Pareggio in rimonta del Manfredonia contro il Brindisi

Pareggio in rimonta del Manfredonia contro il Brindisi
Nella penultima di campionato ed ultima allo stadio Miramare, arricchito per l’occasione da una ricca coreografia organizzata dai tifosi della gradinata est, il Manfredonia ottiene contro il Brindisi in rimonta, solo un deludente pareggio per 2 a 2 che lo condanna, alla disputa del play out.
Oltre alla splendida coreografia, uno striscione per ricordare la memoria di Mario Guerra, detto Mario U Nerie’, forte attaccante del Manfredonia Calcio degli anni 70′, autore di oltre 45 goal di pregevole fattura in uno dei Manfredonia più forti di sempre.
Tornando alla cronaca, per sperare nella salvezza diretta, partendo da quota 34 in classifica, l’auspicio era quello di ottenere due vittorie, la prima con il Brindisi e l’altra, quella di domenica prossima contro il Martina. Ci aveva creduto nella salvezza diretta il Patron Gianni Rotice, sino a qualche settimana fa’, avendo palesato il suo ottimismo, qualche settimana fa, come ospite alla nota trasmissione Super Mario Sport.
E d’altronde per onestà intellettuale, le previsioni statistiche e la media punti della squadra lasciavano intravedere questa possibilità.
A Palma si doveva vincere anche se non era impresa semplice al pari della gara con il Brindisi di ieri che invece ha segnato ancora un pareggio dopo essere stati in svantaggio di due reti in tutta la prima frazione di gioco.
Formazione inedita e scelte discutibili quelle operate da Mr Cinque nella delicatissima sfida contro il Brindisi.
In primis la scelta di mettere tra i pali il 2005 Scarpato, certamente collegata alla scelta di voler schierare De Luca (2004), tra i migliori in campo, poi sostituito e Mataj (2006) impiegato più come terzino che esterno d’attacco.
Con la defezione di Diambo, centrocampo affidato al duo Coppola Giacobbe, mentre Montinaro, avrebbe potuto essere di grande ausilio nella mediana.
Attacco inedito, forse primo esperimento stagionale, con la contemporaneità in campo di Carbonaro, Puzirevskis e Calemme, a cui si è aggiunto Caputo e da ultimo, tardivamente Iurilli che quanto meno ha cercato di velocizzare le giocate in avanti, rese obiettivamente rallentate dalla staticità e movimenti errati del lettone con Calemme dirottato da sinistra a destra per cercare la via del goal o l’assist vincente.
Nel gergo si dice che nel reparto offensivo del Manfredonia, gli attaccanti, si schiacciavano i piedi, con Carbonaro non a suo agio con il Lettone punta centrale.
Ed allora non era forse meglio richiamarlo in panchina e riequilibrare tatticamente la squadra, cercando la vittoria sino all’ultimo respiro? Questo soprattutto alla luce del fatto il Brindisi ha giocato in dieci per oltre 55 minuti, per l’espulsione di Rajkovic suo elemento più temibile, autore sia del goal del vantaggio che di una imperdonabile e gratuita condotta violente che ha determinato una frattura scomposta del setto nasale di Antonio Sepe.
Anche ieri, come in altre occasioni si è sbagliato l’approccio iniziale alla gara con il Manfredonia che ha cercato di ribaltarla nella seconda frazione di gioco. I play-out sono la diretta conseguenza, purtroppo, dei punti persi in casa, contro le dirette concorrenti alla salvezza: Ugento, Francavilla In Sinni e Brindisi per limitare il dato.
Tre vittorie casalinghe sarebbero significati 9 punti che sarebbero stati salvezza diretta o quasi ad una gara dal termine del campionato, quella di domenica contro il Martina. La speranza a questo punto è rimessa alla possibilità di poter disputare il play-out in casa e salvare una stagione che sta mettendo a dura prova il cuore dei tifosi biancocelesti.
Antonio Castriotta