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Movimento 5 Stelle Manfredonia: “Dossier su Energas”

La ditta ISOSAR, ora ENERGAS S.p.A. a fine anni 90, stimolata dai finanziamenti a fondo perduto del contratto d’area di Manfredonia Mattinata e Monte Sant’Angelo ha proposto un progetto per la realizzazione, nel comune di Manfredonia di un mega deposito di GPL da 60’000 m3 e di una condotta di circa 10 km in maggior parte sottomarina ed in parte a terra, l’attrezzamento del pontile di attracco A5 molo Alti Fondali e di un raccordo ferroviario di collegamento tra il deposito e la stazione FS di Frattarolo.
L’installazione del mega deposito di GPL è una speculazione sperimentale inopportuna e molto pericolosa sia per la sua entità che per la sua ubicazione. È una speculazione in quanto non è giustificata da esigenze nazionali visto che il GPL è destinato ad essere sostituito dal metano che è meno inquinante ed il governo ha dichiarato che non servono ulteriori scorte.
È sperimentale perché, un deposito così grande (il più grande d’europa), non è ancora stato realizzato da nessuna parte. Molti sono i dubbi tecnici su un così grande impianto come tanti sono i dubbi sulla gestione della sicurezza in caso di incidenti.
Il GPL non è più tra i combustibili di interesse nazionale, sia perché è più inquinante del metano sia perché non sono previste ulteriori scorte nazionali.
L’area su cui si vorrebbe installare il mega deposito è a forte valenza naturalistica.
Il tipo di attività è a rischio di incidente rilevante, la zona è sismica con presenza di più faglie molto vicine e i serbatoi sono lunghi più di 100 metri per cui in caso di terremoti sarebbero sollecitati da accelerazioni molto forti che potrebbero farli esplodere.
ITER Autorizzativo
La ditta Energas S.p.A., dopo aver presentato la proposta progettuale riceveva pareri contrari da tutti gli enti preposti: Commissione Tecnica regione VIA(CTR VIA), Regione Puglia, Ministero dell’Ambiente, Ministero beni Culturali.
La ditta ha impugnato dinanzi al TAR Puglia il citato decreto del Ministero dell’Ambiente e Dei Beni Culturali (DEC/VIA/5673 del 22-12-2000). Il TAR, con sentenza n.3456/2001 del 11-07-2001, ha accolto il ricorso, annullando il citato provvedimento ministeriale;
La Regione Puglia avverso tale sentenza, ha proposto appello al Consiglio di Stato.
Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso in parola con decisione n.3795/2002 del 16-07-2002;
La Regione Puglia ha quindi proposto un ricorso per revocazione della sentenza n. 3795/2002.
Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della Regione Puglia con decisione n.5499/2003 del 27-10-2003.

