Spettacolo Italia

Italia Teen Television: la storia del canale tra anime e serie TV

Nato su Sky il 30 settembre 2003 e chiuso il 1° gennaio 2006, Italia Teen Television (IT!) fu un laboratorio Mediaset per adolescenti.

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]

Italia Teen Television, stilizzato IT!, è uno di quei casi da archeologia televisiva che oggi sembrano impossibili: un canale Mediaset pensato per i teen, ospitato su Sky Italia, che per un breve periodo provò a fare una cosa controcorrente. Non “solo cartoni”, ma una grammatica completa: anime anche di nicchia, serie occidentali, recuperi anni ’80/’90 e, soprattutto, un’impalcatura di programmi autoprodotti che cucivano tutto insieme con un tono da college-sitcom.

Non fu un canale esclusivamente anime, eppure per molti appassionati lo è diventato di fatto: perché lì finirono titoli che altrove avevano poco spazio, perché certi passaggi furono vere “prime TV”, e perché IT! trattava l’animazione come un linguaggio adatto anche a chi non aveva più l’età di Bim Bum Bam, ma ne portava ancora addosso il DNA.

Lanciato il 30 settembre 2003, con un’idea editoriale rivolta ai 12–19 anni, IT! veniva descritto come canale tematico Mediaset con programmazione 24 ore su 24 e un investimento dichiarato importante per l’epoca. E poi, all’improvviso, la sparizione: chiusura dal 1° gennaio 2006 per la rescissione/ridefinizione dell’accordo tra Sky e Mediaset che portò allo stop anche di altri canali satellitari del gruppo. Da quel vuoto nasce la nostalgia. E dalla nostalgia, i racconti. Compreso quello – meravigliosamente “da forum” – della famosa sovrimpressione su Italia 1 che avrebbe annunciato un ritorno di ITT nell’autunno 2006, e delle richieste a gran voce nel vecchio forum di Italia 1 tra il 2006 e il 2007.

Nascita e identità: un canale Mediaset “in casa d’altri” (Sky)

IT! nasce dentro un contesto preciso: la prima era Sky Italia, appena formata dalla fusione TELE+ e Stream, e Mediaset sperimenta canali tematici satellitari. Italia Teen Television sostituisce Comedy Life e punta sugli adolescenti, con una struttura “contenitore” che ricorda la tradizione italiana dei programmi per ragazzi ma la sposta su un registro più teen, più musicale, più metropolitano. Il cuore di quella strategia è BandIT!, non solo come titolo ma come collante narrativo: una sorta di campus immaginario, con VJ/conduttori che introducono i programmi, fanno rubriche, interviste e siparietti. È un modo furbo per dare identità a un palinsesto che, altrimenti, sarebbe un semplice jukebox di repliche e acquisizioni, come poi fu Hiro tra il 2008 e il 2011 su Mediaset Premium.

Il palinsesto anime: serie spesso introvabili altrove

Dire “primo canale anime in Italia” è una formula che rende l’idea della percezione, ma va rifinita: IT! era un canale teen generalista, non un canale solo anime. Però, sul piano pratico, fece qualcosa che in quegli anni si vedeva poco: spalmare serie giapponesi in palinsesto con continuità e pescare anche titoli meno scontati.

Davvero numerose i cartoni vecchi e le novità esclusive che il canale Sky/Mediaset proprose in poco più di due anni: Yui – Ragazza virtuale tra ottobre e novembre 2003, e poi riproposto in chiaro successivamente su Italia 1. Webdiver il mese dopo con sigle originali giapponesi, prima del passaggio su Italia 1 nell’estate 2004 (in questo caso solo alcune puntate per poi essere interrotto). Da ricordare anche la prima visione di Let’s & Go – Sulle ali di un turbo ad aprile 2004. Accanto agli anime più “da ragazzi”, IT! rimise in circolo anche serie cult e recuperi che davano quella sensazione da videoteca notturna, e non è un caso che tanti ricordino l’emittente come più “curata” di esperimenti successivi. È un giudizio da fan, sì, ma ricorre spesso nelle testimonianze online.

