Attualità Capitanata

Lettera aperta: Cosmo e Massimo non vanno lasciati soli

Una macchina incendiata: “.. e quindi? E’ successo anche ad un mio amico… ”
Ragazzi insultati e picchiati perché omosessuali: “eh si…purtroppo succede!”

Gentile direttore, sono Gianluca Iaconeta un attivista del M5S da oltre 14 anni e in tutti questi anni difficilmente sono intervenuto a titolo personale sui giornali. Questa volta non riesco a fermare la penna e ho deciso di scrivere, perché voglio metterci la faccia e la firma perchè sono schifato e scandalizzato dai commenti letti e sentiti.


Ogni volta leggiamo notizie di questo tipo ed ogni volta le reazioni sono le stesse, ci scandalizziamo o schifiamo o c’è chi tende a minimizzare e poi si gira pagina. Andiamo avanti e dimentichiamo l’accaduto. Questo modo di fare ci rende inevitabilmente complici!

Mi riferisco in particolare alle mancate denunce, a chi sa e non parla con le forze dell’ordine. Non voglio fare un discorso di facile colpevolizzazione ma se non puntiamo i riflettori sul problema della violenza, omofoba e non solo, non riusciremo mai ad attuare, ad attivare quella giusta reazione di cui tutti dobbiamo essere responsabili.
La politica, la scuola, i genitori, gli amici, i parenti… tutti i soggetti che circondano questi criminali sono chiamati ad agire affinché non possano più nuocere e siano avviati ad un percorso di reintegro nella società.

La violenza non deve essere tollerata. Conosco troppe ragazze che sono state vittima di violenza sessuale e non hanno avuto il coraggio di denunciare. Non le colpevolizzo, ma allo stesso tempo penso che questi violenti hanno potuto reiterare la loro azione su altre donne.

Io stesso sono stato aggredito nel portone di casa mia da un “noto” uomo violento di Manfredonia. Da uomo adulto ho saputo difendermi, ma cosa succede alle vittime che non sono in grado di reagire. Alcune Subiscono. Alcune vengono forse anche convinte a non denunciare da chi gli sta intorno. Pochi, troppo pochi, hanno la fiducia, la forza e il supporto per reagire, di avviare la macchina della giustizia.

Mi rifiuto di pensare che i manfredoniani vogliono consegnare ai propri figli una società in cui si può essere picchiati e perseguitati per il proprio orientamento sessuale, il credo religioso, il colore della pelle, per le idee politiche diverse o semplicemente perchè si e urtata o guardato “fisso negli occhi” la persona sbagliata.

Nella vita sono un piccolo imprenditore di Manfredonia ma ho anche avuto l’onore di essere un insegnante della scuola dell’infanzia. Ai bambini il rispetto per gli altri deve essere insegnato sin da piccoli e l’esempio dei grandi vale più di mille parole. Per questo nessuno di noi può girarsi dall’altra parte.

Quello che e successo a Cosmo e Massimo può succedere a qualunque cittadino, perché in questo caso si scrive OMOFOBIA ma si legge VIOLENZA ed essa, la violenza, non discrimina nessuno!

La nostra società non può “nascondere” i responsabili, non può “tutelare” garantendo l’anonimato, non può restare inerme come se non ci toccasse. Prima o poi la violenza non ostacolata può degenerare in un senso di impunità e si scatena e può colpire chiunque.

Mi ha fatto riflettere il dialogo avuto con una signora ieri sera vicino ad un negozio di alimentari. Questa mi raccontava che qualche settimana fa di notte, una ragazza correva nei vicoli a sud di via delle antiche mura, chiedendo aiuto, gridando che il fidanzato “voleva ucciderla di botte”. Nessuno è uscito in strada, nessuno ha chiamato le forze dell’ordine. Questa mattina un’altro incontro, con una donna che si lamentava perchè in una rissa tra ragazzi nessuno ha difeso il figlio malmenato da bulli più grandi.

Sui social ho visto le immagini di questa auto in fiamme e letto la storia di questi due ragazzi e mi domando se questo clima omertoso e spaventato non sia complice delle azioni violente subite da Cosmo e Massimo.

Vorrei vedere le forze dell’ordine più presenti sul territorio. Vorrei vedere i vigili urbani in ronde notturne per le strade e non solo del centro. Vorrei che le telecamere cittadine siano utilizzate per reprimere questi comportamenti criminosi. Vorrei che lo stato, la società civile, i servizi sociali e tutti gli attori che offrono supporto agli indifesi, agli ultimi, ai più deboli, creassero un sistema di accoglienza per le vittime di violenza che fosse realmente in grado di difendere le vittime e punire i colpevoli.

Qualcuno crederà che io stia sognando un mondo utopico.. ma se non per questi valori per cosa vale la pena impegnarsi? Se non su questi valori, su cosa vogliamo basare la nostra società?

Il mio appello lo rivolgo, in ultimo, al Prefetto di Foggia, la massima autorità rappresentante lo Stato sul territorio, figura vigile per il rispetto delle regole costituzionali di cui il valore fondante è la libertà.

Un cittadino e attivista del M5S

Gianluca Iaconeta

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Comunicato Stampa

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