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Al Referendum la Civilis vota sì

Il Referendum – No Triv serve per decidere se abolire il rinnovo delle concessioni estrattive di gas e petrolio per i giacimenti già in possesso entro le 12 miglia dalla costa italiana. Perché, la Legge di Stabilità 2016 esclude la possibilità di stipulare nuove concessioni entro il limite delle 12 miglia. Inoltre bisogna sapere che il referendum non cambierà nulla per quanto riguarda le trivellazioni sulla terraferma o in mare fuori dalle 12 miglia. A chiedere il referendum sono state 9 regioni: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise. Ma cosa vuole cambiare il referendum?

Se vince il , le concessioni già in possesso possono continuare ad operare fino alla scadenza naturale e una volta scaduto il termine non potranno più concedere rinnovi, anche se nei giacimenti ci fossero ancora materie prime da estrarre.

Se vince il NO, una volta scadute le concessioni le compagnie petrolifere hanno la possibilità di rinnovare i contratti. Bisogna precisare che il referendum riguarda soltanto 21 delle 66 concessioni estrattive marine presenti in Italia situate nelle 12 miglia.

Le ragioni del SÌ. Secondo la CIVILIS sostenitore del , il comma 239 dell’art. 1 della Legge di Stabilità sarebbe illegittimo. Infatti, una volta raggiunta la scadenza naturale di concessione, il rinnovo non sarebbe più a tempo determinato bensì fino all’esaurimento del giacimento. Una caratteristica, questa, contraria alle regole sulla libera concorrenza e che non rispetta le regole stabilite dall’UE, dove la durata dell’autorizzazione non dovrebbe superare “il periodo per portare a termine le attività per le quali essa è stata concessa”. Un’altra motivazione del , riguarda i pericoli ambientali, cioè non tanto i possibili danni causati da eventuali incidenti, ma anche i danni causati alla fauna marina. Per es. per ricercare ed estrarre gli idrocarburi viene utilizzata una tecnica chiamata air-gun, cioè vengono effettuati degli spari ad aria compressa che generano onde che leggono il sottosuolo. Un meccanismo che  causa lesioni e danni irreparabili ai cetacei e ad alcune specie di pesci, questa tecnica  provoca l’abbassamento della superficie del suolo. Votando Sì, si costringe il Governo a puntare su strade alternative , puntare sulle energie rinnovabili per salvaguardare l’ambiente, un campo in cui l’Italia è molto indietro rispetto agli altri Paesi. In base all’art. 75 della Costituzione, il referendum è considerato valido se votano la maggioranza degli aventi al diritto (50% più uno).

Ma è importante votare? Sì, perché il voto è democrazia! Perché siamo un popolo democratico, perché il potere è del popolo (democrazia dal greco: demos kratos). Perché votando esprimiamo la nostra volontà.  Il referendum è il principale strumento di democrazia diretta, attraverso il quale il cittadino esprime direttamente la propria volontà su un tema specifico. E la decisione presa dal Popolo Sovrano, cioè da noi, vincola il legislatore al rispetto della stessa. Il votare ai referendum certo non è un obbligo ma è un diritto-dovere civico, sociale e istituzionale, garantito dalla Costituzione. E allora, per senso delle istituzioni e per l’alto valore educativo della partecipazione, è importante che si  vota per i referendum e si esprima così il proprio parere che non può essere espresso con il non voto. Il “Non votare” non è utile né a se stessi  né al Paese.

 

Giuseppe Marasco

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