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A Roma e Bergamo riappare l’antica Siponto in due dipinti

C’era una volta una magnifica città di nome Siponto, fiorente e ricca di storia, che venne distrutta da un terribile terremoto otto secoli fa (1223). Ma com’era Siponto? Sì, lo so, ho scritto ‘magnifica’ ed è ciò che leggiamo sui libri. Immaginarla, però, è difficile.

Dopo il sacco dei turchi del 1620, purtroppo, gran parte della storia di Manfredonia, riprodotta in libri e dipinti, è andata smarrita poiché la città venne messa a ferro e fuoco. Se poi vi era qualcosa di particolarmente prezioso, i turchi pensarono bene di appropriarsene. Difficile, quindi, trovare raffigurazioni della nostra città antecedenti il Seicento. Figurarsi, dunque, immagini di Siponto!

Eppure, grazie a San Lorenzo, qualcosa c’è. Attenzione, la mia non voleva essere un’esclamazione del tipo ‘grazie a Dio’, che da buona manfredoniana ho declinato col nostro santo patrono. Quando ho scritto ‘grazie a San Lorenzo’, intendevo proprio dire che per via dell’importanza di questo arcivescovo sipontino, al quale apparve per la prima volta l’arcangelo Michele e che diede vita al culto micaelico in Europa, vi sono dipinti in cui gli si rende omaggio e di tanto in tanto, è possibile scoprire sullo sfondo proprio l’antica Siponto.

Due opere, in particolare, dedicate all’apparizione di San Michele, hanno catturato la mia attenzione: l’affresco nella basilica dei Santi Apostoli a Roma (segnalato sul blog Lettere Meridiane) e l’affresco nella chiesa di San Michele al Pozzo Bianco a Bergamo.

In entrambi gli affreschi, il tema è la storia risalente al V secolo d.C. del toro che sfugge ad un ricco allevatore di Siponto e si ferma dinanzi ad una grotta in cima alla montagna del Gargano (dove sorgerà Monte Sant’Angelo); l’allevatore gli scaglia contro una freccia che gli torna indietro e i sipontini, turbati, saliranno poi sulla montagna con l’allora arcivescovo San Lorenzo Maiorano a cui apparirà San Michele.

L’autore dell’affresco nella Capitale è Antoniazzo Romano, che lo realizzò negli anni 1464-1468. L’autore dell’affresco di Bergamo è Lucano da Imola, detto Gaggio, che lo dipinse nel 1550. Incredibilmente, l’antica Siponto torna dunque alla luce a secoli, ma soprattutto, a chilometri di distanza!

La raffigurazione di Siponto fatta da entrambi gli autori, che sono quasi contemporanei tra loro, è molto chiara e suggestiva.

Dunque, grazie a San Lorenzo (e ovviamente anche a San Michele!), sembra quasi di saltare virtualmente sulla DeLorean di ‘Ritorno al futuro’ e di fare un tuffo indietro nel tempo, accarezzando con lo sguardo la possente cinta muraria dell’antica Siponto, le torri, gli edifici maestosi e le guglie.

Ed ora sì che possiamo dire, senza ombra di dubbio: c’era una volta una ‘magnifica’ città di nome Siponto…

Maria Teresa Valente

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Redazione

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