Attualità Capitanata

Classifica “Qualità della Vita”, l’analisi

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La classifica della Qualità della Vita stilata dal Sole24Ore rappresenta sempre un momento di acceso scontro e polemiche in città.

C’è chi tende a delegittimarla perché userebbe parametri troppo capitalistici non considerando la qualità di “vita lenta”, c’è chi sottolinea come si prenda in considerazione tutta la Provincia e che la nostra sia particolarmente vasta, c’è chi a priori non accetta che siano numeri a determinare chi e quanto viva meglio.

D’altro canto è utilizzata come clava generalista e populista rispetto alla parte politica avversa: colpa del politico X, colpa dei commissari, colpa di quella o quell’altra amministrazione se siamo finiti nel baratro, senza specificare nulla.        


Il modo più intelligente e produttivo di analizzare questi numeri è quello, a mio avviso, di non aggregarli insieme in maniera miope e qualunquista ma entrare quanto più nel dettaglio di cosa non vada e perché.

Ad esempio nella sotto-categoria Ambiente incidono nella stessa macro-area le ore di sole al giorno (8 ore con un 36esimo posto che nulla ha a che fare con il nostro impegno e l’azione amministrativa) e la raccolta differenziata (in cui siamo penultimi in Italia, o come vedremo meglio ultimi, e qui è tutta responsabilità del cittadino e dell’amministrazione).           


Anche quest’anno l’indagine della Qualità della vita del Sole 24 Ore prende in esame 90 indicatori, suddivisi nelle sei macrocategorie tematiche (ciascuna composta da 15 indicatori) che accompagnano l’indagine dal 1990: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero.

Non facciamo dunque l’errore di aggregare mele e pere insieme ma entriamo nei dettagli.
Nella categoria Ricchezza e Consumi c’è un 87esimo posto generale per Foggia ma ad allarmare particolarmente sono le posizioni nelle classifiche specifiche di “famiglie con ISEE basso” e “percettori del RDC” (91esimi). Foggia è povera ben al di sopra della media nazionale, e la fine della misura del RDC potrebbe aggravare questa situazione che è poi causa di altri mali.


Benino il dato sull’inflazione (54esimi) con un 5,4% di aumenti dell’indice dei prezzi, in corrispondenza con la media nazionale. Un dato diverso sarebbe d’altronde inspiegabile.


Affari e Lavoro. Qui il 104esimo posto generale è condizionato da specifiche graduatorie nefaste e di peso specifico importante. Parlo evidentemente del Tasso di occupazione in cui siamo 95esimi con il 48,10% a fronte di una media italiana del 65% (Bolzano 79%). Altra tragedia sociale sono i NEET, i giovani che non studiano e non lavorano, che arrivano nella nostra provincia al gravissimo valore del 34,90% (terz’ultimi in Italia che ha una media al 18%). Male Foggia anche nella formazione continua.           

Dato più confortante in questa macro area è l’imprenditoria giovanile con un 12esimo posto determinato da oltre 10 aziende ogni 100 con titolare under 35.        


Giustizia e Sicurezza è l’area che da anni ci causa sempre gravi limiti. Gli anni del commissariamento avrebbero in teoria dovuto prevedere un miglioramento di alcune specifiche classifiche tramite migliori sistemi di repressione e sicurezza ed invece siamo generalmente scesi (103esimo posto).


Nel dettaglio siamo penultimi in Italia per furti di autovetture (prima della BAT). Il dato si esplica con le 638 denunce ogni 100 mila abitanti, la media italiana è 93. Si pensi che nei territori al primo posto ci sono solo 10 denunce per lo stesso numero di abitanti. 638 contro 10… due continenti diversi praticamente.  
Fondo della classifica anche in “estorsioni” e “riciclaggio ed impiego di denaro”, le tipiche attivià mafiose locali, segno dello scarso cambio di marcia su una questione tanto grave e prioritaria.


Non stupisce infine l’alta mortalità per incidenti stradali (95esimi)… le nostre strade sono un cimitero e gridano giustizia. Il parametro Ambiente come detto in precedenza richiede approfondimenti di un certo tipo nonché risultanze abbastanza chiare.

L’esempio più importante da fare è il valore della Raccolta Differenziata. Solo per questa classifica non si è utilizzato un valore provinciale bensì cittadino, e questo chiaramente finisce per inguaiare a cascata il resto della provincia.

Il penultimo posto è tutto ad opera del capoluogo dauno con una percentuale riportata del 19%. La questione è ancor più complessa se si considera che quel dato è parziale di un anno (il 2022) in cui Foggia ha chiuso dopo diverse denunce e polemiche con un 17% che ha al suo interno ancora altri dati probabilmente erronei e rivedibili (gli inerti di inizio anno).

E’ realistico affermare che Foggia si stagli sotto Palermo (che nel frattempo è cresciuta) e che sia quindi ultima in Italia per il servizio di raccolta differenziata. Deriva già prospettata dal sottoscritto in precedenti inchieste giornalistiche ed analisi di servizio e di trend.      

 
Il buon piazzamento nella macro area Demografia e Società (73esimo posto) è per lo più determinato da una buona densità abitativa (21esimi) e buoni tassi di fecondità e quoziente di natalità. Nota dolente è il tasso migratorio (101esimi), e anche in questo caso si evidenzia ciò che gli esperti già sanno. La differenza tra iscritti e cancellati all’anagrafe ogni mille residenti vede Foggia a -3,90 laddove la media italiana è +2,47 (Parma prima con +9,20). Ci stiamo spopolando.

In questa categoria emergono classifiche un po’ ambigue o che andrebbero analizzate in maniera più profonda. Ad esempio Foggia è nientemeno che 12esima nell’Indice della solitudine, ossia persone sole in % sul totale dei nuclei. Uno sguardo attento alla graduatoria ed agli studi sociologici suggerirebbe come il dato sia influenzato dall’incapacità di abbandonare il proprio nucleo famigliare, quindi più che un discorso di solitudine o compagnia qui si parla di capacità di indipendenza economica o meno. Ecco quindi un esempio di una classifica che andrebbe letta diversamente e non inserita asetticamente nel calderone.     


Laureati? Pochi, siamo 102esimi col 18,30% su persone tra i 25 e i 39 anni (media italiana 27%) e malissimo anche negli anni di studio.    


Cultura e tempo libero ennesima disgrazia (102esimi). Spiccano in negativo gli ingressi agli spettacoli, i pochi centri per il benessere fisico, lo scarso patrimonio museale, lo scarso numero di addetti nelle imprese culturali, in disastroso indice di lettura e la scarsa partecipazione elettorale.


Ricordate le elezioni politiche del 2022? L’affluenza fu del 53,9% nel collegio Puglia 1 e del 50% nel collegio Puglia 2  che insieme formano la Capitanata, la media nazionale è stata del 63,91%.

Lette in questo modo le classifiche permettono immediatamente di capire dove e come intervenire per migliorare notevolmente il nostro piazzamento e di rimando la Qualità della vita.

Francesco Strippoli

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