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Incendio Paludi Sipontine, anche il WWF smentisce le dichiarazioni rilasciate all’Ansa

In merito all’incendio divampato domenica scorsa nella palude Frattarolo, in adiacenza all’Oasi Lago Salso, il WWF Foggia smentisce recisamente le affermazioni attribuite in questi giorni da organi di stampa a un suo non meglio precisato responsabile circa gli autori e le cause del rogo.

Il WWF, infatti, confidando nella capacità investigativa delle forze dell’ordine, ha evitato nei giorni scorsi di rilasciare qualsiasi dichiarazione in merito. Sono pertanto del tutto fuori luogo le minacciose reazioni delle associazioni venatorie diffuse in questi giorni.

Resta il fatto che quello di domenica scorsa è l’ennesimo incendio che ha riguardato l’area delle paludi sipontine. Da molti anni a questa parte gli incendi continuano ad interessare a rotazione l’Oasi Lago Salso, la palude Frattarolo e l’ex Valle da pesca di Manfredonia – quest’ultima recentemente restituita alla legalità e alla naturalità – provocando gravi danni a queste aree protette. Nell’Oasi Lago Salso – che, è bene ricordarlo, non è mai stata gestita dal WWF ma da una società controllata prima dal comune di Manfredonia e dal 2015 dall’Ente Parco Nazionale del Gargano con il 96% del capitale – a causa dei vari incendi sono state distrutte tutte le strutture di osservazione della fauna che erano state realizzate negli anni, rendendo di fatto impossibile garantire le visite nell’area. E a nulla sono valsi finora gli appelli rivolti alle istituzioni per ricostruire le opere distrutte.

Come pure è indiscutibile la forte pressione venatoria esercitata in queste aree – dove la caccia è vietata – dai bracconieri che, confondendosi con i cacciatori onesti e rispettosi della legge, approfittano della vicinanza con gli adiacenti terreni agricoli aperti alla caccia per sconfinare nell’area protetta. Ne sono testimonianza i numerosi interventi dei Carabinieri forestali, con denunce e sequestri di armi e munizioni, e le decine di cartucce che vengono ritrovate a terra nel corso dei consueti monitoraggi ambientali.

A tal proposito il WWF invita le associazioni venatorie, che non perdono mai occasione per rimarcare la loro lontananza dai bracconieri, ad unire le forze con le associazioni ambientaliste per stroncare questa piaga, costituendosi parte civile nei procedimenti giudiziari per reati di natura venatoria e sostenendo l’istituzione di un’oasi di protezione faunistica attorno al Lago Salso.

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Redazione

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