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Amministrative, Piemontese/Bordo: “Il bilancio complessivo del voto non è positivo; il 1° luglio è convocata la Direzione provinciale”

All’esito delle elezioni amministrative il Partito Democratico della Capitanata amplia il numero di Comuni governati, ma il bilancio complessivo dopo il turno di ballottaggio non è positivo.

Le ragioni delle sconfitte a San Giovanni Rotondo e Torremaggiore sono frutto, come sempre accade in casi del genere, dell’intreccio tra contesto locale e trend nazionale.

Nella città garganica abbiamo perso 51 a 49 per cento. In due settimane, il nostro candidato Leonardo Maruzzi ha incrementato i suoi consensi finendo a soli 246 voti di differenza dal sindaco, eletto soprattutto grazie al sostegno di pezzi del PD passati con il centrodestra.

A Torremaggiore il confronto è terminato 52,65% a 47,15%, con 420 voti di scarto a svantaggio del candidato del centrosinistra Salvatore Leccisotti. Ciò nonostante il recupero di consenso tra i due turni elettorali, vanificato, purtroppo e per scelta del centrosinistra locale, dalla mancata conclusione degli accordi politici indispensabili a costruire le condizioni della vittoria elettorale. Tanto è vero che nella città dell’Alto Tavoliere nessuno dei due contendenti al ballottaggio è riuscito davvero a mobilitare gli elettori: sono rimasti a casa tremila cittadini che, invece, quindici giorni prima erano andati a votare.

Il PD in Capitanata ha sofferto pure la tendenza elettorale nazionale negativa per il centrosinistra. Anche se il dato provinciale complessivo presenta una sua peculiarità: il M5S non vince, mostrando tutti i limiti della sua proposta di governo per le città, e quello spazio è occupato soprattutto da formazioni civiche con solide radici nei partiti tradizionali.

Il PD ha la necessità di aprirsi maggiormente ai mondi vitali presenti nel nostro territorio, non di chiudersi in un recinto sempre più stretto determinato soprattutto dalla litigiosità interna e dai personalismi. È assolutamente sbagliata l’idea a cui alcuni sono affezionati secondo la quale meno siamo meglio stiamo nel partito.

Quando ci siamo aperti al dialogo, com’è stato alle Europee e alle Regionali, abbiamo raccolto consensi ed eletto i nostri rappresentanti.

E’ avendo a mente quelle positive esperienze che dobbiamo ricominciare a essere dentro le comunità.

Il PD di Capitanata ha bisogno di rimettersi per strada, confrontandosi giorno per giorno con i problemi della gente e illustrando la qualità dei processi di cambiamento e l’efficacia delle nuove opportunità che sta realizzando a livello del governo nazionale e del governo regionale.

Venerdì 1° luglio ci sarà la Direzione provinciale per svolgere l’analisi del voto, che ci auguriamo pacata e costruttiva. Abbiamo bisogno, innanzitutto tra noi, di un confronto responsabile e non di utilitaristiche lacerazioni, anche perché i risultati non positivi delle elezioni sono pure il frutto dell’individualismo sfrenato che ha ormai preso il sopravvento nel partito.

E abbiamo bisogno di una riflessione altrettanto pacata e costruttiva sulla guida del PD di qui alla celebrazione del congresso, capace di provocare e animare la grande mobilitazione necessaria a far maturare, intanto, la vittoria al referendum costituzionale.

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Redazione

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