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Il compagno di Giorgia Meloni: “Farò i viaggi di Stato solo se me lo chiederà”

Andrea Giambruno è un giornalista di TGCom24, ma non è solo uno stimato professionista. È anche il compagno di vita di Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia che ha trionfato domenica scorsa al voto politico nazionale. Oggi, al Corriere della Sera, Giambruno risponde alle domande di Candida Morvillo sulla loro storia e sul successo di Meloni. Il primo dilemma è quello del nome: come si chiama il consorte della Premier? First Husband, First Gentleman, First Partner? “Non lo so – risponde il giornalista. Mi sa che la vera dicitura per l’equivalente maschile di First Lady non c’è. aspettiamo un neologismo dello Zingarelli?”.

Meloni, compagna e madre di sua figlia, potrebbe diventare la prima donna incaricata a formare un governo. “Sperando che vada così, sono felice, è qualcosa di epocale: per Giorgia, è il completamento di un percorso lungo trent’anni; per nostra figlia, è una pagina di storia che, quando sarà grande, la renderà orgogliosa di una madre”.

Lunedì, subito dopo il trionfo elettorale, Meloni ha pubblicato un biglietto fatto da sua figlia, Ginevra. C’era scritto: “Cara Mamma, sono tanto felice che hai vinto. Ti amo”. “L’ha fatto da sola: ha sei anni, ma sa scrivere già da un anno. Ovviamente, non comprende bene quello che è successo, ha solo capito che la mamma ha vinto qualcosa”.

Giambruno ha conosciuto Meloni proprio un uno studio televisivo. Era quello di “Quinta Colonna”, su Rete4. Ma che first gentleman sarà? “Presente a me stesso me lo auguro. Di sicuro, non sono tipo da copertine o foto patinate, infatti, nei nove anni con Giorgia, abbiamo sempre separato gli ambiti lavorativi”. La coppia ha già fatto sapere che non abiterà a Palazzo Chigi. “Le sembra che facciamo crescere una bimba di sei anni in un palazzo tipo Versailles? Anche un po’ meno, grazie. Una casa ce l’abbiamo”.

Giambruno ha poi dichiarato di non essere di sinistra, ma di non condividere tutte le idee politiche di sua moglie. “Non sono di sinistra, è solo che abbiamo opinioni divergenti su alcuni temi etici, come il suicidio assistito. Io penso che lo Stato debba riflettere se sia giusto che una persona possa morire a casa sua, coi familiari, o sia costretta ad andare a morire in Svizzera. Noi due discutiamo su temi sensibili che – lo comprendo – la politica deve affrontare con responsabilità diversa rispetto a me che ho solo una mia opinione personale”. 

Poi una risposta sulla polemica su Peppa Pig con due mamme. La farebbe vedere a sua figlia? “Posso anche fargliela vedere e, se dovesse chiedere perché ci sono due madri, glielo spiego. Però, una cosa è una scelta spiegata da un genitore, un’altra è far passare forzatamente un concetto”.

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