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Quello scenario dell’autunno, era meglio di un libro sul banco

L’autunno ha sempre avuto il mare più bello, portava il clima del sereno, del piacere di vivere tra la gente che si soffermava tra le strade del centro a discutere della città.

Me le ricordo ancora quelle giornate di inizio ottobre, quei profumi dei cachi, delle castagne che odoravano la terra con il vento del mare, dell’uva, del mosto, del frantoio che impregnava la costa. I mercatini della Stazione e quello di Monticchio erano ricchi di frutta e verdura, di funghi che odoravano del momento migliore, di tanto pesce delle nostre coste che davano gioia alle acque, soprattutto quelle abbondanti pescate delle canocchie dette in dialetto “i cechèle”. Ricordo bene le grandi pescate che facevano rabbrividire i pescatori stessi quando tiravano quella reti strapiene.

Frequentavo le elementari quando tutte le mattine alle 7.00 in punto andavo allo scalo a portare la bottiglina piena di caffè al babbo che dalla notte era tornato con la barca, mi incantavo sempre di fronte a quello scenario meglio di un libro sul banco. Che autunni speciali erano quelli che oggi non esistono più e non torneranno mai più, ma quell’ odore, però, ancora lo sento ora, anche se, il territorio è cambiato lasciandosi dietro pezzi di memoria.

di Claudio Castriotta

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