TIMELINE EVENTI
30/12/1996
La ditta ISOSAR chiede agevolazione finanziaria ai sensi della 488/92 con progetto
86694/97
Il Ministero dell’Industria Commercio e Artigianato gli assegna un contributo in conto
capitale di Lire 17’514’420’000
10/11/1999 ISOSAR presenta il progetto e chiede parere via VIA al MIBACT
ISOSAR effettua pubblicazioni su quotidiani “La Stampa” e “Regione”
27/01/2000 MIBACT esprime parere NEGATIVO
27/09/2000 La Regione Puglia esprime Parere NEGATIVO
21/12/2000 Ministero Ambiente e Ministero Beni e att. Culturali esprimono giudizio NEGATIVO
11/07/2001
Su ricorso ISOSAR il TAR Puglia (Sent.3456/01) annulla il decreto di compatibilità ambientale
del Ministero
16/07/2002 La Regione Puglia ricorre al Consiglio di Stato per la ricusazione della sentenza del TAR Puglia
27/10/2003
Il Consiglio di Stato respinge il ricorso della Regione Puglia confermando la sentenza del TAR
Puglia n.3456/01
22/12/2004 Il CTR VIA esprime parere favorevole con 43 prescrizioni
10/11/2014 Il MIBACT esprime parere istruttorio favorevole con prescrizioni
05/06/2015 La Regione Puglia esprime parere favorevole condizionato
17/09/2015 Deliberazione del Consiglio Comunale sulla interpretazione legittima dell’Art.44 delle NTA
17/09/2015 Approvazione in Consiglio Comunale della Mozione di contrarietà all’insediamento di ENERGAS
06/11/2015 Il Vice presidente della Camera i On.le Di Maio a Manfredonia manifesta la sua contrarietà
22/12/2015 Il MATT esprime la compatibilità ambientale subordinato
13/11/2016 Referendum consultivo su insediamento Energas
Nel frattempo la ditta Energas ha diffidato il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio a dare esecuzione alla sentenza del TAR Puglia n.3456/01 dell’11-07-2001, confermata
con sentenza n.3975/2002 del 12-02-2002 dal Consiglio di Stato sez. VI;
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, sentito il proprio Ufficio Legislativo (nota
n. UL/2002/7766 DEL 15-10-2002), per ottemperare alla sentenza n. 3456/01 del TAR Puglia, ha
chiesto una nuova istruttoria necessaria all’emanazione di una nuova pronuncia VIA nel rispetto
delle procedure previste dall’articolo 6 della legge n. 34986 e del D.P.C.M. del 27-12-1988.
La ditta presenta nuova istanza e gli stessi enti che in prima istanza avevano espresso parere
negativo si pronunciano con pareri positivi ma con numerose prescrizioni e condizioni cui la
ditta dovrà adeguarsi presentando le dovute integrazioni.
Per semplificazione di esposizione non si riportano tutte le prescrizioni cui si rimanda il lettore al
dossier completo.

