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L’Arcivescovo Moscone sulla guerra in Ucraina

In linea con Papa Francesco, e senza usare mezzi termini, anche padre Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, in dialogo con il prof. Michele Illiceto, docente alla Facoltà Teologica Pugliese, nella serata in cui è stato presentato l’ultimo libro del Pontefice dal titolo “Contro la guerra. Il coraggio di costruire la pace”, usa parole forti contro chi questa guerra non solo l’ha provocata, invadendo un Paese libero, ma anche contro chi questa guerra la sta alimentando: «L’ipocrisia dell’Occidente, l’ipocrisia della Nato, l’ipocrisia dell’Unione Europea». Consapevole di non essere un geopolitico, da lui stesso ribadito, padre Franco considera già «un errore aver voltato le spalle alla Turchia, nei primi anni del 2000, da parte dell’Unione Europea, affidandola ad un uomo, fino a qualche giorno fa dittatore, ora diventato mediatore di pace. Così come è un grande errore, oggi, pensare un’Europa senza la Russia, senza l’Ucraina, senza la Polonia, la Bielorussia, senza tutti». Cita il Papa quando, già il 7 luglio del 2018 a Bari, disse: “Alla pace non c’è alternativa” e continua «(…) oggi non abbiamo altre alternative che la pace, perché diversamente i rischi sono troppi». Ricorda del Santo Padre l’idea di voler modificare il Catechismo (cfr n. 2264-2265), nel senso che «(…) non esistono più guerre giuste neppure di difesa, con gli strumenti che ci sono oggi. Noi dobbiamo cercare di dividere i belligeranti, non mantenerli in equilibrio, non rendere uno più forte dell’altro. Questa è una mentalità criminale, a mio giudizio, perché aumentare la forza di uno per agevolare l’altro vuol dire alimentare la guerra». Ricorda quando era a scuola «se due ragazzini si picchiavano, la prima cosa che si faceva era mettersi in mezzo cercando di separarli. Solo dopo si faceva la morale per vedere chi aveva più colpa e si cercava di dire all’altro di riguardarsi in faccia». Afferma ancora «sono convinto che in guerra la prima cosa che si uccide è la verità e noi siamo pieni di falsità che fomentano la guerra. Dobbiamo disarmarla!»

Nel corso del dibattito è emersa la piena condivisione con ciò che Papa Francesco riporta in quarta di copertina: “La guerra è il fallimento della politica. Se la geopolitica costruita in questi anni ha portato alla guerra, questa geopolitica allora ha fallito”.

Se padre Franco è caduto nella visione geopolitica è perché ha confratelli su quei confini, confini dove la guerra rischierebbe di far perdere la speranza e «da cristiani, cattolici, non si può essere pessimisti poiché esserlo vorrebbe dire dare ragione all’antivangelo. Come l’apostolo Pietro dobbiamo rendere ragione della speranza che è in noi, combattere il pessimismo, perché è il pessimismo ad alimentare la paura e le guerre. Le fa apparire come condizioni naturali, normali, come l’esito di tutto. Dobbiamo invece far accrescere in noi la virtù della speranza che non è banalmente ottimismo, ma uno stile d’essere, di agire, in qualche modo, da artigiani, portando fieno alla fattoria della pace».

A.S.

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Redazione

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