Attualità Capitanata

La tv sotto attacco: Mentana non ospita giornalisti russi, alcuni analisti disertano i talk

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In questi settanta giorni di guerra la televisione ha avuto un ruolo centrale nel racconto del conflitto fra la Russia e l’Ucraina. In Italia, soprattutto. La televisione italiana, sia il servizio pubblico che le reti private, da giorni è al centro di dure polemiche. I critici più aspri non accettano che ci sia un mix oramai irriconoscibile fra spettacolo e informazione nei cosiddetti talk-show che, ogni giorno, riempiono i palinsesti delle tv. Altra criticità è lo spazio concesso a giornalisti, politici e intellettuali russi che, per dovere e necessità, anche in Italia sono costretti a ripetere la propaganda ufficiale del Cremlino. 

Mentre la Commissione di Vigilanza Rai sta verificando se le ospitate dei giornalisti russi nelle trasmissioni del servizio pubblico non rappresentino pericoli per la sicurezza del Paese, molti giornalisti e professionisti stanno prendendo le distanze da chi invita personalità negazioniste della guerra. Il primo è Enrico Mentana, direttore del TG LA7, che da settanta giorni è in onda ogni giorno con uno speciale sulla guerra. “Scrissi qui cinque mesi fa che mi onoravo di non aver mai ospitato nel tg che dirigo nessun esponente no vax”, ha esordito ieri Mentana. “Allo stesso modo mi onoro oggi di non invitare chi sostiene o giustifica l’invasione russa in Ucraina. E uso quelle stesse parole per rivendicarlo, senza dover aggiungere nemmeno una virgola”.

Per Mentana “chi mi dice che così impongo una dittatura informativa, o una censura alle opinioni scomode, rispondo che adotto la stessa linea rispetto ai negazionisti dell’Olocausto, ai cospirazionisti dell’11 settembre, ai terrapiattisti, a chi non crede allo sbarco sulla luna e a chiunque sostiene posizioni controfattuali, come quelle di chi associa i vaccini al 5G o alla sostituzione etnica, al Grande Reset, a Soros e Gates o scempiaggini varie. Per me mettere a confronto uno scienziato e uno stregone, sul Covid come su qualsiasi altra materia che riguardi la salute collettiva, non è informazione, come allestire un faccia a faccia tra chi lotta contro la mafia e chi dice che non esiste, tra chi è per la parità tra uomo e donna e chi è contro, tra chi vuole la democrazia e chi sostiene la dittatura”. 

Oltre alla scelta di Mentana ha fatto discutere la decisione di tre analisti – Andrea Gilli, Nathalie Tocci e Nona Mikjelidze – che hanno respinto l’invito del talk Di Martedì, condotto da Giovanni Floris. “Ci si può confrontare sulle opinioni, sulle interpretazioni e sulle soluzioni – ha dichiarato Andrea Gilli della Nato Defense College – ma non ci si può confrontare con chi diffonde dati falsi preparati direttamente dall’ufficio propaganda del Cremlino. È anche una questione di rispetto e solidarietà verso giornalisti, ricercatori e docenti russi perseguitati dal loro Governo: mentre si vuole dare spazio in Italia alla propaganda russa, in Russia si rischia il carcere per esporre del semplice dissenso”. 

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