Gli aspetti più significativi della vicenda sono i seguenti:
1) Il Mega deposito di GPL da 60’000 m3 è un impianto a rischi di incidente rilevante ed è carente di una valutazione dei rischi esterni alla attività (ricade nella direttiva SEVESO 3);
2) Il mega deposito si trova a circa 10 km dall’aeroporto militare di Amendola che è strategico per la difesa nazionale. Tale aeroporto, oltre ad essere vicino al deposito si troverebbe tra la Strada statale 89 e la ferrovia Manfredonia Foggia. Vie queste che vedrebbero un numero elevato di autocisterne e ferro cisterne cariche di gas GPL. Un traffico da 300’000 tonnellate. Questo significa una altissima probabilità di incidenti tipo quello avvenuto a Bologna. È da tenere presente che il traffico su gomma è molto intenso sulla SS89 in quanto la ferrovia non può servire i comuni montani di San Giovanni Rotondo, Monte Sant’Angelo e Vieste e Mattinata. In caso di incidente il numero di vittime sarebbe altissimo ed il rischio di conseguenze sull’aeroporto sarebbe disastroso oltre a rappresentare una criticità per l’aeroporto in caso di attentati o scenari bellici.
3) Il GPL non è l’unica sostanza pericolosa trattata dal deposito. Infatti nello stesso impianto vengono usati gli etil mercaptani che sono gli odorizzanti. Tali sostanze sono altamente tossiche per gli ambienti acquatici, tanto che la loro scheda di sicurezza vieta l’uso dell’acqua per lo spegnimento in caso di incendio. Allora i vigili del fuoco in caso di incidente cosa devono usare? Se usano acqua inquinano irreparabilmente la falda. Inoltre, siccome il nostro territorio è carsico in caso di infiltrazione in falda sarebbe pregiudicata tutta l’area naturalistica delle Paludi Sipontine per un tempo indefinito.
4) L’area su cui si dovrebbe realizzare il deposito, oltre ad una valenza naturalistica è di interesse archeologico. Le perforazioni per la posa della condotta saranno effettuate mediante trivellazione orizzontale e quindi non si capisce come la soprintendenza possa effettuare la vigilanza.
5)
Il Vice Presidente della Camera dei Deputati, On.le Luigi DI MAIO, in data 6 novembre 2015 si recò a Manfredonia per manifestare anche la sua di contrarietà al progetto del mega deposito di GPL.
L’On.le ritornò a Manfredonia il 7 novembre 2016, e ribadendo la sua contrarietà al mega deposito di GPL, presentò una diffida congiunta con il Deputato Luca FRUSONE, le Consigliere Regionali Rosa BARONE e Antonella LARICCHIA.
A seguito della diffida presentata dal Vice presidente della Camera dei Deputati On.le Luigi DI MAIO, la Commissione Tecnica Regionale della Puglia in data10/11/2015 si riunì per esaminare tale diffida e pronunciarsi sul Nulla Osta di Fattibilità (NOF).
Occorre evidenziare che il progetto nel suo complesso, in relazione alle conclusioni del CTR e di quelle esposte sin ora è:
4
• farraginoso;
• incompleto;
• è stato redatto con superficialità in relazione ai rischi conseguenti;
• Non sono stati presi in considerazione i rischi circa l’uso dei prodotti odorizzanti (tipo, etil mercaptano ) che è una sostanza tossica molto pericolosa per gli ambienti acquatici.
CONTRASTO CON LE NORME URBANISTICHE
In ultimo è da ricordare che il vigente strumento urbanistico generale (PRG) del Comune di Manfredonia, recependo in toto la disciplina relativa all’insula D49, all’art. 44 delle N.T.A. ha ribadito la possibilità di insediare all’interno dell’insula D3E (ex D49 – D46 e PIP) solo “complessi industriali di tipo non inquinante”. L’intervento della ditta ENERGAS S.p.A. per quanto già esplicitato risulta essere inquinante e pericoloso.
Già in passato Manfredonia ha subito simili sfregi. A fine anni sessanta, dopo grandi campagne politiche, si è insediato il petrolchimico “ANIC” non senza resistenza da parte della popolazione.
Il 26 settembre 1976, una tranquilla domenica mattina si trasformò in un inferno per decine di operai dell’Anic Enichem Agricoltura e migliaia di cittadini di Manfredonia. Una ventina di tonnellate di anidride arseniosa si riversarono su Manfredonia a causa dell’esplosione della colonna di decarbonatazione dell’urea del petrolchimico, costruito a soli un chilometro dal centro abitato, con conseguenze disastrose, dovute all’arsenico sprigionatosi nell’aria e che, migliaia di cittadini respirarono per diversi mesi e per il quale, ancora oggi ne subiamo le conseguenze.
Dal 1989 il territorio di Manfredonia è catalogato come “area ad alto rischio di crisi ambientale”. Il Comune è stato inserito tra i “siti di bonifica di interesse nazionale” (SIN) perché contaminato da benzene, toluene, xilene, arsenico, caprolattame, mercurio, piombo e azoto ammoniacale. Grazie a uno studio epidemiologico, condotto nel 2015 dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR e dell’Asl di Foggia dagli anni duemila, sappiamo che nella nostra città c’è una frequenza maggiore di decessi sulla media regionale, dovuto al tumore adenocarcinoma polmonare e altri tumori collegati. Quindi Manfredonia ha già subito uno sfregio in ambito ambientale e sanitario, la partecipazione in massa al referendum ha chiarito senza ombra di dubbio lo stato d’animo dei cittadini: Mai più.
Solo dopo circa 20 anni dal suo insediamento, a fine anni ottanta, vengono fuori le conseguenze di un tale intervento industriale, con la scoperta di un notevole incremento di tumori nella popolazione e negli impiegati del petrolchimico e ancor più nella scoperta di discariche di rifiuti tossici occulte la cui bonifica, tra molte ombre, oggi non è ancora conclusa.
La città è pronta a reagire ad un eventuale insediamento di tale deposito e le associazioni stante l’imminente incontro presso il MISE per il rilascio della autorizzazione si sono attivate allertando la popolazione.

Movimento 5 Stelle Manfredonia

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