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Maturità a 64 anni per una promessa alla moglie morta di Covid. La storia di Vincenzo

Quando c’è di mezzo la conoscenza, la voglia di imparare e i sogni, l’età è solamente un limite numerico, anagrafico. È questo quello che insegna la storia di Vincenzo Lifrieri, 64 anni, nativo di Spazzano Albanese (in provincia di Cosenza), che questa mattina ha sostenuto a Salerno la prima prova di italiano agli esami di maturità. La notizia, raccontata dal quotidiano Il Mattino, ha fatto il giro del web. 

Vincenzo, nonno da sei anni e padre di due figli, ha raccontato che la scelta di maturarsi è legata a più storie. Di mestiere giardiniere, Vincenzo abbandonò la scuola al quarto superiore, quando decise ben 45 anni fa di non presentarsi al quinto anno dell’indirizzo per ragionieri. Voleva lavorare subito e si accontentò della sua qualifica triennale. La voglia di concludere il suo percorso di studi che in gioventù non era riuscito a finire è arrivata per una scommessa con sua moglie, Tina Lanzara. Così, dall’anno scolastico 2019/2020 Vincenzo si è iscritto all’istituto geometra. Quella promessa a sua moglie, però, oggi assume un valore doppio. La signora Tina è morta il 21 gennaio 2021 per Covid. La sua promessa oggi si è verificata: la maturità in suo onore. 

Stamattina alle 8 in punto, Vincenzo si è presentato alla scuola superiore di Mercatello per rispettare quella promessa. Oggi, in questo primo giorno di prove, il diploma è sempre più vicino e lo dedicherà a lei. “Da pianista guadagnavo anche 3 milioni di lire al mese, mi sono tolto belle soddisfazioni”, ha raccontato al Mattino. “Ma in fondo mi è sempre mancato qualcosa: non ho mai accettato di aver abbandonato la scuola. Ho deciso di cambiare corso di studio, nonostante avessi una formazione da ragioniere. È stato un modo per mettermi doppiamente in discussione. Oggi posso dire di aver chiuso i conti col mio passato”. 

Il preside Emiliano Barbuto ha plaudito il coraggio e la tenacia di Vincenzo. “Non è mai troppo tardi per maturare competenze e reinserirsi nel mondo economico e produttivo della società, per essere nuovamente cittadini attivi e partecipare allo sviluppo della società civile. Questa storia insegna che è possibile sempre nella vita riqualificare il proprio titolo di studio e riprendere in mano il proprio futuro. A 64 anni non ci si può sentire finiti”.

Vincenzo, per questa prima prova, ha scelto il tema dedicato al Covid. “Ho fatto il tema sul Covid ma non ho parlato di mia moglie. Sarebbe stato troppo doloroso ricordare quei giorni e ho preferito non personalizzare. Credo che sia andata bene“. Domani la prova di progettazione, mentre il 1 luglio gli orali. “Al solo pensiero che finisce già mi dispiace“, ha dichiarato al Corriere. Mentre sul futuro, Vincenzo crede di proseguire gli studi. “Avrei intenzione di iscrivermi all’università, forse Lingue e letterature straniere, oppure ingegneria”.

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