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L’apparato musivo delle Chiese Paleocristiane Sipontine

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L’APPARATO MUSIVO DELLE CHIESE PALEOCRISTIANE SIPONTINE (L’AMARA STORIA DI TESORI  PERDUTI)

Come è noto, la Siponto  Antica conta una storia millenaria se si considera anche la protostoria che identifica l’insediamento  dei Dauni  di provenienza Illirica che si insediarono all’alba della Storia in quella che era, intorno al secondo millennio A.C. ,una immensa laguna . Le testimonianze di questa civiltà Dauna,che va dal II Millennio A.C. al V-VI Sec. A,C. sono quelle straordinarie Stele che sono un vero e proprio spaccato della vita di quel popolo.

 L’insabbiamento della Laguna, intorno al V-VI Sec. a.C. costrinse  i lagunari sipontini  a trasferirsi in luoghi più salubri,identificabili nell’insediamento rupestre di Capparelli, che in seguito diventerà una delle due necropoli ipogeica della Siponto Antica.

Saranno i Romani nel 184 -186 a.C.  che fonderanno una Colonia che  ebbe come primo motivo, la ritorsione nei confronti della Dauna Arpi per il suo comportamento antiromano,avendo tradito i romani aprendo le porte ad Annibale dopo la disfatta di Canne.

Da qui, in sintesi , Siponto entra nella Storia….

La città romana,ancora da ricognire, si sviluppava in un insediamento quadrangolare di circa 3,5 Km.di perimetro.

Resti di una villa extraurbana in località Mascherone e soprattutto delle due necropoli, quella di Capparelli, l’insediamento  più esteso dell’area Adriatica e, nella Siponto moderna, costruita sui resti di una vasta necropoli con gli ipogei Scoppa 1 e 2 ,di Santa Maria Regina sotto la chiesa parrocchiale e di altri individuati sotto il Museo Etnografico, sotto l’attuale  campo da tennis e di altre,tante, tombe sub divo ancora da scoprire nell’area della Pineta Sipontina.

Gli apparati musivi, finora individuati  testimoniano  la grandezza e la pregevolezza artistica  che ha permeato la storia e la cultura delle “varie Siponto”.

La maggior parte di essi sono concentrati  nell’area della Basilica di Santa Maria Maggiore  e percorrono storicamente un tempo che va dal periodo romano fino al VI secolo…

E’ noto che i primi scavi di Siponto sono iniziati verso la fine dell’ 800 quando casualmente da  un corpo ipogeico  che fungeva da pozzo, durante le opere di pulizia, venne alla luce un pilastrino di circa 2 metri di altezza recente una epigrafe  in latino che era una offerta a Diana Sipontina di un Liberto, tale Tramelius.

Si credette, quindi, che nei pressi ci potesse essere un tempio romano dedicato a Diana Sipontina.

Il pilastrino  fu portato al Museo Nazionale di Napoli dove tutt’ora si trova.

I primi scavi hanno portato alla luce , non un tempio pagano, ma i resti sovrapposti,con relativi mosaici, che vedremo,di tre edifici. (foto 1)

Quello più in basso era un ambiente di abitazione romana, un possibile impluvium, con un lacerto musivo  a tesserine bianche e grige  a forma triangolare (foto 2)

Sovrapposto a questo ambiente, una chiesa paleocristiana mononave,con abside ad est, attribuita al Vescovo Felice I  che  la dotò di una pavimentazione musiva a tessere bianche e grigie con motivi geometrici (cerchi, rombi,esagoni croci..) che interessavano anche le parti adiacenti. (foto 3).

Con l’arrivo nel VI Sec. del Vescovo Lorenzo, Siponto e la diocesi, assursero a ruolo di   grande importanza  divenendo, con  l’istituzione del culto micaelico a Monte s.Angelo,  un punto di riferimento   della Cultura,dell’Arte e della Religiosità.

Lorenzo ampliò la chiesa mononave di Felice , la rese a tre navate e costruì anche un Battistero dotandolo di straordinarie e preziose  opere d’arte la maggior parte andate perdute anche dalle continue depredazioni fatte dai Veneziani , (e da altri predatori) per portarle a San Marco in Venezia ma anche dall’incuria e dall’ignoranza.

Matteo Spinelli nella sua opera :  “Memorie Storiche dell’Antica e Moderna Siponto” riprendendo anche le notizie del Sarnelli :

“Del che contentissimi(per la città di Siponto data loro in pegno), i Venetiani profittarono assai dentro le rovine dell’antica cIttà e specialmente trasportarono un numero infinito di marmi pregiatissimi che scoprirono collo scavo, oltre di  qué che  presero dall’Antico Duomo  di Siponto che ne fu ricchissimo di marmi e cose preziose anche sin dalla sua edificazione e maggiormente per essere stato arricchito di cose rare  e qualificate da San Lorenzo Maiorano,X Vescovo Sipontino, che trasportandoli in Venetia, si adoperarono  per il maggior lustro della Chiesa Ducale di San Marco”.

Lorenzo fece anche  sovrapporre, sul pavimento musivo della chiesa di Felice, un nuovo pavimento  policromo , opera di valenti maestranze mosaiciste  costantinopolitane.

Di questa pavimentazione musiva policroma, negli anni ’70 furono recuperati solo alcuni frammenti che sono stati posti,insieme ad altri, sulla parete a sinistraall’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto attestandone la preziosità  e il valore artistico sublime.(foto , 7 e 8).

E dire che, come attestano alcune vecchie foto degli anni ’50, la maggior parte di questa meraviglia era ancora ‘in situ’-( foto 4,,4 bis, 5 e 6)

Non  nefu   dato  colpevolmente  il giusto valore e non si fece nulla per proteggerli sia dalle intemperie che dalle infestanti, specie la gramigna e per questo moltissime tessere sono state perdute.

Le foto in  bianco e nero  dell’epoca testimoniano  l’esistenza di quasi tutto l’apparato musivo “in situ”.

Un altro frammento musivo policromo (Scoppa 1,mos.)  personalmente l’ho ritrovato e salvato (ora di nuovo chiuso) all’interno dell’Ipogeo Scoppa 1 nella Pineta di Siponto, ipogeo che in realtà era una chiesa dedicata ai protomartiri Stefano e  Agata, attribuita i Lorenzo Maiorano e che ora è stata fatta letteralmente  tombare insieme all’altro meraviglioso Ipogeo : lo Scoppa 2.

Sono certo ,però, che come suo solito, l’Antica , Gloriosa Siponto, non mancherà di riservarci delle altre meravigliose sorprese.

Aldo Caroleo Siponto Dic.2025

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