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La Repubblica: l’assessore a 5 Stelle del Comune di Roma ha legami col Contratto d’Area di Manfredonia

Cosa c’entra la Giunta Raggi con Manfredonia? C’entra, eccome.

Lo scrive Walter Galbiati sulle pagine online de “La Repubblica”, svelando un clamoroso retroscena per la città del Golfo che vede come protagonista Massimo Colomban, assessore alle partecipate del Comune capitolino.

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Il testo del giornale online:

“Diciassette anni fa era sceso al Sud insieme a un manipolo di imprenditori veneti per rilanciare le sorti dell’area industriale di Manfredonia (Foggia). Tre mesi fa è stato chiamato a Roma, in qualità di assessore, per mettere ordine nella partecipate del Comune, fonti di dolori e buchi per l’amministrazione capitolina. Eppure quell’avventura imprenditoriale non è andata come tutti avrebbero voluto. Tanto che il pentastellato imprenditore era finito tra le file dei furbetti dei finanziamenti pubblici.

[…]

 

È il 10 marzo 1998 quando il premier Romano Prodi, alla presenza del ministro dell’industria Pierluigi Bersani, chiama tutti a Palazzo Chigi per firmare l’accordo. E a luglio dello stesso anno è sempre Prodi a intervenire in una cerimonia al Castello di Manfredonia in cui viene stipulato il gemellaggio tra Treviso, Vicenza e Foggia: sulla carta, un successo perché saranno ben 27 le aziende venete pronte a trasferirsi. Anche se l’esito sarà poi di tutt’altro segno. Tra i ben intenzionati figura Colomban, che da Treviso scende in Puglia non con la sua ammiraglia, Permasteelisa, ma con una società di nuova costituzione, la Solar Tech srl. L’azienda si occupava di superfici esterne, in particolare di pannelli solari, e si doveva insediare nella zona industriale di Manfredonia. Secondo le tabelle predisposte dall’ufficio del responsabile unico del contratto d’area, la Solar Tech avrebbe dovuto sostenere un investimento complessivo di 57,555 milioni di euro, di cui 41,958 sarebbero dovuti arrivare dai fondi europei attraverso l’assegnazione del Cipe. Un investimento cospicuo, perché nessun’altra delle 66 aziende ad eccezione della Futura filati (43,3 milioni) aveva ricevuto un così grande ammontare di finanziamenti.

I fondi vengono deliberati a marzo 1999, ma un anno dopo, prima ancora che la Solar Tech avvii le proprie attività, la Commissione europea scopre qualcosa che forse non si sarebbe dovuto sapere. In una rara indagine sulla destinazione delle proprie risorse, la Commissione giunge alla conclusione che la Solar Tech non può più ricevere tutti i 42 milioni previsti. Il motivo risiede nella sua compagine azionaria che agli occhi della Ue non è quello di una piccola e media impresa, come avrebbero voluto far credere i soci. L’azienda è controllata dagli imprenditori Colomban (46%), Pavan (15%), Bonotto (15%) e per il 24% dalla Permasteelisa. Per la commissione la presenza tra gli azionisti di Colomban, padre padrone di Permasteelisa, e della stessa società leader nei pannelli, trasforma la Solar Tech in una società satellite del medesimo gruppo. Perdendo di fatto lo status di Pmi. “La Commissione europea – si legge nella nota pubblicata a novembre 2000 – ha deciso che l’Italia potrà accordare a Solar Tech srl soltanto una sovvenzione di 34 milioni di euro, invece dei 43 milioni di euro notificati, vale a dire 9 milioni in meno”. La riduzione è stata imposta perché “Solar Tech non poteva beneficiare della maggiorazione di aiuto che è autorizzata in favore delle piccole e medie imprese (Pmi). È infatti risultato, nel corso dell’indagine, che in realtà Solar Tech fa parte del grande gruppo industriale Permasteelisa e non soffre degli svantaggi tipici delle Pmi”. Un taglio di 9 milioni di euro, pari al 20% dei finanziamenti che ha fatto salire a oltre 25 milioni di euro la necessità di mezzi propri. Finanziamenti che sarebbero stati illeciti, ma che la Ue ha scoperto. E il venire meno dell’appoggio pubblico, probabilmente  ha fatto desistere Colomban. Come si andata a finire lo rivelano le carte del commissario unico.

Alla voce “situazione” relativa alla Solar Tech compare monolitica la parola “Rinuncia”. Dell’azienda oggi non esiste più traccia: Colomban l’ha guidata fino al 2003, poi nel 2005 è stata cessata. Del progetto di Manfredonia, restano pochissime imprese. E perfino Prodi tornato in zona, ha parlato di un fallimento.”

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Redazione

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