Fede e religione

Abusi su minori, Moscone: “In vent’anni nella nostra Diocesi solo un caso”

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Abusi su minori, Moscone: “In vent’anni nella nostra Diocesi solo un caso”

Lettera ai confratelli Sacerdoti e fedeli Laici dell’Arcidiocesi Sipontina

Carissimi confratelli e fedeli tutti in Cristo,

“disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio”

sono parole che il Santo Padre Leone XIV rivolse agli operatori della comunicazione

nell’incontro tenutosi a Roma lunedì 12 maggio 2025.

Riprendo questo pensiero autorevole del Papa per interpretare e commentare

una notizia “scandalistica” apparsa anche sulla nostra stampa locale: un Sacerdote in

provincia di Cosenza è stato accusato di presunti atti sessuali su minore.

Quello che mi ha sconcertato e ferito, al di là del fatto in sé grave (soprattutto

se imputato ad un chierico) e sempre da condannare, è che la tale notizia è stata

pubblicata sulla pagina di Manfredonia. In particolare il titolo dell’articolo ‘’Non la

smettono mai’’, risulta tendenzioso e getta un’ombra funesta di giudizio su tutti i

membri del Presbiterio cattolico insinuando giudizi simili su quello dell’Arcidiocesi

Sipontina. Tale titolo, dal negativo giudizio morale e dal tono non solo scandalistico,

ma anche di disprezzo, mi ha fatto sentire chiamato in giudizio ed offeso insieme a

tutti i miei preti. Ho così deciso di scrivere questa breve lettera che intende anche

offrire qualche dato locale sul fenomeno che si vuole tirare in ballo. Vorrei che non si

generasse confusione e disorientamento tra la gente dell’Arcidiocesi e far sentire

autorizzato chiunque a muovere accuse di ogni tipo sui ministri della Chiesa locale,

magari a motivo di rancore o semplici posizioni ideologiche.

Fare chiarezza è sempre utile e intellettualmente onesto: la notizia eclatante,

negativa e da stigmatizzare non può sacrificare la onestà intellettuale e la verità.

Spesso riguardo al clero si parla confusamente di pedofilia, omosessualità, violenze

fisiche o psicologiche, si parte dal pregiudizio che i numeri di tali casi sia esorbitante

a tutti i livelli (di Chiesa cattolica universale e locale). Si è troppo facilmente soliti

guardare alla Chiesa con pruriginosa curiosità di chi deve trovare qualcosa per cui

poter infangare screditare e demolire … questo il più delle volte è mosso dalla

convinzione che in fondo il sacerdote è un bersaglio facile, indifendibile, debole e

quindi sacrificabile sempre e comunque: Gesù nel Vangelo ce lo aveva preannunciato!

Difficilmente ci chiediamo se tutto quanto viene imputato sia davvero così, se molte

di queste accuse siano reali e provate … e quando vengono disdette anche in sede di

giustizia civile e canonica la persona accusata resta segnata per sempre nella suadignità e salute psicofisica e spirituale. Inoltre l’errore personale del sacerdote diventa

motivo di livore verso la Chiesa tutta che si vede infangata nonostante il tanto bene

che opera in obbedienza e secondo il dettato del Vangelo.

Io sono Pastore della Chiesa di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo da

quasi 7 anni e ho trovato un clero laborioso, creativo, impegnato su tantissimi fronti,

pastorali, sociali e civili, e posso affermare che ho ereditato un Presbiterio sano e

desideroso di formarsi in professionalità e santità. I limiti non mancano certo e tante

volte mi sento in dovere di correggere, consolare e curare, ma contemporaneamente

dissento a pieno dalle accuse che vengono rivolte in modo generico e diffuse, magari

solo per scoop o mentalità scandalistica, ai miei Sacerdoti e Consacrati.

Riporto alcuni dati relativi all’Arcidiocesi. La CEI quest’anno ha indetto una

indagine affidata ad una Agenzia giuridica indipendente sui presunti casi di pedofilia

nelle diocesi italiane. Per la nostra diocesi io stesso ho nominato un giurista che ha

svolto l’indagine per gli ultimi 20 anni sotto le indicazioni della stessa Agenzia. In 20

anni la nostra Arcidiocesi ha avuto un solo caso di attività sessuale (non violenza) con

minore risalente al 2011-2012, caso poi trattato e definitivamente risolto in sede

canonica (l’accusato è stato rimosso dal ministero e non esercita più il sacerdozio dal

2019). Dunque, un solo caso in venti anni: penso che la stessa proporzione sia

estendibile su tutto il territorio nazionale, sfatando il falso e scandalistico mito di una

casistica dai numeri elevatissimi. Ci sono stati poi altri due casi di uscita dallo stato

clericale, risolto in sede canonica, ma non imputabili al delitto di abuso sessuale su

minori o persone fragili.

La Chiesa Cattolica non ha il culto perverso del segreto; negli ultimi anni la

riforma normativa, data da Benedetto XVI e resa più severa da Papa Francesco, ha

reso limpida ogni indagine, ha realizzato una piena collaborazione tra le sedi

giuridiche canoniche e quelle dello Stato: i diritti delle presunte vittime e i doveri

verso gli accusati sono chiarissimi e innegabili. Quindi sperando di aver fatto chiarezza

mi impegno anche a tutelare i miei sacerdoti da accuse o notizie generiche e

tendenziose che ne ledono l’immagine tanto a livello personale che di corpo

collegiale.

Questa mia lettera è scritta da Roma dove sto vivendo la magnifica settimana

del Giubileo dei giovani insieme a quattro giovani sacerdoti ed un diacono (Nicola Pio,

Giovanni, Matteo, Antonio e Michele) che hanno sempre dimostrato e stanno

dimostrando amore e dedizione all’educazione ed accompagnamento della nostragioventù garganica. Li stimo ed ammiro, come stimo ed ammiro l’intero mio

presbiterio che non conoscevo e che mi è stato affidato 7 anni fa per camminare

insieme a servizio della Chiesa e del santo Popolo di Dio che vive nell’amato Gargano.

Sicuro e convinto che la Chiesa è nostra Madre e non matrigna, vi ringrazio e

benedico tutti,

+ p. Franco Moscone crs

arcivescovo

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