GarganodaScoprire: la mano del genio di Francesco Di Giorgio Martini nel castello di Monte Sant’Angelo?

LA “MANO” DEL GENIO DI FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI, NEL CASTELLO DI MONTE SANT’ANGELO?
Tra i luoghi più iconici di Monte Sant’Angelo, una città che vanta ben due siti UNESCO, spicca il castello normanno-svevo-angioino-aragonese. Questo monumento, con la sua denominazione complessa, riflette le intricate vicende storiche e architettoniche, profondamente legate all’evoluzione della città stessa.
In un prossimo documentario, esploreremo più a fondo queste vicende, ma in questo articolo ci concentreremo su un aspetto particolare: l’eventuale intervento di Francesco Di Giorgio Martini nella costruzione di alcune parti del castello.
Francesco Di Giorgio Martini, una figura poliedrica e di difficile definizione, ha lasciato un’impronta indelebile in vari campi. Nato a Siena, è stato architetto, teorico dell’architettura, pittore, ingegnere, scultore e medaglista. La sua formazione è stata influenzata da personalità straordinarie come Mariano Danniello Vanni, noto come l’Archimede di Siena, e Lorenzo Di Pietro, detto il Vecchietta.
Numerose opere architettoniche, sia militari che civili e religiose, sono attribuite a Francesco Di Giorgio Martini. Tra queste, la Rocca di San Leo, il Castello di Gallipoli, il Castello Aragonese di Taranto, la Rocca ubaldinesca di Sassocorvaro, le Mura di Jesi, il Palazzo Ducale di Gubbio e la Chiesa di San Sebastiano in Vallepiatta a Siena.


Si tratta di una figura dalle doti uniche, ammirata e ricercata un po’ ovunque nella sua epoca. Associare un fabbricato a Francesco Di Giorgio, in maniera diretta o indiretta, conferisce a esso un valore di maggiore prestigio. Motivo per il quale, alcune delle opere a lui attribuite, sono fonti di dibattito e discussioni, a causa della mancanza di documenti che attestino con chiarezza l’intervento del tanto agognato ingegnere senese.
La sua presenza in terre pugliesi e in generale nel Regno di Napoli è attestata sin dal 1479. La sua effettiva partecipazione ai lavori di fortificazione trova riscontro in documenti del 1491 e menzionata negli studi di Carlo Promis, di Speziale e di Bacile Di Castiglione, ma non tutti i suoi interventi trovano riscontri diretti nei documenti.
Carlo Promis, architetto e archeologo torinese, scrive quanto segue nel suo “VITA DI FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI”, pubblicato nel 1841:
“Che Francesco andasse in regno è certo dalla lettera seguente di ringraziamento: ma quanto tempo vi si soffermasse, e cosa vi facesse è ignoto.”
E ancora:
“Il soggiorno di Francesco in regno di Napoli, già prolungavasi oltre il convenuto, allorché la signoria che di lui abbisognava per le opere sue d’acqua e per le munizioni e difese proprie, gli scrisse in data del 7 luglio 1492.”
Sappiamo che di Giorgio visitò diverse zone della Puglia in compagnia del Duca di Calabria, che investì diverse risorse per poter beneficiare delle sue riconosciute e impareggiabili competenze in materia di architettura e ingegneria militare.
“Ma il Duca, al quale troppa fatica costato avea per ottenere il nostro ingegnere, e d’altronde assai bene adopravalo nelle molteplici e gravissime occorrenze sue, non era d’animo di dargli licenza, sinché non avesse compiuto i suoi incarichi: al Duca stesso perciò volgevasi il comune di Siena colla seguente lettera dell’11 settembre 1492.”
L’ingegnere doveva essere stato nel regno almeno fino a fine anno del 1492, poiché Promis riporta ancora:
“La Signoria scritto avea al Duca di Calabria onde lasciasse partire l’ingegnere, ed a questi il giorno 4 dicembre 1492…”
Quindi, la sua presenza in Puglia tra il 1491 e il 1493 è documentata da un fitto carteggio tra il duca di Calabria, la Signoria di Siena e il duca di Urbino.
Anche il Castello di Monte Sant’Angelo porta il segno del suo genio?
L’attuale aspetto del castello è in gran parte il risultato della ristrutturazione aragonese voluta proprio dal duca di Calabria Alfonso, per adattarlo alle esigenze difensive dell’epoca contro i continui attacchi dei Turchi. I lavori, conclusi nel 1493, includevano un nuovo progetto che prevedeva l’espansione verso est con la costruzione del torrione a “mandorla”.
Le caratteristiche di questo bastione, osservabile anche in altri suoi progetti come il Castello di Carovigno, e il metodo utilizzato per consolidare e rinnovare le strutture preesistenti, suggeriscono l’attribuzione del progetto a Francesco Di Giorgio Martini.
Questa attribuzione sembra essere supportata dalle analogie tipologiche con il rivellino di Fossombrone e altri castelli pugliesi dove l’architetto senese è intervenuto. Ulteriori indizi provengono dal ritrovamento del quaderno delle spese dei lavori di ristrutturazione del castello, che ha fornito nuovi elementi significativi che portano a supportare questa ipotesi.
Il castello di Monte Sant’Angelo, con la sua storia affascinante e le sue influenze architettoniche, continua a essere un simbolo della ricca eredità culturale della città.
Fotografie: A. GRANA, G. GRANA e G. BARRELLA.
Fonti:
– “Il Castello di Monte Sant’Angelo dai Normanni agli Aragonesi. La vicenda architettonica e la ricerca archeologica”, di M. D’Errico (Puglia Daunia – Rivista semestrale di cultura – ambiente e turismo).
– “1491: Luca Fancinelli e Francesco Di Giorgio a Napoli e in Abruzzo”, A. G. Giavarina (OPUS – Quaderno di Storia dell’Architettura e Restauro).
– “FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI. ROCCHE, CITTÀ, PAESAGGI”, a cura di B. Nazzaro e G. Villa (Atti del convegno nazionale di studio Siena, 2002).
– “VITA DI FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI, C. Promis (1841).