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“Abbiamo Bisogno di Scuole e di Maestri!” Il nuovo libro di Vito Saracino presentato presso la storica Libreria Laterza di Bari

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Ogni volta che abbiamo il piacere di incontrare il nostro concittadino Vito Saracino, siamo sempre felici di scoprire le novità che ci porta questo sipontino, con il cuore e la mente sempre in viaggio, ma che torna sempre volentieri a Manfredonia, nella sua casa/ufficio dove tutti gli spunti raccolti in giro per il mondo si trasformano in libri, saggi e articoli.

Il viaggio di ricerca di Vito Saracino a Chicago (Illinois)

È passato un anno dal suo esordio nel mondo dell’editoria internazionale con la pubblicazione del libro: “A Century of the Media in Italian-Albanian Cultural Relationships” per la casa editrice “Palgrave & MacMillan”. Il volume è stato acquistato in numerose biblioteche di tutto il mondo, dal Canada all’Australia, dalla Corea del Sud alla Danimarca.

Abbiamo trovato il libro di Vito nelle maggiori biblioteche di Australia e Canada

Un lavoro che ha portato il trentacinquenne ad essere considerato uno dei maggiori esperti di Storia sociale dei media per l’area dell’Adriatico e del Mediterraneo.

Gli abbiamo chiesto cosa è cambiato in questi 365 giorni e qual è la sua idea sul futuro della ricerca in Italia.

Parto dalla fine. Purtroppo, il futuro della ricerca in Italia non è roseo. Le risorse diminuiscono ogni anno e si rischia sempre di più una paralisi, se non addirittura una necrosi. Attualmente, solo un ricercatore su dieci, dopo aver concluso il dottorato e aver già svolto un assegno di ricerca, potrà rimanere stabilmente nell’università italiana. Quello che dico sempre è che la ricerca non è un passatempo o un hobby da praticare nel tempo libero, ma un lavoro immersivo e metodico che richiede tempo, continuità e serenità, tutti aspetti che purtroppo mancano nel nostro Paese, dove a 35 anni si è ancora considerati “giovani ricercatori”. Questa definizione mi sta molto stretta, perché basta superare i confini nazionali per essere considerato, a quest’età e dopo 10 anni di lavoro, un ricercatore “senior”. Devo ringraziare la Fondazione Gramsci di Puglia che da anni mi concede uno spazio di libertà che mi permette di coordinare progetti internazionali finanziati sia dal Ministero della Cultura che dalla Regione Puglia, ma posso garantire che è dura vivere “a progetto”: ogni volta che ne vinci uno, cosa che non è assolutamente semplice, devi già pensare alla successiva scadenza, spesso sacrificando giorni festivi e ore del giorno che dovrebbero essere dedicate a sé stessi e agli affetti. A causa dei budget limitati, mi ritrovo a ricoprire un ruolo ibrido: metà manager della cultura e metà ricercatore. Sono due lavori che mi gratificano, ma la vita è una sola e si preferirebbe svolgere solo una di queste due mansioni complesse.

Per questi motivi, per non lasciarmi sopraffare da pensieri cupi riguardo a un futuro precario, sfruttando la patente di credibilità internazionale che mi è valsa il mio libro pubblicato da Palgrave Macmillan, ho scelto di dedicare l’intero 2025 alla ricerca all’estero e alle pubblicazioni in altre lingue, soprattutto in inglese, ma anche in lingue “non convenzionali” come l’albanese e il rumeno.  Sempre in inglese, all’interno della prestigiosa rivista Journal of Modern Italian Studies edita da Routledge è contenuto il saggio: “The slow revival of linguistic and cultural relations between Italy and Albania during and after the Cold War” sui rapporti tormentati fra Italia e Albania durante la Guerra Fredda mentre in rumeno è uscito il saggio „Divorțul în stil italian”. Evoluția mass-media și a opiniei publice italiene pe tema „chestiunii căsătoriei”- su come il tema del divorzio si è evoluto nell’opinione pubblica italiana. È la seconda volta che pubblico in Romania per le edizioni del Museo Cotroceni di Bucarest, sede della presidenza della repubblica rumena e sono molto affezionato a questo lavoro perché all’interno dello stesso volume: “Modele Sociale, Economice si politice in Europa” sono presenti i saggi di due eccellenze manfredoniane che condividono con me questa passione per una ricerca in viaggio, Lorenzo Ferrazzano dell’Università di Salerno e Michele Basta dell’Università di Bari.

I ricercatori manfredoniani Michele Basta, Vito Saracino e Lorenzo Ferrazzano ospiti della Fondazione Europeana Titulescu a Bucarest (Romania)

I soggiorni di ricerca all’estero permettono di viaggiare, conoscere nuovi colleghi e buone pratiche organizzative da adottare, scoprire nuovi metodi e prassi e consultare nuove fonti archivistiche e documentarie edite ed inedite. Si pensa che in un mondo digitale muoversi possa essere superfluo, ma non è assolutamente così: la ricerca, a mio avviso si rafforza solo andando alla fonte originaria per ampliare le miriadi di tracce da scoprire.

