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C’era una volta a Manfredonia la gigantesca statua di San Lorenzo a cavallo…e un ciclone se la portò

“San Lorenzo Majorano, quante statue ti hanno dedicato?”. “Tre, figliola cara”, sembra rispondermi il santo patrono di Manfredonia mentre, con il braccio destro sollevato, tiene aperte le tre dita della mano.

Sfogliando la storia di Manfredonia si fanno spesso scoperte inedite e curiose. Ad esempio, chi mai lo avrebbe detto che l’attuale monumento equestre a Re Manfredi non è la prima grande statua dedicata ad un personaggio illustre di Manfredonia?

A quanto pare, infatti, nel Seicento ai piedi del Campanile, in pieno centro cittadino, vi era una gigantesca statua di San Lorenzo a cavallo. L’imponente monumento era stato voluto dall’Arcivescovo Vincenzo Maria Orsini (divenuto poi papa con il nome di Benedetto XIII), che nel 1677 fece erigere la massiccia torre campanaria di Manfredonia. E proprio lì accanto decise di rendere omaggio al decimo Arcivescovo di Manfredonia, nonché colui al quale è dovuta la nascita del culto di San Michele Arcangelo nel mondo, con un’enorme statua che lo ritraeva su un cavallo, proprio come nello stemma della città. In pratica, potremmo immaginare il monumento ormai scomparso come una copia (per grandezza e fattezze) del re Manfredi a cavallo eretto nel 2015 tra il castello e la spiaggia libera.

Che fine ha fatto questa statua? Secondo alcuni documenti storici, la statua equestre di San Lorenzo ebbe vita breve, addirittura meno di dieci anni. Pare, infatti, che fu distrutta nel 1686, appena nove anni dopo l’inaugurazione, da una terribile tempesta che colpì Manfredonia. Secondo lo storico sipontino dei primi del Novecento, Luigi Pascale, un ciclone colpì la città proprio il 7 febbraio, giorno di San Lorenzo, con una violenza tale che la statua cadde e fu trasportata via come fosse di paglia. Quel giorno la grandine e la pioggia fecero in città tantissimi e gravi danni e poiché negli anni successivi si verificarono nel mese di febbraio altri eventi atmosferici catastrofici, per molto tempo la gente attese con ansia e paura il 7 febbraio, temendo l’arrivo della ‘tempesta di San Lorenzo’.

Oltre alla statua equestre, che sparì nel nulla, un’altra statua era stata dedicata al santo e veniva venerata dai fedeli in cattedrale prima di quella attuale. Il simulacro nacque a seguito della donazione del Duca Ludovico, Signore di Monte Sant’Angelo, per le messe di suffragio in ricordo della moglie Margherita. Alla nascita del figlio, il Duca Ludovico aveva voluto una conca tutta d’oro da utilizzare come fonte battesimale ed un ricco servizio d’argento per il battesimo del figlio Carlo. Quando un mese dopo la moglie morì a seguito di un’infezione da parto, l’Arcivescovo di Manfredonia Pietro, su richiesta del Duca, fece fondere la conca d’oro per creare una statua dedicata a San Michele (che venne donata alla Basilica di Monte), mentre gli utensili d’argento furono fusi per realizzare una statua dedicata a San Lorenzo (che venne donata alla cattedrale di Manfredonia). La statua d’oro di San Michele venne poi nuovamente fusa per coniare monete, mentre la statua d’argento di San Lorenzo fu portata via dai turchi durante il sacco del 1620.

Ed infine, la terza statua, quella che ancora oggi ogni 7 febbraio viene vestita con i paramenti sacri in occasione della processione dedicata a San Lorenzo per le vie cittadine. Terza statua anche come disposizione, trovandosi nella terza nicchia a destra della cattedrale.

“San Lorenzo Majorano, quante statue hai detto che ti hanno dedicato?”. “Tre…”, fa con la mano. E con lo sguardo un po’ attonito sembra quasi voler sospirare un “…e questa speriamo che duri!”.

Maria Teresa Valente

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Redazione

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