Storia

Le palme degli ulivi profumavano fino al Lunedì dell’Angelo

Manfredonia – IL lunedì dell’Angelo 1955 ,quando ancora io non ero nato, quando l’aria sapeva di fango, quando l’orto era un buon campo ed i passeri venivano sparati, mentre erano liberi sui pali elettrici e sfioravano i monti più alti del Gargano.

Le piogge scendevano come torrenti e le lune cambiavano ,ogni sera le lame di strati luccicanti argentati del cielo alla porta della notte che suonava un’atmosfera a canzone senza misura. E il gallo al mattino cantava ,più stonato del tamburo usurato – giù in cantina tra un gatto e una rete per pescare i pesci di scogli,mentre il vento drizzava le palme degli ulivi più alti e storici,nelle terre della mia Puglia…questo a noi fa bene anche se siamo confine, ma non ci potranno toccare e non ci faranno morire perché siamo la luce ,il calore e il sale del mare.

Poi la sete del soffio, il pomeriggio di un villaggio,di un coro di voci perfette che non fanno mai male, vengono anche dal paese cantando verso la Basilica della radice,dentro i passi sicuri e un po’ lenti. Compagnie di persone ammucchiate tante erano serene,ma tante malate ..mentre il profumo dei fiori di nuvole controvento li coglieva negli occhi tra il rumore e il puzzo del treno che su gettava fumo di veleno,tra i binari che erano in rovina. Qui oggi la vita continua a girare lungo il cammino puro di un sole ,che cambia il colore delle piante,che riveste gli alberi di forme mature,di frutti acerbi che stanno assaggiando le nuove temperature dell’inverno lontano ,che li ha spogliati in miseria,dove i corvi dimorano nell’intera pianura… quì i giorni ci hanno segregati fatti  quasi sempre di sera.

Di Claudio Castriotta 

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Redazione

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