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A Foggia ora manca un assessore, Campo e Napi Cera i nomi per il dopo Di Gioia

Restroscenismi di ordine sparso sul Lungomare Nazario Sauro a Bari. Con le dimissioni di Leo Di Gioia da assessore all’Agricoltura, in Consiglio in Via Capruzzi si pensa già a chi potrebbe occupare quel ruolo così complicato. Le caselle esterne sono già occupate dalla piddina Loredana Capone e dal centrista Salvatore Ruggeri. Un possibile ingresso dell’ex parlamentare Colomba Mongiello, di sicuro la politica sulla piazza più esperta nella materia agricola, significherebbe sacrificare il segretario provinciale Udc. Pertanto la carta al momento è scartata da molti.

Resta una questione che assilla il ceto politico dauno: la territorialità delle deleghe. La provincia di Foggia, che è stata determinante per la vittoria di Michele Emiliano nel 2015 e aveva richiesto a gran voce in Camera di Commercio la delega dell’Agricoltura, rischia di rimanere sottorappresentata se saranno confermate le voci di queste ore. Sono almeno tre le possibili strade del Governatore, secondo gli insiders della tecnostruttura barese conLimongelli ad occuparsi della gestione del Psr.

La prima. Il presidente potrebbe decidere di trattenere a sé la delega come per la Sanità, come lo stesso Di Gioia ha indicato, non senza ironie pungenti sul suo ruolo di mega assessore, taumaturgo.  La seconda. Il presidente potrebbe decidere di affidare la delega ad un eletto della Capitanata e a Bari si fa il nome del capogruppo dem Paolo Campo, di nuovo alleato in vista del congresso dem, dove entrambi sostengono Nicola Zingaretti. Rafforzare la leva Pd di Campo significherebbe anche arginare i flussi elettorali in fuga a Manfredonia, ex stalingrado pugliese, città partito, centro ormai in grande difficoltà con la commissione prefettizia negli uffici e sempre più consegnato al M5S.

La terza ipotesi, quella che sembra avere maggiori chance, vede a capo dell’assessorato all’Agricoltura la consigliera regionale barese Anna Maurodinoia, detentrice di un buon pacchetto di voti nel capoluogo regionale. La rivolta dei gilet arancioni nasce a Bari e lì il governatore ha la necessità di rafforzare l’alleanza per la rielezione di Antonio Decarosindaco.

Questa scelta interna al consiglio però finirebbe per penalizzare la Capitanata che resterebbe con un solo assessore, Raffaele Piemontese al Bilancio, laddove invece Bari ne avrebbe ben 4. Alfonso Pisicchio, Antonio Nunziante, Maurodinoia appunto e il potente Gianni Giannini. In ambienti centristi, vicini al consigliere Napi Cera, si lancia la provocazione della rotazione delle deleghe. Chi conosce il figlio d’arte sammarchese lo racconta pronto a fare la sua prima esperienza amministrativa, magari al posto di Ruggeri.

Fonte: Immediato.net

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