Politica Italia

Primo Maggio, nulla da festeggiare

Anche quest’anno è arrivato il primo maggio,crediamo non ci sia nulla da festeggiare.La politica monetaria degli USA e della Germania,stampare carta moneta senza valore, ha dapprima drogato i mercati e dopo li ha distrutti. Celebrare il primo maggio ormai è quasi antistorico.

 

I traguardi raggiunti dai lavoratori da quando è nata l’epoca industriale si stanno assottigliando sempre più. Lo Statuto dei Lavoratori in Italia sta diventando un peso insopportabile ed i doveri stanno ormai avendo il sopravvento sui diritti. Del resto, in questa epoca di crisi, quello cui si mira da parte di governo e Confindustria è creare sì posti di lavoro ma anche avere sempre più la mano libera per fare e disfare contratti. Non sarebbe il caso di rivedere completamente la nostra visione del mondo e pensare ad un futuro in cui si lavori meno, per produrre beni realmente necessari, per guadagnare il minimo indispensabile ed acquistare appunto ciò che realmente necessita, quando non auspicabilmente produrlo in proprio? Anche se l’inps ci dice che le assunzioni aumentano, crollano pero’ i contratti stabili e di conseguenza c’è un boom di licenziamenti disciplinari. Nei primi due mesi del 2017 sono stati attivati 258.952 contratti a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni) con un calo del 12,7% sullo stesso periodo del 2016. Un altro dato interessante è quello che riguarda i licenziamenti disciplinari. Sempre nei primi due mesi del 2017, nelle aziende con più di 15 dipendenti, sono stati 5.347, in aumento del 30% rispetto ai 4.111 registrati nei primi due mesi del 2016 e del 64,9% rispetto ai primi due mesi del 2015. Ci sono poi i numeri relativi ai voucher, da poco cancellati. Ebbene, secondo i dati dell’Inps, a marzo 2017 c’è stata una vera e propria corsa all’acquisto dei buoni per il lavoro accessorio, in previsione della loro abolizione. Tra il 1˚ e il 17 marzo, data di entrata in vigore del decreto che li ha aboliti, sono stati venduti 10.526.569 voucher in linea con l’intero mese di marzo 2016 (10.922.770).

 

Le trasformazioni dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato sono risultate 60.000, con una riduzione rispetto allo stesso periodo del 2016 (-13,6%). Le cessazioni nel complesso sono state 689.000, in aumento rispetto all’anno precedente (+1,4%): a crescere sono le cessazioni di rapporti a termine (+9,1%) mentre quelle di rapporti a tempo indeterminato sono diminuite (-9,5%). I licenziamenti totali nei primi due mesi del 2017 di lavoratori assunti a tempo indeterminato sono stati 92.254, a fronte di 89.546 licenziamenti nello stesso periodo del 2016 (+3%) con un aumento sostenuto soprattutto per i licenziamenti disciplinari (giusta causa e giustificato motivo soggettivo) cresciuti del 15,3% da 10.107 a 11.656. Buon Jobs Act a tutti.

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Redazione

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