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Tutolo: “Pronto al Capitanata Day in Regione. Prima pagina per il futuro della comunità Foggiana”

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Nota stampa del Consigliere regionale Antonio Tutolo (Gruppo Misto), presidente della Seconda commissione (22 novembre 2022).

Quando due anni fa ho chiesto per la prima volta che si celebrasse un Consiglio monotematico sul tema dello “Sviluppo della Provincia di Foggia” avevo in mente un preciso scenario: mettere in un solo luogo e nello stesso momento autorità e rappresentanti istituzionali e politici di ogni livello, dai sindaci ai consiglieri regionali, dalla Giunta regionale ai parlamentari pugliesi, per discutere del futuro di 600 mila cittadini.
Sono partito da alcune domande: che strategie hanno in mente per la Capitanata? Come pensano di risolvere i problemi atavici? Quali soluzioni immaginano per rialzarla dai famosi ultimi posti nelle classifiche e proiettarla verso lo sviluppo agro-industriale, tecnologico, turistico, sanitario e infrastrutturale che merita? Che cosa hanno intenzione di fare per affrontare l’emergenza idrica e la sicurezza? Quali sono le prospettive per i giovani e l’occupazione? Come hanno pianificato di investire i fondi del Pnrr in questa provincia?

Per decenni la mala politica che ci ha governato a tutti i livelli ci ha fatto credere che fossero questioni irrisolvibili, tant’è che si è giunti al punto da identificare questa provincia con i suoi guai e definire il tutto “questione Capitanata”. Manco fosse un materiale radioattivo da cui tenersi alla larga.
Per mia indole sono abituato a chiamare le cose con il loro nome e la provincia di Foggia non è i suoi problemi ma ha un solo problema: è stata abbandonata. Talmente tanto che adesso occorrono misure straordinarie per riportarla a un livello accettabile di vivibilità.
Non è facile ma non è impossibile come ci vogliono far credere. Perché la Capitanata non ha firmato un contratto da eterna “Cenerentola” della Puglia e dell’Italia.
Altre province hanno avuto guide illuminate che le hanno fatte rifiorire e non vedo perché ciò non possa e non debba accadere anche a questo territorio meraviglioso, ricco di tutto, che però viene depredato e poco o niente valorizzato.
Denuncio da tempo un odioso squilibrio territoriale a vantaggio di altre province pugliesi a causa del quale i cittadini foggiani ormai si sentono ignorati e abbandonati.E le mie numerose iniziative sono state avversate e boicottate in tutti i modi, tant’è che fino alla fine si è cercato di svuotare di presenze e contenuti questa seduta. Per fortuna, sono una persona determinata e sono andato avanti per fare qualcosa che nessuno si è mai sognato di fare: accendere i riflettori sulla provincia di Foggia in Regione.

Che cosa mi aspetto da questa giornata? Che diventi il Capitanata Day: il punto di ripartenza per questa area a nord della Puglia a cui non manca nulla né morfologicamente, né produttivamente e né umanamente. Ovviamente non così ingenuo da credere che basti un Consiglio monotematico per risolvere tutti i problemi della Capitanata, ma penso che oggi si possa scrivere la prima pagina di un nuovo capitolo della storia della provincia di Foggia e che ci vorrà tempo per completarlo. L’importante, dunque, è porre finalmente la questione, riconoscere i problemi e tracciare una linea netta di demarcazione tra il prima e il dopo.

Perché un Consiglio straordinario? Perché le misure da adottare devono essere straordinarie e occorre una visione condivisa per costruire un dialogo con il Governo nazionale e regionale e presentare proposte e progetti che pongano rimedio alle scelte sbagliate del passato.
Riconoscere gli errori del passato è il primo passo. Ma chi sarà presente oggi con proposte costruttive e fattibili potrebbe contribuire a rimediare agli sbagli come quello, per esempio, della riforma della geografia giudiziaria, che ci ha penalizzati.  
Ci vogliono coraggio e amore per questa terra. Perché rispondere prontamente a un’emergenza dà tanta visibilità immediata, ma progettare il futuro di una comunità è un’azione che vedrà i suoi frutti tra anni. E la politica, lo sappiamo, preferisce la popolarità spiccia alle tracce importanti lasciate alla storia.

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