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L’attesa di un incomprensibile sogno “Così crudele”

L’attesa di un incomprensibile sogno cresciuto poco prima, sperato tanto quando immaginatomi di trovare in quel negozio di strumenti musicali a Foggia.Tanto da sospirarlo che una mattina la mamma mi disse di si, con il consenso del babbo che mi fece un cenno con la testa e poi con le parole :– Va bene ti compriamo la chitarra .

Il giorno seguente presi il treno per Foggia insieme a Gino, un mio amico musicista, ci recammo nel miglior negozio di musica della provincia di e non solo, di quegli anni. Emozionato solo nell’entrare in quelle enormi stanze, girando attorno a strumenti di ogni forma e ogni tipo, con svariati suoni che echeggiavano di un’atmosfera magica. Commosso con il mio amico esperto ci facemmo avanti e chiedemmo di una chitarra classica da studio, disse Gino, al maestro che aveva una certa età del negozio:– Un modello di buona stagionatura come legno che come acustica di suono, quando lui rispose :-Bene vediamo un po’ cosa ti posso far provare-Va bene questa Clarissa.

Gino la provò, suonando giri armonici con suono a corde pizzicate ed arpeggiate in un suono quasi pulito perché la chitarra era nuova e quindi andava accordata bene ma il mastro liutaio l’accordo per bene con un apparecchio idoneo. Poi il liutaio mi disse: – Dai adesso provala tu che sarai d’ora in poi il suo custode, risposi io: -Va bene, afferrai la chitarra seduto a una sedia, ed iniziai a suonare con gli occhi commossi, pensavo e suonavo, pensavo e ringraziavo,di aver finalmente realizzato un grande sogno in quell’attimo, i due di fronte a me parlavano ma io non li sentivo ero assorto nella mia musica, già pensavo a comporre le mie canzoni i miei testi abbandonati nei cassetti e sui diari che conservavo.

Fatto l’acquisto io e Gino salutammo il liutaio e ci avviammo verso la stazione per prendere il treno per Manfredonia. Appena arrivati ci sedemmo su una panchina sul sesto binario tronco sud,io contento con la mia chitarra col fodero color aviazione mentre Gino replicava: – Ottimo acquisto Claudio. Nel treno discutevamo delle lezioni e degli studi e metodi che dovevamo programmare in un minimo di tre volte a settimana ma a volte era compresa anche la domenica sicchè erano quattro. Quando lasciai e salutai Gino alla stazione campagna di Manfredonia, me ne tornai a casa dove trovai la mamma e il babbo ai quali all’istante aprii il fodero e gli feci vedere la nuovissima chitarra luccicante di zecca, anche loro commossi di sorrisi e di gioia più di me, mentre io con la chitarra gli feci ascoltare i miei nuovi arpeggi di novello chitarrista.

di Claudio Castriotta

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Redazione

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