Il messaggio di Natale dell’Arcivescovo Moscone

Il messaggio di Natale dell’Arcivescovo Moscone
Più di tre decenni fa il Venerabile don Tonino Bello pronunciò per il Natale un discorso d’auguri intitolato Auguri scomodi. Da allora non è molto cambiato il contesto circa le aspettative di giustizia e pace nel mondo e nei nostri territori pugliesi, porzioni di mondo a noi affidate perché siano custodite e aiutate a intrecciarsi in una trama di bellezza veramente universale. Da allora continuano a pesare le contraddizioni della storia e le fragilità delle istituzioni umane e della stessa Chiesa, che vuol essere Madre ed esperta in umanità.
Ma se restano e, addirittura, sembrano farsi più oscure le ombre del male e i fumi di guerra, non viene meno – anzi va intensificato – il grido di Speranza che alberga in ogni cuore. Anche quando l’orrore della guerra diventa struttura di relazioni internazionali e narrativa condivisa dai media, la Speranza – radicata nell’unico fatto veramente nuovo della storia, l’Incarnazione del Figlio di Dio – continua a smuovere scelte, pensieri e sentimenti che vogliono dirsi umani.
Per questo il Natale che si avvicina può essere – e forse deve essere – un Natale scomodo.
Scomodo per tutto ciò che inquina le relazioni umane: dalle dimensioni personali a quelle istituzionali, culturali e geopolitiche. Scomodo per la dittatura del profitto che impoverisce miliardi di persone. Se il Natale 2025 sarà scomodo per le strutture del male, allora la Speranza potrà rifiorire e sul mondo tornerà a splendere il Sole di Giustizia.
Il prossimo Natale chiude anche il Giubileo ordinario della Speranza. E se la celebrazione termina, non termina però il suo dovere: quello di rendere la Speranza ragionevole, quotidiana, vittoriosa. Come lo Spirito di Dio non viene meno, così non tradisce la Speranza, che resta affidata a cuori innamorati dell’umanità e della creazione.
Un segno di questa Speranza ci è stato donato anche dalla nostra terra. A fine marzo, a San Giovanni Rotondo, il terzo incontro tra amministrazioni comunali e Chiesa locale ha aperto gli occhi sulla responsabilità verso il nostro territorio e il mondo. Da lì è sgorgata la manifestazione Manfredonia per Gaza: un grido condiviso contro genocidi, guerre e logiche di riarmo. È stato il primo evento in Puglia a farlo, e possiamo esserne orgogliosi: un popolo che diventa seme di pace e futuro sostenibile. Non è sostenibile un futuro alimentato dalle armi; lo è, invece, quello che nasce dalla Speranza che la Pace è possibile da subito.
Ecco allora il compito: custodire la Speranza, costruire ponti, disarmare logiche criminali, seminare solidarietà.
Che il Natale sia scomodo al male e generi quel movimento interiore capace di trasformare la storia.
A partire da questa prospettiva si apre il messaggio augurale
Carissimi,
mentre il Giubileo della Speranza giunge al termine, rimane per tutti noi il compito più essenziale: custodire e testimoniare quella Speranza che non delude, che costruisce ponti e non mura, che avvicina i cuori invece di separarli.
Desidero affidarvi una preghiera che ho scritto al termine della pandemia, e che oggi sento ancora più attuale.
Una preghiera che invita alla fiducia, alla responsabilità, alla cura della nostra terra e delle nostre relazioni.
Perché la Speranza è possibile solo quando diventa scelta quotidiana, sguardo nuovo, cammino comune.
Preghiera di Speranza
Oh Dio,
con le parole del salmista, che esortava il Tuo popolo,
“affida al Signore la tua via, confida in Lui ed Egli agirà” (Sal 35, 5),
ti chiediamo di accettare le nostre preghiere, che salgono da cuori provati.
Ti portiamo i nostri desideri e i nostri sogni,
confidando in Te abitiamo il silenzio del tempo,
certi che la tua grazia dilata i nostri cuori e le nostre menti,
dà forza alle nostre energie e possibilità rendendoci attori di storia
e protagonisti di SPERANZA tra la gente che incontriamo
e a cui ci avviciniamo percorrendo strade e luoghi delle nostre città.
Abbiamo fede forte e solida SPERANZA in Te, oh Dio,
perché sappiamo che Tu agisci sempre e attraverso tutti,
che non lasci inevase le Tue promesse,
e se sembri ritardare è solo per prepararci un futuro migliore.
Riconosciamo nella nostra umanità i Tuoi progetti,
che fanno di tutti, soprattutto di chi appare debole e fragile,
tratti unici e magnifici del Tuo volto in mezzo alla gente.
Oh Dio, Tu che scruti le profondità del cuore umano,
rendici conformi all’immagine Tua in noi,
e i Tuoi sogni eterni e i nostri sogni temporali
si incontrino in un meraviglioso scambio:
così potremmo contribuire a trasfigurare di grazia ogni popolo e territorio
e questi danzeranno cantando insieme le Tue lodi e la nostra gioia!
Oh Dio, Tu che ti sei fatto “carne” e dato ad ogni “carne” dignità e missione,
rendici custodi premurosi e generosi della nostra Terra,
protagonisti responsabili della vita cittadina,
così faremo brillare per tutti la SPERANZA.
Sì, Tu sei garante della SPERANZA per tutti e sempre:
c’è un futuro che prepari e che sta germogliando,
è simile alle luci e alla fonte che mai si estingue!
E tu Vergine Maria, Figlia del Tuo Figlio e Madre della Chiesa,
mantienici fermi nella SPERANZA che non delude,
perché sappiamo d’essere cuori che generano relazioni d’amore
così che ogni giorno del Nuovo anno continui ad essere per tutti
Giubileo di Pace disarmata e disarmante.
Che il Natale 2025 sia per tutti un Natale scomodo al male, capace di risvegliare coscienze e ravvivare il bene; e che il Nuovo Anno sia un compito di Speranza, secondo la ragione del cuore.
A tutti voi e alle vostre famiglie,
AUGURI di Pace e di Speranza!
Manfredonia, Natale 2025
- padre Franco Moscone crs
Arcivescovo