Storia

Un’immagine dell’antica Siponto e di Monte Sant’Angelo nella Cappella di Bessarione a Roma

L’antica Siponto secondo Antoniazzo, sullo sfondo, Monte Sant’Angelo

Siponto, Manfredonia, Monte Sant’Angelo e il Gargano protagonisti eccellenti negli affreschi eseguiti da Antoniazzo Romano a Roma nella cappella del Bessarione all’interno della Basilica Santi XII Apostoli.  “uno dei luoghi più importanti per la storia della pittura del ‘400 a Roma – come si legge nei siti web specializzati.

Questi affreschi, di straordinaria fattura ed espressività, rappresenta il Miracolo del toro sul Monte Gargano, con suggestive immagini di Siponto e di Monte Sant’Angelo e il sogno di Sant’Aubert dal quale la leggenda vuole nasca Mont Sant’ Michel in Francia.

La cappella funeraria fatta edificare a Roma da Bessarione, bizantino, illustre umanista, cardinale dal 1439 al 1449, ha una storia singolare. È rimasta per secoli nascosta e segreta. Venne infatti praticamente incorporata nella basilica romana dei SS. Apostoli e occultata dal monumentale altare di Sant’Antonio.

La cappella e i suoi preziosi affreschi, che erano stati  ricoperti di calce a causa delle frequenti inondazioni del Tevere, vennero occasionalmente ritrovati e successivamente sottoposti a un laborioso restauro, che ha permesso di riaprili al pubblico.

L’apparizione del toro sul monte Gargano

Quella di Siponto è una raffigurazione suggestiva, nitida, precisa tanto da spingere Bianca Tragni a chiedersi “se una descrizione pittorica così precisa sia dovuta alla fantasia di Antoniazzo o alla presenza, nelle sue mani, di qualche incisione o miniatura autentica di epoche precedenti”.

L’interrogativo è intrigante: se era veramente come l’ha raffigurata Antoniazzo, Siponto doveva essere una grande e bella città.

Sul blog Camminare nella storia, di Carlo Finocchietti cultore di storia, nonché appassionato camminatore, si trova un’approfondita descrizione dell’affresco garganico. Dal suo post sono tratte anche  le foto che illustrano questa lettera meridiana.

Una Siponto così, davvero non s’era vista mai…

Ecco il contenuto del blog Camminare nella storia, di Carlo Finocchietti

Nella basilica dei Santi Apostoli a Roma è stata aperta al pubblico la Cappella del cardinale Bessarione, che fu titolare della chiesa dal 1439 al 1449. La cappella contiene un ciclo di affreschi quattrocenteschi realizzati da Antoniazzo Romano con la collaborazione di Melozzo da Forlì negli anni 1464-68. Due affreschi sono dedicati alle apparizioni dell’arcangelo Michele sul Gargano e a Mont Saint-Michel. Il ciclo angelico prosegue in alto con la visione delle nove schiere angeliche che fanno corona al Cristo trionfante.

L'apparizione del toro/angelo sul monte Gargano
L’apparizione del toro/angelo sul monte Gargano

La vicenda garganica è narrata nel Liber de apparitione sancti Michaelis in monte Gargano (o Apparitio), un’operetta dell’ottavo secolo. Al tempo di Papa Gelasio (V secolo), Gargano è un ricco allevatore che finirà per dare il suo nome al promontorio pugliese. Una sera – narra l’Apparitio – mentre Gargano torna a casa con la sua mandria, si accorge dell’assenza di un toro. Seccato, lo cerca per molto tempo fino a trovarlo fermo davanti a una grotta. Gli scaglia contro una freccia, per punirlo, ma la freccia torna sorprendentemente indietro e colpisce l’arciere. Gli abitanti di Siponto restano turbati. Il Vescovo è desideroso d’interpretare l’evento e si sottopone a tre giorni di digiuno. Al termine della penitenza, gli appare San Michele che gli rivela di essere l’artefice del miracolo e di essere intenzionato a diventare patrono e custode di questo luogo (ipsius loci inspector atque custos). L’affresco di Antoniazzo mostra nel riquadro di sinistra l’episodio del monte Gargano.

La grotta del toro
La grotta del toro

Il toro è visibile in alto sulla rupe, davanti alla grotta. A lato è la mandria dei vitelli di Gargano al pascolo. In primo piano gli arcieri, nei colorati abiti quattrocenteschi, scagliano frecce che tornano miracolosamente indietro.

Siponto, Monte Sant'Angelo e la mandria di Gargano
Siponto, Monte Sant’Angelo e la mandria di Gargano

Sullo sfondo è il golfo di Manfredonia con la città di Siponto cinta da mura e, in alto, il castrum di Monte Sant’Angelo con il santuario dell’Angelo.

L'apparizione del toro/angelo in Francia
L’apparizione del toro/angelo in Francia

Il secondo affresco di Antoniazzo, coadiuvato da Melozzo da Forlì, mostra l’apparizione dell’arcangelo in forma di toro in Francia, sul Mont Saint-Michel. Secondo la Revelatio francese, l’arcangelo Michele apparve nell’anno 709 al vescovo di Avranches, sant’Oberto, chiedendo che gli fosse costruita una chiesa sulla roccia. Il vescovo ignorò tuttavia per due volte la richiesta finché San Michele non gli bruciò il cranio con un foro rotondo provocato dal tocco del suo dito, lasciandolo tuttavia in vita. Il cranio di Sant’Auberto con il foro è conservato nella cattedrale di Avranches. Sull’isolotto del golfo di Saint-Malo – noto anche come monte Tumba – fu così costruito il santuario denominato Mont Saint-Michel au péril de la mer.

Il vescovo Oberto sullo sfondo di Avranches e del suo porto
Il vescovo Oberto sullo sfondo di Avranches e del suo porto

L’affresco di Antoniazzo è ambientato sulla spiaggia di Mont Saint-Michel, riconoscibile dalle conchiglie lasciate allo scoperto dalla bassa marea. Sullo sfondo è l’insenatura marina con tre imbarcazioni. Il toro appare legato a un albero sulla collinetta a destra. Il vescovo con la mitria presiede una processione di dignitari, preceduto da due prelati con piviali d’oro arabescati e da due gruppi di frati francescani e di monaci basiliani.

I frati francescani e i monaci basiliani
I frati francescani e i monaci basiliani

Fondamentale per la comprensione del ciclo pittorico è la personalità del suo committente, Giovanni Bessarione. Il monaco basiliano, nato nel 1403 a Trebisonda in Turchia e morto a Ravenna nel 1472 è una delle figure chiave del Rinascimento italiano. Umanista e grande uomo di cultura aprì la sua casa a letterati e studiosi facendone un centro dell’umanesimo rinascimentale. Famoso è il suo impegno per l’unificazione della chiesa orientale con quella di Roma e l’azione diplomatica per la liberazione di Costantinopoli e dell’oriente dall’espansionismo turco. Il ciclo pittorico della sua cappella funebre è una sorta di testamento spirituale a cui il cardinale affida le personali convinzioni religiose e le speranze di un nuovo assetto religioso e politico del mondo contemporaneo. Le storie dell’arcangelo Michele, germinate nel mondo bizantino in Frigia e Pisidia, poi giunte a Siponto sul Gargano e di qui diffuse nell’occidente cristiano, sono la trama della vita del cardinale Bessarione, ma sono anche per l’uomo di oggi una delle radici dell’Europa,. Intorno ai luoghi del culto micaelico continuano a muoversi ancora oggi imponenti masse di turisti e di pellegrini.

Alcune immagini della Cappella del Bessarione:

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Redazione

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