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Manfredonia Nuova: “Rilancio turistico? Speriamo che non piova”

Dalla nota del 27 gennaio, letta su Manfredonia News, dal titolo Acquedotto Pugliese: proseguono i lavori sul depuratore di Manfredonia”, apprendiamo con  soddisfazione che l’azienda:

1) “punta in un futuro prossimo (speriamo in tempi ragionevoli) a raggiungere standard depurativi sempre più elevati, grazie agli interventi sulla linea fanghi e ai prossimi lavori sul riuso delle acque di depurazione e la costruzione di serre solari.” .

2) Ha portato finalmente a conclusione i lavori progettati con i finanziamenti del 2013- 16 per l’ampliamento e riqualificazione del depuratore di Manfredonia, anche con l’avvio del secondo digestore.

Peccato che pochi giorni dopo questi bei proclami, il 14 febbraio c.m.,  il “generale” Giuseppe Marasco postava su facebook l’ennesimo video che filmava l’immissione nel Candelaro di reflui non trattati da parte del depuratore di Manfredonia, che si aggiunge ad altri filmati del depuratore di Foggia, senza considerare le segnalazioni giunte a Manfredonia Nuova da parte di pescatori che affermano di notare la notte, in prossimità del Candelaro, una schiuma giallastra e maleodorante e denunciano il proliferare di alghe e la formazione di fanghiglia.

La portata giornaliera di reflui scaricati nel Golfo è di 63.144  metri cubi, che in un anno trasportano 576.189 Kg di fanghi, 2.304.610 Kg, circa 921.844 Kg di sostanze organiche, di 345.713 Kg di azoto e  16.824 Kg di fosforo.

In una situazione di assenza di pioggia (come è stata l’estate 2020), gli inquinanti trasportati dal Torrente Candelaro arrivano in mare molto lentamente, consentendo al mare stesso di assorbirli.

In caso contrario si spiegano gli  effetti sulla balneabilità del mare di Siponto, spesso problematica e talora vietata, come è accaduto in seguito a bombe d’acqua (vedi il disastro del 2018).

Pertanto, rischiamo anche per la prossima stagione turistica, ormai alle porte, di affidarci alle previsioni meteo e alla preghiera, affinché non arrivino  piogge abbondanti.

A nostro avviso vanno affrontati e risolti i seguenti problemi:

1) Le vasche di arrivo dei liquami ai depuratori di tutta la provincia hanno la capienza sufficiente a equalizzare le portate variabili domestiche e non sono tarate per ricevere durante le piogge le acque bianche, così assistiamo a quei disservizi dovuti alla commistione tra fogne nere e fogne bianche, denunciati da Manfredonia Nuova. La legge prescrive che l’AQP sia responsabile dei reflui a partire dalle fogne urbane; si incrementi perciò la loro capienza se non si è in grado di risolvere la commistione di cui sopra.

2) Allo scopo di evitare lo scarico a mare di circa ventitrè milioni di metri cubi di acqua, con gli inquinanti sopra citati, si potrebbe prevedere, nel più breve tempo possibile, un trattamento di fitodepurazione delle acque del Candelaro  in un’ampia zona di lagunaggio, utilizzando le grandi estensioni di zone umide  disponibili, ciò anche per consentire l’uso irriguo delle acque recuperate.

Abbiamo chiesto più e più volte alle istituzioni di farsi promotori dell’indizione di un tavolo tecnico provinciale, a cui chiediamo  di partecipare con i tecnici di nostra fiducia, perché si affronti e risolva  definitivamente il problema Candelaro. Attendiamo risposte in tempi certi, anche perché alcuni di questi interventi possono sicuramente rientrare nei finanziamenti del Recovery Fund.

Manfredonia  25 febbraio 2021                                                   

Manfredonia Nuova

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Comunicato Stampa

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