Attualità Capitanata

Adriano Sofri polemizza su un test nel giorno del ricordo di Calabresi

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Ancora una volta ha parlato di sé Adriano Sofri, il famoso giornalista e scrittore condannato per l’omicidio del Commissario di polizia Luigi Calabresi, ucciso il 17 maggio del 1972 in Via Cherubini a Milano. Questa mattina, in occasione del cinquantesimo anniversario di quel tragico giorno, Sofri – che ordinò l’omicidio con altri suoi compagni di Lotta Continua – ha parlato nella sua rubrica giornaliera sul quotidiano Il Foglio di uno spiacevole errore entrato nei test per la preparazione preliminare dell’arma dei carabinieri. In un’occasione così importante, colui che è stato condannato a 22 anni per aver commissionato quell’omicidio, sicuramente avrebbe potuto scrivere altro, non certo di una polemica su un errore materiale. Avrebbe potuto aggiungere qualche tassello di verità, oppure chiudersi in un dignitoso silenzio. Invece no, Sofri ha raccontato questo dettaglio. 

“Nell’anniversario dell’omicidio di Luigi Calabresi, 50 anni oggi, ho raccolto e messo da parte (letto no, mai troppo zelo) le cose diverse pubblicate sui giornali o altrove. Con l’elementare funzione di Google: Sofri-Calabresi, cerca. È così che ieri mi sono venuti fuori i link con il “Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. Centro nazionale di Selezione e Reclutamento”, il centro che presiede ai concorsi per il reclutamento nell’Arma e ai corsi interni per sottufficiali e ufficiali. La mia presenza là dentro, ripetuta nel corso degli anni, fa parte dei “Test per la preparazione alla prova preliminare”, suggeriti ai concorrenti: sono migliaia di quiz di vario argomento, con l’avvertimento che “Le risposte esatte sono quelle contraddistinte dalla lettera A”. 

Ecco il test che mi riguarda:

Adriano Sofri è stato condannato all’ergastolo: 

A) per l’omicidio Calabresi 

B) per l’omicidio del Generale Dalla Chiesa 

C) per l’attentato a Giovanni Paolo II 

D) per la strage di Bologna

(Che cosa sarà stato degli aspiranti carabinieri, i quali per qualche singolare circostanza sapessero che non sono stato condannato all’ergastolo?)”. 

L’intellettuale, che si è sempre detto innocente, fu arrestato nel luglio del 1988 con Giorgio Pietrostefani e Ovidio Bompressi. Furono accusati da Leonardo Marino, ex militante (come loro) di Lotta Continua. Pietrostefani e Sofri furono condannati come mandanti dell’omicidio, mentre Bompressi come esecutore materiale. Sofri passò molto tempo in carcere, Pietrostefani fu graziato dal presidente Napolitano, mentre Bompressi approfittò del processo di revisione per fuggire a Parigi. 

Domani, come un segno del destino, ci sarà la prima udienza per l’estradizione di Pietrostefani. Questa mattina, Gemma Capra Calabresi, moglie del commissario, ha commentato così a a La Stampa l’avvenimento: “Provo due sentimenti. Il primo è di giustizia perché finalmente la Francia riconosce le sentenze italiane. Ed è importante: io il mio percorso l’ho iniziato dopo il processo in Italia. Dopo aver avuto verità e giustizia. Ma nello stesso tempo ho pensato a quell’uomo più anziano di me, ha 78 anni, ed è molto malato e mi chiedo che senso ha oggi toglierlo dalla sua famiglia e relegarlo in un carcere a finire i suoi giorni. Sinceramente non mi sento di gioire”. 

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