I telefilm: sitcom e cult “da teen” tra repliche e recuperi

Accanto agli anime, IT! affiancò una componente live action fatta soprattutto di telefilm già noti al pubblico Mediaset, riproposti in chiave “teen” dentro un palinsesto pensato per un consumo quotidiano. Tra i titoli più rappresentativi spicca Beverly Hills 90210, che su IT! ebbe spazio in replica. Un’altra colonna della nostalgia televisiva riproposta su IT! fu Willy, il principe di Bel Air, già in passato replicata più volte su Italia 1. Non mancavano produzioni europee come Primi baci, già trasmessa diversi anni prima da Bim Bum Bam. Infine, nel filone più “fantastico” e leggero, IT! trasmise anche Cose dell’altro mondo (Out of This World). Serie statunitense di fine anni Ottanta, già trasmessa in Italia negli anni Novanta, Cose dell’altro mondo raccontava l’adolescenza di Evie Garland, ragazza per metà aliena capace di fermare il tempo, usando l’elemento fantascientifico come metafora leggera della crescita, dell’identità e del sentirsi “diversi”.

BandIT!: il “college” televisivo e i volti del canale

BandIT! è la chiave per capire IT! come oggetto televisivo e non solo come “canale dove davano gli anime”. BandIT! era ambientato sullo sfondo di un college immaginario, con sviluppo quasi da sit-com e contatto diretto col pubblico, con cinque giovanissimi conduttori come volti principali: Gabriella Capizzi, Sara Strambini, Jennifer Smith, Mirko Cattaneo, Dino Lanaro.

Mangaus: il quiz per otaku!

Se BandIT! era la cornice, Mangaus era uno dei simboli. Fu infatti uno degli show più celebri del canale, un quiz sul mondo dei manga/cartoon. Il vincitore riceveva un diplomino come esperto di tale materia. L’ultima puntata risulterebbe essere andata in onda il 25 dicembre 2005. Qui IT! fece un’operazione quasi profetica: trasformare la cultura otaku in gioco televisivo. Prima che diventasse normale vedere manga e anime trattati come patrimonio pop comune, IT! li metteva al centro di una ritualità “da quiz”, quindi partecipativa, quindi comunitaria.

IT! Generation, Dance IT!, Free Pass e gli altri

La documentazione disponibile concorda su una costellazione di autoproduzioni che, viste oggi, sembrano un tentativo di costruire una piccola MTV teen dentro Mediaset: IT! Generation come rotocalco e magazine, Dance IT! come discoteca virtuale, Free Pass più musicale, Music and Movie per incrociare cinema e canzoni, con in palinsesto anche repliche di format come Top of the Pops, già in onda su Raidue. Su IT! Generation abbiamo anche un indizio utile sui volti: un articolo d’epoca (2003) cita Valentina Melis e Viviana Vischi nel racconto del “mondo teen” fatto di trend, linguaggi, stili di vita e inchieste.

La chiusura di Italia Teen Television

La fine di IT! non è un mistero “romantico”, ma una conseguenza industriale molto concreta: la ridefinizione del rapporto tra Sky Italia e Mediaset, con la sospensione della fornitura dei canali a partire dal 1° gennaio 2006. Questo spiega una cosa fondamentale: IT! non chiude perché “non lo guardava nessuno” (almeno non abbiamo prove dirette di ascolti determinanti), ma perché era parte di un impianto contrattuale che cambia. Ed è esattamente il tipo di morte che genera nostalgie feroci: non finisce con un declino lento, finisce con un taglio.

Dopo IT!: dove sono finiti quegli anime

Dopo la chiusura, una parte dei titoli e dell’impostazione “teen animation” si disperde: alcuni contenuti migrano su Boing e Italia 1 (Gira il mondo principessa stellare ad esempio), altri passano su canali terzi o riemergono anni dopo in contesti diversi, come Hiro che trasmise Clamp Detective, Ririka SOS e A babdy and I già visti su IT!. E qui nasce anche il confronto con “eredi” più o meno dichiarati, come esperimenti successivi di Mediaset in pay tv o digitale, spesso percepiti dagli appassionati come meno identitari.

