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Santo Stefano: a Manfredonia le reliquie del primo Martire della storia cristiana?

Si festeggia oggi Santo Stefano, il primo martire della storia del Cristianesimo. Contemporaneo di Gesù, venne incaricato dagli Apostoli stessi a provvedere ai bisogni delle nuove comunità cristiane. Compito, questo, che Stefano svolse con ardente fede. Per essersi esposto così tanto, in un’poca in cui parlare di Dio era considerata blasfemia, nel 36 d.C. fu condotto con false testimonianze dinanzi al supremo consiglio dei giudei ed ucciso con lapidazione a furor di popolo.

Essendo stato il primo cristiano a morire per aver professato la sua fede religiosa, Santo Stefano viene ricordato il 26 dicembre per rendere simbolicamente la sua vicinanza con Gesù, nato appunto il 25 dicembre.

In occasione della consacrazione a vescovo di Siponto di Lorenzo Majorano nel 491 d.C., l’amato pupillo dell’imperatore romano d’Oriente Zenone, essendo per natura umile (nonostante prima di abbracciare il cristianesimo era stato addirittura scelto per diventare il successore dell’imperatore), decise di portare con sé a Siponto proprio le reliquie di Santo Stefano, insieme a quelle di Sant’Agata, che erano custodite nella chiesa di Costantinopoli.

Le reliquie di Santo Stefano furono da sempre considerate miracolosissime, a tal punto che Sant’Agostino attesta che, subito dopo il ritrovamento a Gerusalemme nel 415 del corpo, iniziarono a verificarsi dei miracoli nei suoi luoghi di culto anche solo al tocco delle sue reliquie e addirittura solo attraverso il contatto con la polvere della sua tomba.

San Lorenzo Majorano prese, dunque, un braccio di Santo Stefano e si mise in viaggio. La nave approdò in quella zona del golfo poi chiamata dello ‘Spuntone’ (dinanzi l’attuale Torre del Fico, in piazza Marconi). Appena sbarcato, eresse un altare all’aperto, sul quale depose le sacre reliquie di Santo Stefano e di Sant’Agata e pregò, rendendo grazie a Dio per il felice viaggio. Da qui avrebbe poi dovuto andare in processione fino a Siponto, ma compiuto il sacro rito, al cospetto del Duce Elvio Emanuele, del Senato e del popolo, non fu più possibile spostare da lì le reliquie. Il Vescovo Lorenzo decise allora di far costruire proprio in quel luogo un tempio dedicato ai martiri santo Stefano e sant’Agata.

Quando l’imperatore Zenone fu informato del prodigioso avvenimento e della volontà del ‘suo’ Lorenzo, mandò sul posto un ingegnere con navi cariche di denari e marmi pregiati per provvedere alla costruzione della chiesa che venne eretta fuori le mura dell’antica città di Siponto, ma che venne distrutta come Siponto nel terribile terremoto del 1223.

Le fondamenta della chiesa, secondo quanto raccontò lo storico Luigi Pascale, all’iniziò del Novecento erano ancora visibili fuori porta di Foggia (all’inizio di corso Manfredi, nei pressi di palazzo dei Celestini). Sui resti di questa grande e maestosa chiesa probabilmente nacque successivamente il convento dei Celestini, oggi sede dell’auditorium comunale e della biblioteca.

E la reliquia del primo martire della storia cristiana? Chissà che non si trovi ancora nascosta sottoterra, proprio come un prezioso tesoro, in attesa di essere riportata alla luce per nuovi e prodigiosi miracoli.

Maria Teresa Valente

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Redazione

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