Omicidio Giulia Tramontano: negata giustizia riparativa ad Impagnatiello

A due anni di distanza dall’accaduto, si torna a parlare del caso Tramontano. Nel maggio 2023, Giulia, una ragazza di 29 anni viene uccisa dal suo compagno Alessandro Impagnatiello, barman in un hotel di lusso. La coppia era in attesa del loro primo bambino, ma questo non ha impedito ad Impagnatiello di porre fine alla fine della mamma di suo figlio.
Impagnatiello è stato condannato all’ergastolo anche in secondo grado per omicidio, interruzione involontaria di gravidanza ed occultamento di cadavere. La difesa dell’ex barman ha avanzato la richiesta di accesso alla giustizia riparativa. La Corte d’assise d’appello di Milano ha rigettato l’istanza.
La decisione della Corte
La decisione della Corte d’assise d’appello è stata ufficializzata in una nota dal firmata dal Presidente, Giuseppe Ondei. Quest’ultimo ha sottolineato di aver rifiutato la richiesta della difesa per “irrilevanza di motivi”.
L’avvocato Giulia Gerandini, legale di Impagnatiello, aveva avanzato la richiesta, basandosi sulla “collaborazione presentata” e “la sua immediata assunzione di responsabilità”.
Richiesta non ammissibile
Il percorso di giustizia riparativa è uno strumento redentivo previsto dalla normativa italiana. Nello specifico si tratta di un programma che consente alla persona colpevole di un reato di confrontarsi in un regime protetto per rielaborare gli effetti delle proprie azioni penali.
Tuttavia la Corte non ha ritenuto idonei i motivi presentati, poiché l’imputato non ha rielaborato criticamente il movente e gli impulsi che hanno portato all’omicidio. I giudici ritengono inutile avviare un programma rieducativo non essendoci un reale pentimento da parte di Impagniatiello.
La famiglia Tramontano, inoltre, non si è resa disponibile a prendere parte al programma di giustizia riparativa è questo ha gravato ulteriormente sulla decisione dei giudici.