Curiosità e retroscena: la leggenda del “ritorno”

La storia ufficiale di Italia Teen Television è chiara e documentata: il canale tematico del gruppo Mediaset, pensato per adolescenti e appassionati di animazione, fu lanciato il 30 settembre 2003 e cessò le trasmissioni il 1° gennaio 2006 a causa dell’espirazione del contratto tra Mediaset e Sky Italia e della conseguente interruzione della presenza dei canali Mediaset sul bouquet satellitare. Questa dinamica non ha bisogno di interpretazioni leggendarie: è riportata in fonti enciclopediche e profili storici dell’emittente. Al di fuori dei dati ufficiali, tuttavia, l’esperienza di IT! ha generato una vera e propria narrazione partecipata tra appassionati, che oggi costituisce un interessante fenomeno di “memoria collettiva” basata sulla testimonianza diretta degli spettatori e sui post di community online.
Ad esempio, forse non tutti sanno che nell’autunno 2006, una domenica, durante la messa in onda mattutina di una puntata di Pippi Calzelunghe su Italia 1, sarebbe apparsa in sovrimpressione una comunicazione che annunciava il ritorno di Italia Teen Television. Sebbene questo episodio sia raccontato con dettagli vividi in alcune discussioni di comunità, non esiste oggi un riscontro documentale diretto — come screenshot verificabili, notizie d’agenzia dell’epoca o comunicati stampa — che confermi ufficialmente l’avvenuto annuncio. In termini metodologici, si tratta quindi di un esempio di ricordo comunitario legato alla nostalgia per un canale percepito come “collettivo”, piuttosto che di un fatto storicamente verificabile.

Analogamente, nel periodo successivo alla chiusura — tra il 2006 e il 2007 — le richieste di un ritorno di IT! erano frequenti nei forum dedicati ai cartoni animati e agli anime, soprattutto nella sezione “Anime” del defunto forum di Italia 1 e in altri spazi di fan community online. Queste conversazioni mostrano come, per una parte dell’audience, la scomparsa del canale non fosse semplicemente la fine di un’opzione di visione, ma piuttosto la perdita di un punto di riferimento culturale specifico. Anche in questo caso, però, non è possibile attestare che tali richieste abbiano portato a iniziative concrete da parte delle reti televisive.

Il valore di questi resoconti non sta tanto nel confermare un evento soggettivo, quanto nel ricostruire il clima emotivo del pubblico dell’epoca: un’audience che aveva associato a IT! una forma di identità condivisa, percepita come mancante dopo la chiusura ufficiale.



Cosa fanno oggi i protagonisti: tracce solide e zone d’ombra

Ricostruire “che fine hanno fatto” i volti di Italia Teen Television (IT!) significa muoversi su due binari: da un lato ci sono profili professionali e biografie abbastanza documentate; dall’altro esistono figure ricordate con chiarezza dagli spettatori, ma oggi difficili da agganciare a fonti pubbliche univoche, anche per via di omonimie e carriere proseguite lontano dai riflettori. Tra i volti simbolo di IT!, quello con la filmografia più ricostruibile è Dino Lanaro. A differenza di molti VJ dell’epoca, Lanaro ha continuato a lavorare con continuità e oggi racconta apertamente le sue tappe professionali: sul suo sito ufficiale compaiono titoli e contesti molto concreti, dalla Rai a format più recenti, e vengono citati (tra gli altri) Sì La Sol (Rai 1) agli inizi, e poi esperienze come Gamerland, Boing Ready Go, presenze in programmi Mediaset come Mattino 5, oltre a lavori di conduzione legati anche a QVC.

Molto documentata anche la traiettoria di Gabriella Capizzi. Successivamente alal sua esperienza su Italia Teen Television la si ritrova su programmi e canali diversi: The Box Game / Camerino virtuale (Italia 1, 2007/08), Solo Musica Italiana (Rai 2, 2008), lavori di conduzione per Tgcom (2010), rubriche su Sisal TV (2011) e apparizioni/ruoli su circuiti come Mediaset Premium (Premium Anteprima, 2011), oltre a conduzioni legate a Radio Italia TV (preshow “Radio Italia Live” indicato in più anni). Una scheda online arriva persino ad aggiornarla con un impegno recente in ambito Meteo Rai (2024/25).

Sul versante “IT! Generation”, la carriera più “tracciabile” è quella di Valentina Melis. Dopo l’avventura su IT! Valentina risulta essere approdata su E-News (con Edoardo Stoppa) e Shot’s Today (periodo indicato 2006–2008), poi rientra in area Mediaset: Camerino virtuale – The Box Game su Italia 1. In seguito, diventa inviata di Pianeta Mare su Rete 4 (2008–2010) e conduce gli Oscar del calcio 2010; viene inoltre citata come conduttrice di videochat su Mediaset.it/La5 in anni successivi.

