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Sau, dal Manfredonia al Cagliari: 100 gol tra i “prof”

“Per la maglia passo, corro, faccio gol…”. Già, da ieri cento per l’esattezza per Marco “Pattolino” Sau, il bomber del Cagliari. Non poteva scegliere occasione migliore il numero 25 dei rossoblù per festeggiare il prestigioso traguardo. In un Sant’Elia tutto esaurito per il ritorno in serie A, il campioncino cresciuto in casa  ha  fatto impazzire di gioia i suoi tifosi alla rete del pari, portando a termine una rimonta sulla Roma ormai insperata.

Da Manfredonia a Cagliari, Lega Pro, serie B, serie A, non c’è categoria che possa fermare “Pattolino”. Il gol è un’arte che Sau ha coltivato fin da piccolo, nella sua Tonara, quando ancora l’amore per i colori rossoblù non era così forte come lo è adesso. Cresciuto nel mito di Gianfranco Zola, l’ammirazione per il campione di Oliena è tanta da spingere Marco a diventare un fan del Parma,  squadra in cui allora militava il “baronetto”. Oliena non dista tanto da Tonara, splendido paesino nel cuore della Barbagia, nota da sempre per il suo torrone e per i campanacci.

Sau ci mette poco ad innamorarsi del pallone e all’età di sette anni entra a far parte della squadra locale. Lo stadio comunale di “Su Nuratze”, teatro dei suoi primi calci con le scarpette borchiate, si trova poco fuori dal paese. Qui l’attaccante sardo costruisce il suo talento, giorno dopo giorno. Scuola, chiesa, campo d’allenamento: tutto a pochi passi, una realtà tranquilla, in cui crescere senza pressioni. E Marco lo fa nel migliore dei modi, diventando la stellina del Tonara.

“Pattolino”, nomignolo coniato dal cuginetto che non riusciva a chiamarlo “Marcolino”, a 14 anni si trasferisce per un breve periodo in Scozia, ospite di alcuni amici di famiglia, dove ha l’opportunità di allenarsi e di giocare con alcune squadre locali, tra le quali il Livingston. Ma resta solo tre mesi. E così, tra duri allenamenti e giornate noiose passate all’Istituto tecnico industriale “Antonio Gramsci”, è proprio a Tonara che esplode e si fa notare dagli osservatori del Cagliari. La chiamata arriva nel 2005, ma da qui inizia il solito giro per “fare le ossa”.

Trentaquattro gol in Lega Pro, tra Manfredonia, Lecco e Foggia e ventuno in B con la Juve Stabiaconvincono i sardi a dargli la grande opportunità. E’ solo nel 2012, dopo tanta gavetta, che Marco debutta e si consacra con i rossoblù. Tre stagioni in Serie A con 25 gol e l’esordio in Nazionale datato maggio 2013. Dopo un anno di B al di sotto delle aspettative, con 10 gol, Sau è pronto a riprendersi la scena nel paradiso dei campionati italiani. Secondo gol stagionale, dopo in quello in Coppa Italia, dove la punta dei sardi ha realizzato in totale nove gol. Adesso Marco non è più semplicemente la stellina del Tonara, ma uno degli attaccanti più conosciuti e temuti della serie A, orgoglio dei suoi concittadini e di tutta la Sardegna.

Basta farsi un giro per le stradine del paese e chiedere informazioni su di lui per strappare un sorriso e per rendersi conto che tutti lo ricordano con affetto. Hanno pure aperto un fan club per Sau, “anche se Marco non ci porta mai foto da esporre” ci disse il presidente, Gabriele Peddes, bacchettandolo un po’. A dire la verità fu l’unico che lo fece e il motivo ci venne presto svelato: quel signore può permetterselo perché è anche il suocero del bomber rossoblù. “Cagliari è la mia terra, è tutto per me” il messaggio d’amore più volte ripetuto da Marco.

E Adesso? Dopo il traguardo delle cento reti tra i professionisti a Tonara non vedono l’ora di festeggiare tanti altri gol di “Pattolino” e, chissà, magari anche un ritorno in Nazionale del loro concittadino più illustre, Sau “Meravigliao”.

tratto da gianlucadimarzio.com

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