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Chapeau Manfredonia Calcio 1932, giustizia è fatta

Matteo Gentile
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Chapeau Manfredonia Calcio 1932, giustizia è fatta

In quattro esatti minuti è stata riscritta la storia del Manfredonia Calcio 1932, passata dall’inferno dei playout a quella della “quasi” matematica salvezza e quindi permanenza in quello che da tanti addetti ai lavori è definito un campionato semi professionistico.

Se a questo si aggiunge che l’obiettivo è stato quasi raggiunto nel difficile ed ostico girone H della serie D, con un investimento economico notoriamente e probabilmente tra i meno dispendiosi tra le società partecipanti, soprattutto tra lo scetticismo generale, tale traguardo assume, incontrovertibilmente, il valore di una grande impresa, equivalente a mio modesto parere ad una promozione tra i professionisti.

E’ una vittoria del gruppo, della umiltà, dei valori sportivi, della lealtà, della professionalità che hanno caratterizzato questo grande gruppo di calciatori, la cui peculiarità principale è stata quella di crederci, dopo le cocenti sconfitte di inizio campionato, compattarsi intorno al DS Livio Scuotto, al Mr Franco Cinque ed al vice Matteo Di Staso, al preparatore atletico Giuseppe Bianco e dei portieri Daniele Ranieri e remare a suon di sacrifici verso il traguardo che il patron Gianni Rotice aveva richiesto ad inizio campionato: la salvezza.

Un percorso irto di ostacoli, primi tra tutti, diversi inspiegabili torti arbitrali documentati che, in mancanza, avrebbero oggi significato almeno otto punti in classifica in più rispetto a quelli attuali.

A questo aggiungasi la beffa dei punti persi nella gara contro la Palmese, gara nella quale, il Manfredonia Calcio, può senza ombra di dubbio 0considersi parte lesa, non solo per aver sensibilmente e forse semplicisticamente aderito alle richieste locali di non proseguire la gara nel rispetto del tifoso locale colpito da malore ma ritrovandosi, suo malgrado ed a differenza della Palmese ad un passo dalle sabbie mobili dei playout.

Il calcio toglie il calcio rende ed oggi, ne abbiamo avuto la conferma senza che sia necessario scomodare il buon Dio che secondo i più avrebbe reso giustizia.

Una gara, quella giocata oggi contro il Casarano, tra le più difficili , se non fosse che la squadra salentina ha giocato con intensità e determinazione ogni pallone, centimetro per centimetro quadrato del sintetico del Miramare, inseguendo, l’obiettivo dei formali play off che probabilmente non segneranno alcuna promozione delle squadre vincitrici nella serie professionistica.

Un Casarano che va in goal in inferiorità numerica, gelando in attimo, il caldo clima del Miramare, con Paduano che in precedenza aveva compiuto due autentici miracoli.

Arrivano gli inserimenti illuminanti di Mr Cinque: Achik, De Vito, Orlando ed Esposito in campo: della serie ora o mai più. Al 90’ Babaj accorcia le distanze defibrillando il cuore con segnale elettrico piatto e qualche minuto dopo è il sontuoso Mirco Giacobbe, che segna il goal della vittoria che produce un boato avvertito sino alla centralissima piazza del Popolo.

Il resto è la grande festa della squadra e dirigenti sotto gli instancabili supporters della Gradinata Est ed a seguire un brindisi distensivo, calici alla mano e con il sottofondo di “So figlio unico” al “Cafè Des Artistes”. Ora testa all’ultima di campionato contro il Gravina e per il momento “Chapeau Manfredonia Calcio 1932”.

Antonio Castriotta

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Redazione

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