è una delle figure più popolari e moderate del centrosinistra. Il primo cittadino, dopo aver governato i lavori dell’Expo, guida da due mandati Palazzo San Marino. Dopo i primi rumors su una sua possibile candidatura, Sala ha declinato l’invito e ha scelto di restare nei suoi panni di primo cittadino. Sta seguendo, però, questa campagna elettorale. E oggi, su Repubblica, ha spiegato la sua visione di questi ultimi giorni di campagna elettorale. 

Per Sala le polemiche di ieri sulla possibilità di finanziamenti russi ai partiti politici a destra sono pretestuose. “Come tutti aspetto di capire meglio gli sviluppo di queste notizie di intelligence”, spiega Sala a Stefano Cappellini. “Indipendentemente da ciò ci sono già elementi per ritenere che i rapporti ambigui a livello internazionale siano uno degli elementi di debolezza della coalizione di centrodestra. I rapporti politici di Salvini con Mosca non sono una illazione, bensì una pura costatazione”.

Poi il voto del 25 settembre che Sala conferma andrà al PD. “Non credo sia sorprendente, anche se non ho mai avuto la tessera ho sempre votato per il Pd. È una questione di valori e di visioni della società, ma al di là dei leader, che attraggono molto l’attenzione del cittadino, un sindaco ha il dovere di guardare alla qualità della classe dirigente e Milano ha bisogno di interlocutori giusti in Parlamento”. 

Poi alcuni appunti su quello che dovrebbe fare un partito di sinistra. “Battaglie precise che vadano al di là della sacrosanta difesa dei diritti civili. I diritti, poi, sono di tutti, dobbiamo per esempio pensare a quelle maggioranze silenziose che chiedono diritto alla sicurezza”. 

Anche per Sala la campagna del Pd è troppo schiacciata in negativo, solamente sulla paura di un ritorno al governo della destra. “Da profondo antifascista dico sarei stato meno insistente sul rischio di un ritorno al Ventennio. Della destra mi fa molto più paura che FdI abbia chiamato la sua convention programmatica a Milano “Appunti per un programma conservatore”. 

Poi una riflessione sul terzo polo. “Ho conoscenti intenzionati a votarli perché reputano il Pd troppo a sinistra. Ne ho convinto qualcuno che si tratta di una valutazione sbagliata”. E sulla Lega di Matteo Salvini. “Il risultato della Lega è uno di quelli che attendo con più curiosità e che avrà un peso notevole nella lettura delle elezioni. Parlo spesso con politici leghisti e privatamente non esprimono giudizi lusinghieri su Salvini. Il suo potere nella Lega è ancora molto forte, ma di fronte a un risultato molto negativo della Lega non mi stupirebbe un ribaltone al vertice del partito”. 

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