Quest’estate ho ricevuto il riconoscimento più inaspettato: sono stato scelto come unico italiano a partecipare a un periodo di studi presso l’Università dell’Illinois presso il Russian, East European, and Eurasian Center (REEEC) e lo Slavic Reference Service (SRS) per sviluppare la mia nuova ricerca su Tele Capodistria, unico esempio di televisione italofona in un paese socialista come la Jugoslavia di Tito e che sopravvive tuttora nella nuova Slovenia.

Vito Saracino presso la Biblioteca dell’Università dell’Illinois

Prima di cimentarmi totalmente in questa nuova avventura, sono però tornato in Italia per concludere i miei ultimi dieci anni di ricerche sui rapporti tra Italia e Albania, pubblicando il libro “Abbiamo bisogno di scuole e maestri!”, il cui titolo è un’esortazione e una necessità sempre attuale.  Il mio “arrivederci” all’Albania è una ricostruzione sul sistema culturale e scolastico del Paese delle Aquile, ripercorrendo la storia della scuola albanese dall’impero ottomano ai giorni nostri. Ho scelto il mondo dell’istruzione perché gli studi sulla scuola sono un termometro importante per comprendere come si evolve una società e per omaggiare la figura degli insegnanti che da sempre sono dei protagonisti silenziosi e fondamentali nella vita di uno stato.

Gianluigi De Vito – Vito Saracino- Franca Pinto Minerva – Maria Buonarota alla libreria Laterza

Il libro in questione è stato presentato lo scorso 21 novembre presso la più nota e storica libreria di Bari, la Laterza nell’ambito delle attività del progetto: RES(e)T MED: RElazioni ESTerne e MEDiterranee: studi internazionali per una glocale della Fondazione Gramsci di Puglia. Presentare il proprio lavoro in uno dei luoghi più simbolici della cultura del Mezzogiorno è un grande riconoscimento per questo instancabile ricercatore dalle grandi passioni e che non si lascia scoraggiare dalle insidie del presente.

Accanto all’autore sono intervenuti Franca Pinto Minerva, professoressa emerita di Pedagogia generale dell’Università di Foggia e fondatrice dell’ateneo dauno e autrice della prefazione al libro  e Maria Buonarota, rappresentante dell’associazione delle donne italo-albanesi pugliesi Le Aquile di Seta. Il dialogo è stato moderato da Gianluigi De Vito, una delle penne più note del giornalismo pugliese e dottorando in Teaching & Learning Sciences.

“Abbiamo bisogno di scuole e di maestri!” Connessioni tra sistemi educativi e culturali fra Italia e Albania, è stato pubblicato dalla casa editrice di Chieti Solfanelli nella collana Micromegas diretta da uno dei maestri degli studi sulla televisione in Italia, il compianto Franco Ferrarotti. Questo libro è risultato vincitore della Quarta Edizione del Premio Vito Moretti 2024 e prossimamente, come l’opera precedente dell’autore sipontino, sarà ripubblicata in inglese da Palgrave & Macmillan per il mercato internazionale.

L’ultimo libro di Vito Saracino

Il volume rappresenta il risultato di un decennio di studi tra Italia e Albania dedicati ai legami storico-educativi che uniscono le due sponde dell’Adriatico. Dopo le precedenti opere di Saracino sul ruolo dei media nelle relazioni culturali italo-albanesi, qui l’autore amplia la prospettiva al campo educativo, offrendo una ricostruzione rigorosa delle trasformazioni del sistema scolastico albanese dall’Ottocento ai giorni nostri, con attenzione particolare all’importanza della lingua italiana nella formazione culturale nazionale. Dalle prime scuole ecclesiastiche fino ai progetti di cooperazione internazionale post-1991, il libro racconta l’istruzione come spazio di confronto, scambio e talvolta di conflitto tra le due culture.

“Abbiamo bisogno di scuole e di maestri!” si inserisce nel dibattito contemporaneo sulle politiche educative interculturali, sottolineando il ruolo della scuola come ponte tra società diverse e ribadendo l’importanza dell’educazione nella costruzione di una società inclusiva e dialogante. La presentazione presso la Libreria Laterza ha inaugurato simbolicamente la settimana delle festività laiche albanesi, che sono culminate con la Festa dell’Indipendenza e della Liberazione dal nazifascismo del 27 e 28 novembre.

Si spera che presto anche nella nostra città si possa assistere a un incontro con questo studioso sipontino, i cui lavori, pur trattando storie del passato, hanno un forte impatto sul presente complesso che stiamo vivendo. Chi è in grado di analizzare il passato, infatti, possiede il dono di offrire un contributo ideale e concreto anche per il futuro della nostra terra.

Ecco il link per l’acquisto dell libro -> https://www.amazon.it/ABBIAMO-BISOGNO-Connessioni-educativi-culturali/dp/8833056384

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