Monopoli, vietato portare cibo da casa in un lido: madre con due figli aggredita verbalmente
Il gestore del lido avrebbe permesso di far mangiare sotto l'ombrellone solo a uno dei due figli perché celiaco, negando di fatto il permesso all'altro per "motivi igienici".

Una donna con due figli ha chiamato il lido Marzà di Monopoli prima di affrontare un lungo viaggio, per accertarsi di tutte le condizioni eventualmente favorevoli, soprattutto per uno di loro perché celiaco.
Ha chiesto quindi di poter portare due panini, uno per ciascun figlio, da consumare direttamente nello stabilimento; la risposta del gestore, però, non si è fatta attendere: “Può portare il panino, ma solo per il bambino con l’intolleranza”, per l’altro quindi nessuna concessione.
“Le sto facendo una cortesia solo per il celiaco”, ha continuato l’uomo, che secondo la donna avrebbe poi alzato la voce, aggredendola verbalmente e dicendole di non presentarsi al lido, dopo aver chiesto, inoltre, 60 euro per un ombrellone, due lettini e il parcheggio.
Dopo la rinuncia della donna, il titolare del lido ha immediatamente respinto ogni accusa: “Certo che poteva portare i panini per i figli, a costo di consumarli poi nella zona bar; non è gradito mangiare sotto l’ombrellone per motivi igienici”
A confutare però queste parole, vi sono l’art. 822 del Codice Civile e l’art. 1, comma 251, della legge finanziaria 2006; queste due leggi ribadiscono che le spiagge sono beni pubblici, e che quindi i concessionari non possono vietare il consumo di cibo portato da casa.