Politica Italia

I «furbetti» del bonus e le chat roventi dei deputati. La Lega: «Forse un disguido dei commercialisti…»

Il caso dei 5 deputati che hanno chiesto (e ottenuto) il bonus Covid: sospetti su tre leghisti, uno di Italia viva, un cinque stelle. E nella chat del partito di via Bellerio spunta una prima linea di difesa

ROMA — I social sono impazziti. E in molti li chiamano già i «furbetti del bonus». La politica ha aperto la caccia a cinque deputati – 3 della Lega, 1 del M5S e 1 di Italia viva, stando alle indiscrezioni trapelate in ambienti parlamentari – che avrebbero chiesto all’ Inps (e ottenuto) di poter usufruire del bonus dei decreti Cura Italia e Rilancio, da 600 a 1.000 euro, riservato ai lavoratori autonomi e alle partite Iva.

Non solo.

Ci sarebbero altri duemila politici – tra sindaci, consiglieri comunali, regionali e assessori – ad aver bussato alla porta dell’ Istituto di previdenza per accedere al bonus.

La notizia (riportata ieri da Repubblica) nasce da una segnalazione della direzione centrale Antifrode dell’ Inps. Lo sdegno dei partiti è unanime, con tanto di caccia ai 5 furbetti.

«Fuori i nomi», è il refrain, diventato subito hashtag di tendenza sui social. «È vergognoso. Devono dimettersi», reagisce Luigi Di Maio. Gli fa eco il presidente della Camera, Roberto Fico: «Questi deputati chiedano scusa e restituiscano quanto percepito. È una questione di dignità e di opportunità. Perché, in quanto rappresentanti del popolo, abbiamo degli obblighi morali, al di là di quelli giuridici». Dalle fila dei democratici, ecco Michele Bordo che non solo definisce «inqualificabili» i cinque deputati, ma osserva che «questa vicenda dimostra che avevamo ragione quando affermavamo che sono sbagliati i contributi a pioggia senza nessun meccanismo di selezione». «Posso dire che è una vergogna?», sbotta il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Critiche anche da Forza Italia con Giorgio Mulè: «Chi ha preso il bonus esca alla scoperto». Giorgia Meloni attacca su Twitter: «Che squallore! Gli italiani sono in ginocchio e qualcuno nel Palazzo si preoccupa solo di arraffare sempre di più». E poi la leader di FdI invita «ogni parlamentare a dichiarare #BonusInpsiono! In modo che i nomi emergano lo stesso, per esclusione».

Il tam tam è incessante. E racconta le «quote» dei furbetti: 3 deputati leghisti, uno grillino, un renziano. Matteo Salvini è infuriato: «Chiunque siano, immediata sospensione».

Nella chat di via Bellerio i vertici pubblicano un messaggio che recita: «A seguito della notizia emersa in queste ore in merito al bonus di 600 euro percepito da 5 deputati vi richiediamo di verificare se per un disguido i vostri commercialisti ne hanno fatto richiesta e conseguentemente vi sono stati accreditati. Grazie».

Dopo due giri di orologio il silenzio è assordante.

«Non abbiamo riscontri», dice il leghista Lorenzo Fontana.

In casa Italia viva raccontano di una Maria Elena Boschi che si sarebbe posta così: «Se c’ è un furbetto, si faccia avanti». Nessuno, però, lo fa.

E poi ci sono i Cinque Stelle. Barbara Lezzi afferma che il deputato grillino «va subito espulso», e il reggente Vito Crimi non ha dubbi: «Se così fosse, chiunque sia, sappia che oltre alla “confessione” è meglio che presenti anche le dimissioni da parlamentare». A sera torna a parlare Di Maio: «Gli italiani hanno il diritto di sapere chi sono. Fuori i nomi, se serve assumiamo ogni tipo di iniziativa parlamentare». E la notte è ancora lunga.

https://www.corriere.it/politica/20_agosto_10/i-furbetti-bonus-chat-roventi-deputati-lega-forse-disguido-commercialisti-c11bbc70-dad4-11ea-b256-984eb17d7773.shtml

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