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Emiliano partecipa all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti: “Più firme sotto le denunce e meno esposti anonimi”

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha partecipato questa mattina all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti della Puglia.

 

Emiliano ha dichiarato che “ho trovato molto soddisfacenti entrambi i discorsi, sia del presidente Francesco Paolo Romanelli che del procuratore Carmela de Gennaro. Qui si svolgono attività di controllo indispensabili per il buon andamento della pubblica amministrazione. Dai discorsi fatti emerge l’eroismo dei tanti piccoli e grandi amministratori della Regione Puglia che si battono ogni giorno per fare le cose per bene”.

 

“La capacità di costruire un capo di imputazione per comportamenti irregolari non è facile – ha aggiunto – Quando è capitato di accorgermi che rispetto a dei pagamenti di spese legali apparentemente minimi, di poche centinaia di euro, forse c’era qualcosa che non andava, ho scoperto una truffa da venti milioni di euro. Ma non tutti gli amministratori sono inquirenti di professione. Non è facile per una persona completamente al di fuori del contesto giuridico concepire un’accusa.

Bisognerebbe probabilmente meglio assistere le pubbliche amministrazioni da parte delle forze dell’ordine e da parte delle stesse Magistrature, bisogna accompagnare queste persone, non lasciarle sole.

Però nei discorsi sia del presidente Romanelli sia del procuratore de Gennaro l’accenno ad una sorta di tutoraggio nei confronti degli amministratori per bene deve essere colto.

 

Naturalmente il numero del personale della Corte dei Conti è talmente scarso – e rivolgo un appello al Governo perché rinforzi la Corte dei Conti della Puglia – che addossargli anche il compito di formare un po’ meglio dal punto di vista contabile tutti gli amministratori è davvero difficile. Ma non si fa un corso a chi diventa sindaco: deve imparare a nuotare da solo ed è molto complicato”.

 

Sui quattromila fascicoli aperti in Puglia Emiliano ha sottolineato che “si tratta delle denunce, molte delle quali anonime. Abbiamo una particolare capacità di lanciare il sasso e di nascondere la mano. Tutte le denunce che non sono formali, vengono fatte in maniera anonima.

 

È un brutto vizio, perché se uno ci mette la firma è meglio: spesso l’anonimo viene preso da un furore che gli fa aggiungere cose che non hanno fondamento e questo complica il lavoro dei magistrati che devono poi discernere le cose vere dalle false.

Quindi: più firme sotto le denunce e meno esposti anonimi”.

 

Sulla situazione in Sanità Emiliano ha precisato che “in passato nel settore sanitario ci sono stati scandali gravissimi, mentre in questi anni del mio governo ci sono stati degli eventi tristi, ma che riguardavano fatti che non concernevano la sanità pugliese.

Naturalmente la sorveglianza è sempre altissima, perché sono 40mila dipendenti con un budget di 7 miliardi di euro annui che deve essere controllato minuto per minuto, perché qualcuno potrebbe portar via qualcosa, fare un appalto in modo negativo o sbagliare nell’approccio di un bando, di una gara.

La Regione Puglia è grande e complessa come una nazione. Controllare tutto questo non è semplice però lo stiamo facendo con grande dedizione.

Siamo fortunati perché c’è un rigore, che viene poi certificato dalla Corte dei Conti nei giudizi di parifica, che ogni anno ci dà tra le migliori regioni italiane dal punto di vista contabile. Certo si deve stare con gli occhi aperti. La stampa serve anche a questo: a sorvegliare la spesa pubblica e ad aiutare sia la Corte dei conti che noi ad individuare le cose che non vanno. I cittadini poi hanno lo smartphone con cui cogliere tutti gli aspetti controversi”.

 

Sulla gara per la ristorazione in sanità Emiliano ha infine aggiunto che “noi abbiamo sempre un’idea: quella di favorire le imprese che intendono strutturarsi in modo importante sul nostro territorio. Vogliamo che le imprese si insedino e diano lavoro. Non vogliamo che vincano le gare e poi le subappaltino a piccole aziende che non riescono mai a fare concorrenza alle imprese più grosse. Di qui l’idea del lotto unico. Abbiamo compreso che il lotto unico spaventa ancora qualcuno, come l’Anac e altri soggetti, e siccome la gara la dobbiamo fare senza perdere tempo, abbiamo fatto tre lotti che probabilmente danno la stessa possibilità alle imprese di gestire in modo radicato sul nostro territorio un’attività nella quale spenderemo molti soldi, che bisogna fare in modo siano portati via da chi non fa il lavoro ma si limita a vincere la gara. È una cosa molto delicata per non strozzare le aziende subappaltanti”.

 

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Redazione

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