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Parla anche la mamma di Riccardo: “Mio figlio è morto per una bugia sulla laurea, la colpa è anche la nostra”

L’abito era già stato comprato. La festa (con il menù) già organizzata. Anche i soldi del regalo di laurea erano stati già destinati per il viaggio in Giappone. A pochi giorni di distanza dalla tragica morte, la storia di Riccardo Faggin, lo studente che si è lasciato morire in un incidente per non svelare che non doveva conseguire nessuna laurea il giorno dopo, sta continuando a riempire i giornali ed emozionare i lettori. Dopo l’intervista del padre di Riccardo al Corriere della Sera, in queste ore ha parlato anche la madre di Riccardo con Repubblica

Il dolore è lacerante. Dopo la morte del figlio e la delusione per non aver compreso quel malessere covato da qualche anno nella vita di loro figlio, per questi due genitori di Abano Terme (vicino Padova) è arrivato il lacerante peso del senso di colpa. “Gli chiedevamo notizie. Gli dicevamo: muoviti. Gli ricordavamo che se non aveva niente da fare sarebbe dovuto andare a lavorare. Sono cose che tutti i genitori dicono. Ci sembrava la normalità. E invece ora proviamo un grande senso di colpa, perché non siamo riusciti a capire nostro figlio”. 

Luisa Cesaron ha 54 anni e in queste ultime ore si è dovuta trovare ad affrontare una storia molto dolorosa e crudele. Una vita che non ritornerà più per un problema che si poteva affrontare diversamente. “Se i figli vi raccontano qualche bugia – racconta ora la madre – non dico di perdonarli subito ma di provare a comprendere. E di cercare di captare segnali, anche dalle cose piccole. Adesso penso e ripenso a qualche particolare, a cui non davamo peso. Ci sembrava che riccardo avesse soltanto qualche giornata strana, magari sono le scatole girate. Invece aveva indossato una maschera. E noi non ce ne siamo mai accorti”.

Riccardo ha indossato quella maschera fino a lunedì sera. Ha detto ai genitori che usciva a fare un giro in macchina per scaricare la tensione. Il giorno dopo, infatti, avrebbe conseguito la sua laurea in Scienze Infermieristiche. Ha gettato la maschera schiantandosi contro un albero. Sul luogo non sono emersi segnali di frenate o contratti con altre macchine. Dunque, Riccardo ha scelto di finirla così. Una fine tragica per nascondere una bugia bianca. “Ci eravamo accorti che non si dava da fare ma adesso, di fronte a questo baratro, mi chiedo: quanto ha sofferto mio figlio? Lui non voleva deludere noi. Se solo ce lo avesse detto, avremmo provato ad aiutarlo. Non l’avremmo punito. Forse avremmo litigato, ma poi saremmo andati avanti dandogli una pacca sulla spalla”.  

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