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Manfredonia – Siponto: “Il turismo che muore”

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Manfredonia – Siponto: “Il turismo che muore”

MANFREDONIA:
IL TURISMO CHE MUORE 

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 Estate di degrado, silenzi e occasioni tradite e tutto accade in un solo mese.

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Giro giro tondo,
casca il mondo,
casca la terra… tutti giù per terra.

Non è solo una filastrocca per bambini. È la metafora perfetta dell’estate 2025 a Manfredonia: un’estate caduta rovinosamente sotto il peso dell’abbandono e dei disservizi.

Quella che doveva essere la stagione del rilancio si è trasformata nell’ennesimo bollettino di guerra per il turismo locale: mare vietato, ospedale al collasso, città sporca, atti vandalici, eventi fantasma e sagre sparite nel nulla.
Tutto porta a una drammatica verità: il turismo non è in crisi…
È in stato di abbandono 

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📍

Chi arriva a Manfredonia oggi trova caos, degrado e desolazione.

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Perfino il semaforo principale della Porta del Gargano snodo fondamentale tra Siponto e il centro città è spento da una eternità, simbolo silenzioso di una città che non accoglie, ma respinge.

💩

Come se non bastasse, l’estate è cominciata con l’ennesima emergenza fognaria: la rottura della condotta ha costretto il Comune a vietare la balneazione su tutta la costa di Siponto.

❤️‍🩹

Proprio nel cuore della stagione.

⭕️

 E nella stessa serata, mentre i liquami finivano in mare, il Lungomare del Sole veniva chiuso con transenne per un evento mal gestito, bloccando l’unica arteria di comunicazione, solo danni incalcolabili per chi lavora con il turismo.

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 Ma si chiede come sia possibile bloccare in modo così pesante tutte le arterie principali che portano alla città ed al mare? Chi gestisce la viabilità senza nessuna barriera morale?

🚑

 Nel frattempo, il Pronto Soccorso dell’ospedale San Camillo De Lellis è diventato il simbolo di un sistema sanitario al collasso: niente climatizzazione, reparti non funzionanti, ecografi assenti, interventi sospesi, liste d’attesa infinite.
In piena estate, con la popolazione che raddoppia, l’unico presidio sanitario della città è tecnicamente inutilizzabile. Chi ha bisogno di cure è costretto a fuggire altrove.

🤫

 E la Regione? Assente.

😶

Le istituzioni? Mute.

Il quadro è grottesco: le stesse forze politiche che condividono la responsabilità del disastro si rimpallano le colpe a suon di comunicati, dimenticando di essere parte dello stesso governo cittadino.
Se fosse una commedia, non farebbe neanche ridere.
Ma qui, purtroppo, il copione è reale.
Ma gli aspetti di degrado sono molteplici, la città è sporca, cestini traboccanti,
marciapiedi sudici,
rifiuti ovunque.

🤮

Il decoro urbano è ai minimi storici, e non si è visto alcun piano straordinario per affrontare il picco estivo. Ma un turismo serio non può esistere nel degrado.
E infatti, non esiste.

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Ormai è l’assedio anche nelle strade, dove diverse auto sono state incendiate in pochi giorni, alcune a pochi passi dal Commissariato.
Un episodio che si somma a una lunga serie di atti vandalici.
La percezione della cittadinanza è chiara: l’insicurezza è ormai parte integrante del paesaggio urbano ed anche i furti sono all’ordine del giorno.

📌

 Il 5 e 6 luglio, lo Sporting Club di Siponto ha ospitato l’Apulia Short Film Contest, una rassegna culturale di alto profilo. L’evento sarebbe dovuto essere annullato per furto delle attrezzature nella notte, mentre in città bruciavano le auto.
Grazie all’iniziativa di semplici cittadini, l’evento è stato salvato. Una lezione per tutti: la cultura resiste non grazie alle istituzioni, (che nulla hanno fatto), ma grazie a chi prova ancora a credere in questa città

Mentre i comuni vicini offrono cartelloni culturali fino a settembre, a Manfredonia regna il silenzio. Niente eventi di richiamo, niente turismo culturale, solo promesse svanite nel nulla.

❗️

Le sagre estive annunciate con entusiasmo da svolgersi da giugno ad ottobre sono scomparse già a giugno.

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Le strutture smontate, la pubblicità radio ancora in giro, cartelloni ancora appesi, ma i cancelli chiusi. Domanda inevitabile:
Cosa è accaduto? Mancanza di autorizzazioni? 

⚠️

 Presumibilmente le sagre erano un contenitore vuoto e senza le giuste regole.

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 Ma la domanda sorge spontanea com’è stato possibile patrocinare eventi privi dei minimi requisiti per esistere?
E tutto questo sempre a danno di operatori che quotidianamente cercano di riprendersi il loro posto in una città che ormai li vede soggetti di un Dio minore.

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 Nessuna risposta. Nessuna trasparenza. Solo l’ennesimo danno d’immagine e truffa morale e sarebbe lecito conoscere se sia anche materiale.

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 E infine, il “grande sforzo ufficiale”: IL MANFREDONIA FESTIVAL 

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Un contenitore vuoto, senza visione né identità.

🪭

Eventi scollegati, senza valore culturale né attrattività turistica, senza visione né identità che vedrà esclusivamente una minima partecipazione per la maggior parte degli eventi, senza alcun richiamo di turisti esterni

💰

Ma a fronte di questo vuoto, l’esborso economico per organizzarli è altissimo, con fondi pubblici impiegati per un cartellone che non porta turismo, non genera economia, non lascia nulla alla città, né ricordi né economia turistica.

🤑

Una vetrina finta, pagata a caro prezzo

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 Solo una narrazione vuota, buona per qualche post social, ma priva di contenuti

🩵

Manfredonia non è priva di potenzialità.

🆘

 È priva di gestione.

Il turismo non è un cartellone o un post su Facebook: è un ecosistema che funziona solo se lo fanno anche i servizi, la viabilità, la sanità, la sicurezza, il decoro urbano.

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 Solo i droni dall’alto riescono ancora a raccontare una Manfredonia turistica data la sua immensa bellezza. Ma è un’illusione da cartolina.
Perché appena si atterra, la realtà ti schiaffeggia.
Le immagini volano, ma la città resta inchiodata al suo declino

⁉️

Oggi, Manfredonia è una città in agonia.
E se non si interviene ora, ogni estate sarà una fotocopia dell’ultima. Peggio: sarà l’ultima.

😵‍💫

E allora, cantiamola davvero questa filastrocca:
Giro giro tondo,
che ci faccio in questo mondo?
Ci faccio quel che posso,
col mio groppone addosso.
Quando non ne posso più,
piglio le gambe… e me ne vado giù.

📣

 Lo sfogo amaro di una imprenditrice turistica.

Mary Fabrizio

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