Manfredonia ed il palo di 30 metri, Riccardi: “Un sindaco che non difende il proprio territorio non è degno di rappresentare la nostra comunità”

Manfredonia ed il palo di 30 metri, Riccardi: “Un sindaco che non difende il proprio territorio non è degno di rappresentare la nostra comunità”
In questi giorni ho letto e ascoltato diverse ricostruzioni sulla legittimità dell’Autorizzazione Unica ZES rilasciata per la realizzazione di un palo di 30 metri (31,5 per l’esattezza) di una stazione radio base sul molo di Ponente del porto di Manfredonia.
Che l’Autorità Portuale difenda il proprio provvedimento può anche apparire “naturale”: il palo oggi è lì, già realizzato, con buona pace dei cittadini.
Quello che considero grave e inconcepibile è, invece, l’atteggiamento del Sindaco di Manfredonia che, rispondendo ad una interrogazione, si è abbandonato – come troppo spesso gli accade – a fare il cantastorie, dichiarando la piena legittimità della procedura.
È proprio in quella frase che si coglie la gravità delle sue affermazioni: un Sindaco che non difende il proprio territorio davanti ad uno sfregio paesaggistico e procedurale di questa portata, a mio avviso non è degno di rappresentare la nostra comunità.
A rendere tutto ancora più inaccettabile è il fatto che i vizi del procedimento investono in pieno il Comune di Manfredonia, coinvolgono la Commissione Locale per il Paesaggio, appositamente costituita per tutelare e valorizzare il paesaggio, valutare gli interventi pubblici e privati che trasformano il territorio, verificarne la compatibilità con le norme e fornire un parere tecnico qualificato che aiuti il Comune a rilasciare autorizzazioni paesaggistiche corrette, riducendo contenziosi, abusi e “forzature” degli standard di tutela.
Voglio spiegare, con parole semplici, perché ritengo che quell’autorizzazione sia irregolare e perché chiedo che venga annullata.
L’area su cui è stato installato il palo ricade entro i 300 metri dalla linea di battigia: si tratta della fascia di tutela assoluta prevista dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) della Puglia.
In questo ambito le regole sono particolarmente stringenti e, soprattutto, è chiarissimo chi è competente a rilasciare le autorizzazioni paesaggistiche.
Gli artt. 45 e 95 delle Norme Tecniche di Attuazione del PPTR Puglia attribuiscono in via esclusiva alla Regione Puglia, e non al Comune:
– il rilascio delle autorizzazioni per nuove costruzioni in detta fascia;
– il rilascio delle autorizzazioni per le opere pubbliche o di pubblica utilità realizzabili anche in deroga alle prescrizioni paesaggistiche (art. 95 PPTR).
Ne consegue che:
– l’autorizzazione paesaggistica comunale ex art. 146 D.lgs. 42/2004, rilasciata su delega/prescrizione della Soprintendenza, ha natura integrativa del procedimento, non può in alcun modo sostituire la competenza regionale stabilita dal PPTR;
– ogni ricostruzione che attribuisca al Comune di Manfredonia un autonomo potere autorizzatorio nella fascia dei 300 metri per opere ex novo o opere di pubblica utilità a carattere fisso è, a mio giudizio, giuridicamente errata e priva di fondamento normativo.
Le considerazioni diffuse in questi giorni incorrono quindi in un macroscopico errore nell’individuazione dell’ente competente e rendono inattendibili le conclusioni secondo cui “è tutto in regola”.
Un intervento così impattante sul paesaggio, nel cuore del porto e a ridosso del nostro fronte mare, non può essere deciso a cuor leggero.
Il Codice Beni Culturali e del Paesaggio e la normativa in materia di valutazioni ambientali impongono che progetti di questa natura siano accompagnati da una valutazione comparativa di alternative localizzative, finalizzata a scegliere l’opzione che comporti il minore impatto ambientale e paesaggistico.
Nel caso del palo da 31,5 metri:
– non risulta alcuno studio serio di alternative (altra posizione nel porto, arretramento, soluzioni tecniche meno invasive, ecc.);
– non risulta una motivazione puntuale sul perché sia stata scelta proprio la soluzione più impattante, a ridosso del fronte mare e in piena fascia di tutela.
Siamo di fronte, quindi, ad una scelta amministrativa miope, priva di quella prudenza e visione che il nostro territorio merita.
C’è poi un ulteriore profilo che non può essere ignorato: l’assenza del parere ENAC.
Il parere dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile è obbligatorio per l’installazione di una stazione radio base alta 30 metri, perché una struttura di queste dimensioni può rappresentare un potenziale ostacolo al volo.
La normativa italiana (in particolare il D.Lgs. n. 259/2003 – Codice delle comunicazioni elettroniche) prevede l’acquisizione preventiva del benestare ENAC per gli aspetti di sicurezza aeronautica, soprattutto in prossimità di aeroporti o aree soggette a servitù aeronautiche.
Se, come appare dagli atti resi noti, questo passaggio non c’è stato o non è stato adeguatamente considerato, ci troviamo dinanzi ad un ulteriore vizio del procedimento, non solo sotto il profilo paesaggistico, ma anche sotto quello della sicurezza.
Alla luce di quanto sopra esposto:
– l’iter amministrativo seguito non risulta conforme alla normativa nazionale e regionale (L. 241/1990, D.lgs. 42/2004, PPTR Puglia, Codice Beni Culturali e del Paesaggio, Codice delle comunicazioni elettroniche);
– emergono evidenti profili di illegittimità, per difetto di competenza e per violazione della disciplina paesaggistica e delle cautele in materia di sicurezza aeronautica;
– il ruolo del Comune di Manfredonia, della Commissione Locale per il Paesaggio e degli uffici preposti alle autorizzazioni ambientali delegate appare, a dir poco, gravemente inadeguato.
Per questi motivi chiedo che il Sindaco di Manfredonia:
1. si attivi immediatamente per promuovere, in autotutela, l’annullamento degli atti che hanno consentito la realizzazione del palo da 31,5 metri sul molo di Ponente;
2. investa prontamente la Regione Puglia e tutte le autorità competenti, affinché si pronunci sulla regolarità dell’iter e sulla corretta individuazione dell’ente competente;
3. sospenda ogni ulteriore passo amministrativo connesso a questa installazione, finché non sarà fatta piena luce su tutti i profili di legittimità e di sicurezza.
Manfredonia ha già pagato a caro prezzo, in termini economici e di salute, scelte ambientali disastrose e colpevoli leggerezze del passato.
Non possiamo continuare ad essere il territorio dove si piazzano impianti e strutture penalizzanti, mentre la città resta inerte e incapace di reagire dignitosamente ad un palese insulto al proprio paesaggio e alla propria intelligenza.
Difendere il porto, il fronte mare e il paesaggio di Manfredonia significa difendere il futuro della nostra comunità.
È questo che ci si aspetta da un Sindaco, che abbia a cuore la città.
Palombella Rossa.
Angelo Riccardi