Rguardo a Sara Strambini, c’è una fonte giornalistica locale che nel 2021 la inquadra come volto di SportItalia, chiamata dal direttore Michele Criscitiello per condurre una rubrica indicata come “A ruota libera”. Nello stesso articolo viene ricostruita una carriera precedente descritta come “ultraventennale”, con passaggi tra Mediaset e Sky, spot e programmi, e viene citato anche un transito verso format legati al gioco/casinò con una trasmissione chiamata “Roulette show live”, oltre a un programma musicale indicato come “Music Street”.

Arriviamo alla “zona grigia” più importante: Mirko Cattaneo e Jennifer Smith. Per Mirko, almeno un tassello verificabile oggi c’è: esiste un profilo professionale (tipo casting/agenzia) che lo accredita come host/presenter su “Italia teen television” (con indicazione di distribuzione Sky) e lo collega anche a una sitcom RTI/Mediaset su Rete 4 (“Mi serve un’idea”, 2006) come ruolo attoriale.

Riguardo a Jennipher Smith, non è stato possibile reperire informazioni aggiornate, dettagliate e univocamente verificabili sul suo percorso professionale successivo alla chiusura di IT!. Le ricerche condotte su archivi online, database televisivi, profili professionali e fonti giornalistiche non restituiscono un quadro certo che permetta di associare Jennifer Smith, senza rischio di omonimie o attribuzioni errate, a programmi, reti o progetti specifici negli anni successivi.

Si tratta di un caso emblematico della televisione tematica dei primi anni Duemila: figure molto presenti sullo schermo in un contesto ben definito, ma che, una volta conclusa quell’esperienza, scompaiono quasi completamente dalla documentazione pubblica, rendendo difficile una ricostruzione storica rigorosa.

Proprio questa lacuna documentaria contribuisce, paradossalmente, al mito di Italia Teen Television: un canale che ha lasciato un segno forte nella memoria del pubblico, pur avendo prodotto carriere che non sempre sono state archiviate o raccontate con la stessa attenzione riservata alla televisione generalista.

L’eredità di IT!: un canale generazionale per gli adolescenti di ieri

Per gli abbonati Sky dei primi anni Duemila, Italia Teen Television non è stato semplicemente un canale in più nel bouquet, ma un’esperienza generazionale. In un’epoca in cui la televisione lineare aveva ancora un ruolo centrale nella quotidianità degli adolescenti, IT! rappresentò per molti il primo spazio televisivo che parlava direttamente a loro, senza il filtro dell’infanzia né l’ironia distaccata dell’intrattenimento adulto. Era un canale da scoprire quasi per caso, zapping alla mano, ma una volta trovato diventava un punto fermo.

Per quella fascia di pubblico – oggi composta in gran parte da ex adolescenti prossimi ai quarant’anni – IT! fu una sorta di “territorio neutro”: non aveva il peso istituzionale delle reti generaliste né l’anima puramente musicale di MTV, ma un’identità ibrida che mescolava anime, telefilm, videoclip e conduzioni leggere. La sua forza stava proprio lì: nel dare continuità a un immaginario che molti spettatori avevano conosciuto da bambini su Italia 1, accompagnandoli però in una fase di crescita in cui l’animazione giapponese, il pop e la cultura teen assumevano nuovi significati.

IT! fu anche uno dei primi esempi di canale tematico vissuto come “spazio personale”, soprattutto per chi aveva accesso alla pay tv. Non tutti gli amici lo vedevano, non tutti i compagni di classe erano abbonati a Sky, e questo contribuì a creare un senso di appartenenza quasi clandestino: IT! come canale “scoperto”, non imposto. Oggi, nelle rievocazioni online, questa dimensione emerge con forza ed è uno dei motivi per cui il ricordo è così persistente.

La chiusura improvvisa, senza una vera fase di commiato, ha cristallizzato IT! nella memoria collettiva come un’esperienza incompiuta, durata troppo poco per diventare istituzione ma abbastanza a lungo da lasciare un segno. Ed è forse proprio per questo che, a distanza di vent’anni, il canale continua a essere citato, ricordato e rimpianto: non come una semplice realtà televisiva satellitare, ma come un frammento di adolescenza condivisa, legato a un’epoca in cui la tv non era ancora “on demand” e in cui crescere significava anche riconoscersi in un numero di canale sul telecomando.

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]