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Mare tutto l’anno, ma strutture da smontare

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Il problema del di­vieto di balneazione è stato ri­solto. Ma resta quello delle strutture dei lidi, che per legge devono essere amovibili e che però i gestori chiedono di poter mantenere tutto l’anno fino alla scadenza della concessione de­maniale. Una richiesta ribadita soprattutto ora che, con la nuova ordinanza balneare, la Re­gione ha ufficialmente dichia­rato che la stagione dura 12 me­si.

 

Si tratta di un problema ur­banistico, perché i Comuni ri­lasciano il nulla osta al man­tenimento previo parere pae­saggistico della. Soprintenden­za. Ma a dispetto di tutti gli accordi (l’ultimo è quello di ot­tobre scorso con la Prefettura di Lecce), il ministero dei Beni culturali dice quasi sempre «no». E così i gestori sono co­stretti a rivolgersi al Tar. Negli ultimi due anni i giudici am­ministrativi di Lecce hanno spesso annullato i dinieghi, quando hanno ritenuto che le motivazioni paesaggistiche fos­sero immotivate. Ma non sem­pre: ci sono anche casi (un lido di Pescoluse) in cui i giudici, pur avendo sospeso il «no» in sede cautelare, lo hanno poi confermato in sede di merito quando la presenza di strutture (non fisse, ma permanenti) ri­sulta in contrasto con le pre­visioni del Piano paesaggistico.

 

Il tema andava insomma af­frontato in sede di approvazio­ne del nuovo Pptr; che nelle aree di rispetto di molte marine con­sente di realizzare strutture  «facilmente rimovibili» ma non in modo permanente. E quindi c’è un paradosso: se la stagione balneare dura 12 mesi, anche il lido dovrebbe poter essere man­tenuto per 12 mesi. Ma i Co­muni continuano a dire di no. L’assessore al Demanio, Raf­faele Piemontese, ha promesso che chiederà alla Soprintenden­za di aprire un tavolo tec­nico, anche perché la legge regionale 17/2015 già prevede la possibilità di mantenere i lidi tutto l’anno. I gestori, oltre che una questione turistica, ne fan­no un problema economico: smontare e rimontare ogni, anno comporta costi non indiffe­renti. E soprattutto,dicono, trattandosi quasi sempre di strutture in legno l’impatto sull’ambiente è abba­stanza ridotto.

 

La questione è di­ventata anche argomento di polemica po­litica, proprio all’indo­mani dell’emanazione della nuova ordinanza che ha eliminato il di­vieto dì balneazione fuori dal periodo obbli­gatorio di apertura. Giovedì, in commissione Ambiente e Svi­luppo economico, e stata convocata l’audi­zione degli operatori del settore. «Finalmen­te – dice il consigliere regionale Giandiego Gatta (Fi) avremo mo­do di fare chiarezza ­sulle criticità della sta­gione balneare pugliese, solle­vate dagli operatori e smentite dalla giunta regionale». Gatta chiede di «fare chiarezza» sugli effetti dell’ordinanza balneare, che «ha provocato numerosi disagi al settore, segnalati dagli operatori. Ci sono divieti e in­combenze perniciosi per l’eco­nomia turistica che cozzano con l’annuncio del presidente Emiliano sulla “stagione bal­neare tutto l’anno”. Il mare balneare è uno strumento di straordinario appeal turistico, e va salvaguar­data la fruibilità delle spiagge e dei lidi».

 

tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno

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