Da Manfredonia i popoli inquinati chiedono giustizia

30 settembre 2023: da Manfredonia i popoli inquinati chiedono giustizia
Comunicato congiunto delle associazioni e dei comitati per la salute e l’ambiente delle comunità
di Manfredonia, Marghera, Barga, Taranto, Napoli e Venafro. Il documento completo sarà
indirizzato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, della Salute e per
conoscenza ai rappresentanti e alle Istituzioni dei territori interessati.
Da Manfredonia, il 30 Settembre 2023, si è levato il nostro grido unanime per rivendicare
la partecipazione delle popolazioni alle decisioni relative alla bonifica dei luoghi inquinati e alle
scelte sulle iniziative economiche da realizzarsi nei propri territori: come delegazioni di
associazioni e comitati per la salute e l’ambiente delle comunità di Manfredonia, Marghera,
Barga, Taranto, Napoli e Venafro, che lottano per tenere alta l’attenzione sull’inquinamento,
manifestiamo la volontà di non essere lasciati soli dopo che la nostra terra è stata depauperata
della vita.
Poco si è fatto per restituire giustizia alle popolazioni di queste realtà industriali: gli
interventi di bonifica e rigenerazione sono ancora indietro e, in molti casi, a questo ritardo si
sono sommati altri decenni di inquinamento che hanno continuato ad incidere sulla salubrità e
sull’attrattività dei territori, così come sulla salute delle persone.
I territori inquinati devono essere risanati con una bonifica credibile in grado di rendere
possibile un modello diverso di economia che non sia a danno della salute. Perciò rivendichiamo
che questi siti siano considerati davvero di Interesse Nazionale, rendendo prioritarie le
operazioni per il disinquinamento e che, laddove necessario e su indicazione dei territori
interessati, siano nominate delle commissioni per il completamento delle bonifiche. Inoltre,
rivendichiamo che le bonifiche siano vincolate ad un Patto Civico Territoriale stabilito tra
cittadinanza e istituzioni e che i controlli relativi agli inquinanti presenti nel sottosuolo, in falda o
nel mare, siano effettuati da enti terzi rispetto a quelli coinvolti nelle bonifiche, per avere dati
aggiornati e attendibili su cui basare le attività di bonifica e di monitoraggio oltre il
completamento delle bonifiche stesse.
Abbiamo il diritto di vivere in una terra sana e, dunque, pretendiamo che chi ha il compito
di sanare questi luoghi provveda a rendere effettivi i dettami della Costituzione.
Infine, poniamo la seguente questione: al Ministero sono considerati come siti inquinati solo
i SIN, mentre noi abbiamo esperienza di numerose realtà fortemente inquinate che già presentano
dati sulla salute gravissimi. Questa disparità comporta l’esclusione dai finanziamenti, e non è la
sola riserva o ambiguità che si viene a creare tra i diversi territori e tra le persone che li abitano.
E’ importante costruire visioni condivise sulle scelte in materia di Salute e Ambiente, che
apre strade utili a mettere in atto pratiche politiche nuove spingendo lo sguardo oltre i confini di un
singolo territorio, e permette di trovare, scoprire e scambiare saperi, competenze e solidarietà
necessari per poter resistere, non più in solitudine ma all’interno di una voce plurale, e la
partecipazione dal basso può essere una vera leva di lotta, elemento essenziale senza il quale
qualsiasi azione di monitoraggio o bonifica e qualsiasi scelta economica sul territorio rischiano di
diventare mera mistificazione.